Ch. 1 [La Soglia del Santuario]

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Anno 1836, Britannia era sotto attacco dall'impero dei non morti, soggiogati dal Dittatore. Le città una volta prosperose erano ora avvolte da una nebbia oscura, e il cielo era perennemente coperto da nubi nere che bloccavano il sole. Le strade erano invase da legioni di scheletri e zombi, mentre le urla degli innocenti riecheggiavano nelle notti senza luna.
In un piccolo villaggio ai margini della foresta di Grimwood, un gruppo di resistenti si riuniva segretamente. Tra loro c'era Elara, una giovane donna dai capelli corvini e dagli occhi verdi come smeraldi, con un passato misterioso e un legame speciale con le antiche magie della terra. Era cresciuta ascoltando le storie dei suoi antenati, i Guardiani della Luce, che avevano un tempo protetto il regno da simili minacce.
Una sera, mentre il gruppo discuteva dei loro prossimi passi, un vecchio con un mantello logoro apparve all'ingresso della taverna. Il suo volto era segnato dal tempo, e nei suoi occhi si poteva scorgere una conoscenza profonda e antica.
"Chi siete?" chiese Elara, fissandolo con sospetto.
"Io sono Aldric," rispose l'uomo con voce grave. "E porto con me un segreto che potrebbe ribaltare le sorti di questa guerra. Ma il tempo è poco, e il pericolo è grande. Solo i più coraggiosi e puri di cuore potranno intraprendere questo viaggio."
Aldric spiegò che nelle profondità della foresta di Grimwood si trovava un antico santuario, dimenticato da molti, dove era custodita la Lama delle Ombre, un'arma forgiata dai Guardiani della Luce per sconfiggere il Dittatore. Tuttavia, il santuario era protetto da creature malefiche e trappole mortali.
Elara sentì il peso della responsabilità gravare su di lei, ma anche una determinazione ardente crescere nel suo cuore. Con un cenno, si voltò verso i suoi compagni e disse: "Dobbiamo trovare questa lama. Per Britannia e per la luce che ancora risplende nei nostri cuori."
Il gruppo, guidato da Aldric, si preparò per il pericoloso viaggio nella foresta oscura, consapevole che il destino di tutto il regno dipendeva dal loro successo.
Durante un viaggio su un carro che percorreva un terreno ghiaioso e intriso di sangue vecchio, Verny si abbandonò al sonno, annoiato dalla monotonia del viaggio. Era il tipo di persona che trovava conforto solo nella battaglia o nel sonno profondo, indifferente alle lunghe ore di attesa e tensione che segnavano le loro giornate.
Elara lo osservò per un momento, notando come persino nel sonno, Verny sembrasse pronto a balzare in piedi e combattere. Aveva sempre trovato conforto nella sua presenza, sapendo che quando sarebbe arrivato il momento, Verny sarebbe stato in prima linea, con la spada sguainata e la determinazione nel cuore.
Il carro avanzava lentamente, scricchiolando ad ogni sobbalzo. La foresta di Grimwood si avvicinava minacciosa, le sue ombre sembravano allungarsi e inghiottire ogni raggio di luce che osava penetrare il suo fitto fogliame. Aldric, seduto di fronte a Elara, la osservava con uno sguardo intenso.
"Ci siamo quasi," disse Aldric, interrompendo il silenzio. "Il santuario è vicino, ma le insidie iniziano ben prima di quanto possiate immaginare."
Elara annuì, stringendo la sua mano attorno al medaglione che portava al collo, un cimelio di famiglia che si diceva fosse stato benedetto dai Guardiani della Luce. Sentiva la magia pulsare attraverso di esso, una rassicurazione in un mondo ormai dominato dalle tenebre.
Mentre il gruppo si avvicinava al cuore della foresta, il vento iniziò a farsi più freddo e un silenzio innaturale calò su di loro. Improvvisamente, Verny si svegliò, il suo sesto senso per il pericolo lo aveva allertato. Estrasse la spada e si mise in guardia, osservando le ombre che sembravano muoversi attorno a loro.
"Prepariamoci," disse Elara, alzandosi e afferrando il suo bastone magico. "Non sappiamo cosa ci attende, ma non possiamo permetterci di fallire. Per Britannia, per la luce."
Il gruppo avanzò con cautela, consapevole che ogni passo poteva essere l'ultimo. La foresta di Grimwood era viva, un'entità che osservava e valutava ogni loro mossa. Le creature delle tenebre non tardarono a manifestarsi, i loro occhi rossi brillavano nell'oscurità, mentre l'aria si riempiva di sussurri inquietanti.
Aldric fermò il carro bruscamente, il cigolio delle ruote che si fermavano echeggiava nel silenzio inquietante della foresta. Guardò Elara con occhi gravati dal peso di conoscenze antiche e segreti pericolosi.
