«Due giorni fa è venuto Leonardo a casa. Mi ha lasciato le chiavi di casa sua e mi ha detto di passare a vedere come stava Michele», iniziai, nel frattempo Ginevra ci versava del succo nei bicchieri.
«Sei andata alla fine?» chiese Giulia, mentre sgranocchiava dei crackers.
«Certo! Vedere Leonardo così preoccupato mi ha resa nervosa e sentivo il bisogno di stargli vicino. È un mio amico, d'altronde. Non avrei potuto fare altrimenti.» Bevvi un sorso della bevanda e continuai: «Quando sono andata da lui era molto giù di morale e si vedeva avesse pianto. Mi ha parlato di sua nonna e, mentre mi asciugava le lacrime mi ha chiamata muñequita».
Sentii lo sguardo delle ragazze su di me che aspettavano trepidanti il significato di quell'aggettivo.
«Bambolina.»
«Oddio, Bea!» esclamarono entrambe le mie amiche, mentre la loro mente cominciava a viaggiare.
Raccontai anche dell'accaduto del giorno precedente, quando mi chiese se avessi avuto altre relazioni oltre Tommaso.
«Stavate palesemente flirtando!», esclamò la riccia.
«Lo so!» Mi passai le mani tra i capelli, confusa. «Ma poi ci abbiamo riso sopra ed è finita lì. Non capisco perché ci sono rimasta male. Dopo che ho chiuso mi ha fatto fare un giro in moto, abbiamo parlato e ci ha definiti amici.»
«Non ci crede nemmeno lui», commentò la mia migliore amica, nonché la ragazza che ci aveva offerto ospitalità per quel giorno a casa sua per parlare.
«La penso come lei», affermò la riccia.
«Dovrei dirgli quello che provo?»
Annuirono entrambe.
Presi il telefono e, dopo essere entrata nella chat di Michele, gli scrissi sotto la loro guida.
Beatrice
Possiamo vederci uno di questi giorni? Ti devo parlare.
Michele
Vengo oggi al bar?
Lessi il messaggio alle mie amiche che mi dissero di scrivergli di vederci in un posto più appartato perché era una cosa molto importante.
Beatrice
Potremmo andare a farci una passeggiata in un posto più tranquillo.
La sua risposta non tardò ad arrivare.
«Che dice», chiese Giulia.
«Anche lui mi deve parlare.»
«Lo sapevo!», esclamò Ginevra.
La mia amica aggiunse: «Sicuramente anche lui deve dirti che gli piaci».
Michele
Dopo pranzo potremmo fare una passeggiata e poi potrei accompagnarti al lavoro.
Beatrice
Sarebbe perfetto
Michele
Sulla piazza di fronte alla loggia del consiglio all'una e mezza?
Beatrice
Sì. A dopo!
«Andrà benissimo, vedrai!», affermarono le ragazze dopo aver letto la chat.
«È il ragazzo perfetto per te!», aggiunse la mia migliore amica.
«Sì! Saranno carinissimi insieme».
«Ragazze, calmatevi! Non è ancora successo niente!» esclamai divertita per la loro reazione.
Passammo il resto della mattinata a parlare del matrimonio di Ginevra e quest'ultima mi disse: «Quando tornerai dall'incontro con Michele ti aspetterò al bar».
«Non c'è ne bisogno, Gine.»
«Sì, invece! Qualunque cosa accadrà io sarò lì per sostenerti.»
«La stessa cosa vale anche per me.»
Le dissi quanto era importante per me il loro supporto. Ci abbracciammo e, all'improvviso suonarono alla porta.
«Questo è Riccardo! È appena tornato dalla sua corsetta mattutina, quindi», cominciò, invitandoci ad uscire dalla camera per andarcene, «senza offesa, andate. Dobbiamo fare delle cose».
«Che tipo di cose?» chiese Giulia, lanciandole un'occhiata maliziosa.
«Che sceme che siete! Andate!», esclamò divertita Ginevra, prima di chiudere la porta, scatenando una risata ad entrambe.
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Perdersi per ritrovarsi
Roman d'amourRitrovare la strada nella propria vita non è mai semplice, soprattutto quando la persona con cui volevi percorrere questo cammino non è più al tuo fianco. Ti senti persa, disorientata e metti in dubbio tutti gli aspetti della tua vita. È così che si...