Varco la soglia della classe. Un cazzo è disegnato sulla lavagna, la Stelvio non è ancora arrivata. I miei compagni sono ammassati ai banchi centrali, ridacchiando fra loro. Meglio, almeno posso rivedere la lezione di storia in santa pace.
Oltrepasso la cattedra e poggio la cartella sull'ultimo banco della prima fila. Afferro la corda usurata della tapparella e la tiro su. Sposto la tenda con la mano: la città è coperta di neve, speriamo duri fino a febbraio.
Mi volto, afferro la macchinina che pende dalla cerniera e apro lo zaino. Matematica, fisica, italiano... storia non c'è. La scuola riprende da dio, se la Stelvio mi interroga, piglio 4, se facciamo lezione, mi piglio una nota per aver dimenticato il libro.
Faccio il giro del banco, la mia sedia è occupata dallo zaino di Damiano. Lo sposto sul banco accanto e mi siedo spalle al muro, appoggiando le braccia come se fossi su una poltrona.
Fisso l'Eastpack pasticciato. Magari posso riguardare le cose sul suo libro...
Meglio chiederglielo. Due gambe pelose risaltano tra i vari jeans e collant, solo lui può permettersi di ignorare sto freddo.
Porto la mano a coppa accanto alla bocca.
«Oi, Dami.»
Una testa rasata si alza dal mucchio, senza barba sembra ringiovanito di vent'anni.
«Oh, ciao Max»
Gli faccio gesto di avvicinarsi, Damiano si gratta la guancia.
«È così urgente?»
Annuisco.
Lui sbuffa, infila le mani nelle tasche della felpa e mi raggiunge.
«Che vuoi?»
«Mi presti il libro di storia?»
«Ancora?»
Apre lo zaino e da una pila informe di libri tira fuori l'unico color senape. Come faccia a far stare quella libreria in cartella è un mistero.
Lancia sul banco il volume di storia che mi si piazza davanti. La copertina è tutta usurata, infondo alla pagina il simbolo delle lire è sbiadito, il prezzo è cancellato dietro l'inchiostro. Svastiche e disegnini contornano il titolo e i faccioni di Hitler e Mussolini son decorati con baffoni e stelle a testa in giù.
Sorrido e capovolgo il libro.
«A testa in giù è più appropriato, no?»
Damiano si mette a sedere.
«Dovresti inventarti nuove battute, Max.»
«Giammai.»
Lo raddrizzo e lo apro. Faccio passare l'indice sui vari capitoli. Società di massa, Giolitti, Grande Guerra... Rivoluzione d'ottobre. Apro il libro a pagina 238.
Le parole chiave sono evidenziate di rosa, e le pagine profumano di ciliegie. Ridacchio. C'è solo una ragazza che usa questo profumo nelle quinte.
«Potresti darmi una mano a ripassare.»
Mima un conato. «Manco morto.»
Mi siedo correttamente e mi stiracchio: è fin troppo facile.
«Ah, peccato. Beh, potrei chiedere a Greta...»
Mi scrocchio il pollice.
«Dopotutto se il suo fidato compagno di studi può permettersi di ripassare con Daniela, non la disturberà dedicare un quarto d'ora a qualcun altro...»
Damiano mi afferra il braccio. Bingo.
Gli sorrido, e poi mi volto verso il banco centrale. Greta si sta passando le dita nei capelli castani guardandoci con la coda dell'occhio. Alzo la mano in saluto.
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Trasferimento
FantasyIn un paese nascosto tra le montagne, una nuova studentessa ribalta la scacchiera.