"Non posso andare oltre," disse con voce grave. "Da qui in poi, il cammino è solo vostro. Il santuario si trova a poche ore di cammino verso nord, ma dovrete affrontare le insidie della foresta e le guardie del Dittatore da soli."
Elara annuì, comprendendo il sacrificio e l'aiuto che Aldric aveva offerto fino a quel punto. "Grazie per tutto, Aldric," disse, posandogli una mano sulla spalla. "La tua guida ci ha portato fin qui. Ora spetta a noi portare a termine questa missione."
Aldric le rispose con un cenno, poi scomparve rapidamente tra le ombre della foresta, come se fosse diventato una parte di esse.
Verny, ormai completamente sveglio e vigile, scese dal carro e si allungò, sentendo i muscoli tesi pronti per l'azione. "Allora, da che parte cominciamo?" chiese, guardando Elara con un sorriso che tradiva la sua impazienza di combattere.
"Verso nord," rispose Elara, indicando la direzione. "Ma dobbiamo essere prudenti. Non sappiamo quali trappole ci attendono."
Il gruppo si addentrò nella foresta, con Elara in testa, il suo bastone magico che emanava una lieve luce blu, abbastanza per illuminare il cammino senza attirare troppo l'attenzione. Mentre avanzavano, il silenzio della foresta era rotto solo dal fruscio delle foglie e dai loro passi attenti.
Ad un certo punto, sentirono un fruscio più forte tra gli alberi. Elara alzò una mano per fermare il gruppo, i suoi sensi acuiti dalla magia percepivano una presenza vicina. Da dietro un albero caduto, emerse una creatura dall'aspetto orrendo, metà uomo e metà bestia, con occhi rossi che brillavano di una malvagità antica.
"State indietro," sibilò Elara, preparando un incantesimo. Ma prima che potesse lanciare la sua magia, Verny si lanciò in avanti con un grido di battaglia, la spada che brillava nella penombra mentre fendette l'aria verso la creatura.
Il combattimento fu feroce, con la creatura che attaccava con artigli affilati come lame e Verny che rispondeva con colpi precisi e mortali. Nel frattempo, Elara concentrò la sua magia, evocando una barriera protettiva attorno al gruppo per difenderli da eventuali altri attacchi.
Finalmente, con un colpo possente, Verny abbatté la creatura, che cadde a terra con un grido gutturale, per poi dissolversi in una nube di fumo nero.
"Avete visto?" disse Verny, respirando affannosamente ma con un sorriso trionfante. "Niente può fermarci."
Elara sorrise debolmente, consapevole che il vero pericolo era ancora davanti a loro. "Andiamo," disse. "Il santuario è vicino, ma dobbiamo essere pronti a tutto."
E così, il gruppo continuò a camminare verso nord, determinato a trovare la Lama delle Ombre e a sconfiggere il Dittatore una volta per tutte.
Giunti nella radura, il gruppo si trovò di fronte a un'enorme porta di pietra, ornata di simboli magici e incisioni antiche. Era il varco che conduceva al santuario tanto cercato, ma anche la soglia di pericoli ancora più grandi.
Elara esaminò attentamente le incisioni, cercando di decifrare il loro significato. "Questa è la porta del santuario," disse ai suoi compagni. "Ma è protetta da incantesimi potenti. Dovremo superare delle prove per aprirla."
Verny batté la spalla di Elara con un sorriso fiducioso. "Allora facciamo vedere a questi incantesimi di cosa siamo capaci," disse, stringendo la spada con fermezza.
Il gruppo si mise al lavoro, cercando indizi e risolvendo enigmi per superare le prove poste dagli antichi Guardiani della Luce. Attraversarono corridoi oscuri e sale ricoperte di polvere, affrontando trappole mortali e creature delle tenebre che custodivano gelosamente il santuario.
Finalmente, dopo aver superato ogni ostacolo, arrivarono di fronte alla sala del santuario. Al centro della stanza, su un altare di pietra, risplendeva la Lama delle Ombre, avvolta da un'aura oscura ma potente.
Elara si avvicinò con reverenza, la mano tesa verso l'arma leggendaria. Ma appena la sfiorò, un'ombra si staccò dalla parete, prendendo forma di fronte a loro. Era il Dittatore, il tiranno dei non morti, venuto a fermarli nel momento più critico.
Il Dittatore emanava un'aura di terrore e potere, i suoi occhi rossi fissavano il gruppo con malevolenza. "Pensavate di poter rubare ciò che è mio?" disse con voce sibilante. "Non passerete mai da questa sala vivi."
Elara si preparò alla battaglia, il suo cuore pulsava di coraggio mentre afferrava il bastone magico. Verny serrò la spada, pronto a difendere i suoi compagni fino all'ultimo respiro.
La stanza si riempì di tensione, mentre il destino di Britannia pendeva su un filo sottile. La battaglia finale stava per cominciare.

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