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Era proprio un libro che Malfoy le aveva regalato, un libro babbano, per giunta. Il linguaggio dei fiori: Un Alfabeto di Emblemi Floreali, la copertina di tessuto blu scuro recitava a grandi lettere stampate in oro, le pagine immerse nell'oro in modo da brillare alla luce del suo ufficio. Il libro sembrava vecchio e nuovo allo stesso tempo, come se fosse stata usata la magia per restaurarlo.

Aprì il sottile volume con uno scricchiolio del dorso, e una manciata di fiori secchi che erano stati pressati tra la copertina e la prima pagina svolazzò sulla scrivania di Hermione. Non riconobbe nessuno dei due. Uno aveva petali essiccati delicati e cartacei, di un tenue avorio con sfumature vinaccia scuro all'estremità interna, gli altri fiori invece erano lunghi e delicati steli ricoperti di piccoli fiori bianchi che riempivano l'aria con la ricchezza del loro profumo mentre cadevano liberi. Una dolcezza vellutata e oscura, floreale e cremosa al tempo stesso.

A Hermione mancò il respiro e alzò lo sguardo verso la porta del suo ufficio, controllando due volte che fosse chiusa. Sentendosi sciocca, agitò la bacchetta verso la porta e la chiuse con un clic. Abbassò di nuovo lo sguardo sui fiori sparsi sulla scrivania, dolci e inebrianti, e poi sul libro, sentendosi stupidamente nervosa. Poi si accorse della nota che Malfoy aveva scarabocchiato su un cartoncino attaccato al frontespizio interno con un incantesimo di adesione. Era curiosamente dolce e dal tono antiquato:

Granger,

Ho pensato che questo potesse esserti utile; la rivista Witch Weekly della tua segretaria può portarti solo fino a un certo punto, immagino. Se ritieni di non averne bisogno, mandamelo via gufo e io coglierò il suggerimento. Per quanto riguarda i fiori, si tratta di malva veneziana e tuberosa. La prima è un fatto, la seconda un'idea.

Rispettosamente,

Draco A. Malfoy

Il fatto che avesse usato il suo nome di battesimo fece sentire Hermione tutta accaldata e sudata, così si tolse di dosso il cardigan ed emise un vacillante sospiro, tremante e stizzita per il calore. Notò la data di stampa del libro - 1857, una prima edizione - e poi sfogliò le delicate pagine - complete di illustrazioni ad acquerello - fino alla malva veneziana, che a quanto pare era una varietà di ibisco, anche se non gli somigliava molto. 'Bellezza, delicatezza', recitava il libro, e a Hermione mancò il respiro e si bloccò di nuovo. Il suo unico pensiero fu semplicemente un'espressione sopraffatta, deliziosamente lusingata: Oh mio Dio.

Sfogliò freneticamente le pagine successive dei fiori elencati in ordine alfabetico, intervallati da illustrazioni a tutta pagina, arrivando alla tuberosa. "Piaceri pericolosi". Un brivido di desiderio nel suo intimo la sconvolse, e strinse le cosce. Le sue dita tremavano sul libro. Un fatto e un pensiero: cosa voleva dire Malfoy?

Hermione prese un foglio di pergamena nuova e una penna d'oca autoinchiostrante con un inchiostro verde scuro, e scarabocchiò:

Draco,

E poi imprecò e accartocciò il pezzo di pergamena, scartandolo e ricominciando da capo su un foglio nuovo:

Malfoy,

Grazie, sia per il libro che per i fiori. Li ho apprezzati - forse un po' più del dovuto - e attendo con ansia un'altra occasione per usare il libro.

Oh, merda. Era decisamente una cosa troppo sfacciata: sembrava fin troppo facile lasciar correre i propri sentimenti su una pergamena, pensò Hermione con rincrescimento, e scartò anche quel foglio, tirandone fuori uno nuovo. Decise di non menzionare direttamente il significato della tuberosa, soprattutto perché non aveva idea di cosa dire.

FASCINATION (traduzione - MissiAmphetamine [Kaleidoscope])Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora