Atto XVIII

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Violet's Pov
La stanza di Wyatt era silenziosa. Non riuscivo ad avvertire il suo respiro o il battito del suo cuore, ma il mio sesto senso urlava: «LUI LO SA».

Era quello che lampeggiava nella mia testa, mentre con passo felpato cercavo qualcosa che mi potesse aiutare nella camera del mago.

Anche se era quasi del tutto buio la vista da maga mi permetteva di vedere dieci volte meglio di un qualsiasi Deprived. La stanza era troppo grande per riuscire a setacciarla tutta in pochi minuti.

Mi mossi con velocità e il più silenziosamente possibile. Anche se Wyatt non era presente, dovevo fare silenzio, lui sentiva anche un movimento impercettibile all'orecchio di un Deprived.

Afferrai l'anta di un cassetto e iniziai rovistare tra i suoi vestiti. Dovevo trovare qualsiasi cosa mi potesse essere utile per fuggire di qui. Solo che non sapevo che cos'era. Mi alzai di scatto quando capì che in quel mobile non avrei trovato nulla. Stavo per passare oltre, quando notai qualcosa appoggiato sopra un mobile non poco lontano da me.

Sopra un mobile in legno di ciliegio c'era una piccola fotografia in bianco e nero, sicuramente dalla qualità della foto risaliva alla metà del Novecento.

Con il respiro corto e il cuore che batteva forte, afferrai la fotografia semi-nascosta da alcuni vasi in porcellana posti sopra il mobile. Scrutai con attenzione la fotografia in bianco e nero con protagonisti due marinai, uno di fianco all'altro, sul ponte di una nave.

Indossavano le uniformi della marina militare prima Della Grande Società. Erano delle divise blu e bianche con i polsini color oro, come aveva detto Wyatt alla cena.

Il marinaio a sinistra era alto con un fisico slanciato. Aveva i capelli scuri scompigliati sicuramente a causa di una giornata ventosa. Capì, dopo averlo osservato con attenzione che avesse gli occhi color mandorla che luccicavano, mentre sfoderava un sorriso sicuro, circondando con un braccio le spalle del compagno.

L'altro, in confronto al suo compagno, era leggermente più basso e robusto, aveva un'espressione più seria, quasi pensierosa. I suoi lineamenti erano marcati, con un'ombra di barba chiara che suggeriva una notte insonne o una missione difficile che doveva iniziare.

Sullo sfondo della fotografia, si intravedeva una nave pronta a salpare, con alcuni marinai che si muovevano trasportando delle casse contenenti sicuramente dei viveri. In alto potevo vedere alcune nuvole scure che prevedevano una tempesta che si stava per abbattere sul porto.

Spostai appena le dita per riuscire a vedere il bordo sinistro della fotografia, dove c'era una scritta sbiadita.

Aiden Mildbreath e Caleb Howard. 06/06/1956 Porto di Crescent City.

Aiden era l'uomo di cui aveva parlato Hunter riferendosi a cinquecento anni fa, quando il marinaio aveva partecipato al gioco del labirinto di sangue. Era lui che aveva tradito l'amico per provare a prendere la pietra di cui tutti parlano. Un pensiero mi travolse come un'onda. Aiden aveva davvero tradito Caleb? Non so chi dei due fosse Aiden, ma chiunque fosse, sembrava tenere all'altro. Erano amici, allora perché tradirlo? Aveva paura di non riuscire ad uscire in tempo dal labirinto con la pietra? Oppure aveva programmato da tempo di pugnalare alle spalle il suo compagno? Hunter aveva detto che avevano fermato Aiden in tempo, ma Caleb? In che modo il suo amico l'aveva tradito?

All'improvviso sentì la mano, dove si trovava il marchio, bruciare in modo insistente, come se fosse fuoco.

Mi serviva tempo. Solo un giorno in più.

Quando sarei uscita dal terzo livello avrei calcolato quanti giorni restavano prima che il labirinto si chiudesse.

Misi la piccola fotografia nella tasca dei pantaloni e continuai a cercare. Alla fine la stanza di Wyatt si trasformò in un casino. Abiti spiegazzati all'infuori del cassetti, oggetti spostati in ogni angolazione e letto completamente disfatto. Tutto messo in disordine inutilmente.

SOLDATI DI CRISTALLO.                          IL LABIRINTO DI HEGROVE.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora