La giornata proseguì tranquilla. Hel era troppo stanca e decise che si sarebbe presa una giornata libera per riposarsi, così io ne approfittai per andare in biblioteca a prendere un nuovo libro con cui sostituire quello che avevo finito quella mattina.
-Vediamo un po'... questo no...questo l'ho già letto...questo pure...anche questo...questo ha un finale troppo triste...-
"Trovato!" esclamai vedendo un libro nel ripiano più in alto. Se solo avessi avuto altri cinque centimetri l'avrei raggiunto facilmente.
Non ebbi neanche il tempo di pensare di prendere la scala che Alan prese il libro e me lo porse.
"Grazie mille Alan" lo ringraziai sinceramente.
"Si figuri principessa, sono qui per questo, per soccorrervi nel momento del bisogno" mi rispose con il suo solito sorriso e una lieve vena di sarcasmo.
-Davvero non capisco come possa essere tanto carino con me quanto freddo con Edward. Mi ricorda mia sorella per questo e al momento non è una bella cosa-
Andai nel giardino, sulla mia solita panchina davanti al monumento della mamma. Adoro leggere qui, mi fa sentire come se ci fosse ancora, ad osservarmi.
Improvvisamente giunse Frederick, un'altra delle nostre guardie "Principessa!" esclamò "Dovete venire, immediatamente!"
"Come mai, che succede?"
"Si tratta del re. Vostro padre sta molto male. È stato portato nelle sue stanze e il medico reale lo sta visitando in questo momento" mi rispose lui in un fiato, affannoso per via della corsa
In un istante il mio mondo crollò. Abbandonai il libro sulla panchina e corsi verso le stanze di mio padre, con Frederick che mi apriva la strada e Alan dietro di me.
Quando arrivai Hel era lì, davanti alla porta chiusa della camera padronale, che andava avanti e indietro. Era pallida come uno spettro, credo proprio come lo ero io. L'unica differenza era che lei aveva Jon al suo fianco che cercava di tranquillizzarla, senza successo ma almeno era qualcosa.
Per fortuna, o per previdenza dei nostri servitori, non c'erano vasi o oggetti fragili a portata, altrimenti sono convinta che Hel avrebbe iniziato a lanciarli in tutte le direzioni. Lo faceva sin da piccola quando doveva affrontare emozioni forti. Vi lascio immaginare come fosse ridotta la sua camera il giorno della funerale di nostra madre.
Quando il medico uscì quasi un'ora dopo venne assalito dalle incessanti domande di Hel. Ne avevo molte anch'io, ma le parole sembravano essersi congelate nella mia gola.
"Non ho mai visto una cosa del genere. Non ho idea di cos'abbia, come l'abbia preso né tanto meno come curarlo. Il cuore sta bene ma non so per quanto potrà reggere un colpo del genere. Consulterò qualche volume e tornerò da lui al più presto. Per ora posso solo consigliarvi di restare al suo fianco e di pensare a prepararvi all'eventualità peggiore. Mi spiace" disse il dottore in risposta prima di allontanarsi.
Entrammo in camera di nostro padre. Non sembrava nemmeno lui. In tutta la mia vita l'avevo sempre visto sorridente e sprezzante di vita. Persino quando era morta la mamma era messo molto meglio di quanto non fosse ora.
Ci sedemmo al suo capezzale mentre Jon attendeva sulla porta. Da quel che ne sapevo aveva perso suo padre tempo prima, o almeno era quello che mi aveva raccontato Hel, immagino fosse molto dura anche per lui rivivere un'emozione simile.
Restammo in silenzio per qualche minuto. Nostro padre non aveva la forza di parlare, né di aprire gli occhi. Era come ricevere una pugnalata dritta al cuore.
"Com'è possibile?" disse Hel con tono triste e rabbioso, trovando un po' di forza per parlare "Questa mattina stava bene. A colazione chiacchierava tranquillo e...e quando l'ho abbracciato era...stava bene!" disse sconvolta.
Mi voltai a guardarla e vidi che stringeva la mano di nostro padre con entrambe le sue e le lacrime le scendevano a fiumi. Io ero triste, certo, ma per ora riuscivo ancora a trattenere le lacrime anche se ero pallida come uno spettro. Volevo rimanere forte per lui e per Hel; non avrebbero giovato a nessuno le mie lacrime. Non pensavo si sarebbe comportata così, in genere non era così tanto emotiva, anzi, riusciva a mascherare molto meglio di me.
"Qui c'è sotto qualcosa!" concluse poco dopo "Devono averlo avvelenato. Non c'è altra spiegazione!"
"Hai sentito il medico Hel, non sa cosa sia. Sarà una qualche malattia rara o roba del genere..."
"E gli sarebbe arrivata così di colpo? In maniera così fulminante? No, io non credo. Intendo andare in fondo alla faccenda!" disse decisa.
"Cosa intendi fare?" le domandai preoccupata vedendola alzarsi in tutta fretta e raggiungere la porta a grandi passi.
"In questo palazzo non siamo in tanti. Farò le mie indagini, scoprirò chi ha avvelenato nostro padre. Sai dov'è Edward?" domandò improvvisamente
"Perché me lo chiedi? Non sospetterai veramente di lui?" le chiesi incredula.
Non mi rispose a parole, ma lo sguardo che mi lanciò diceva a grandi lettere "PUOI GIURARCI".
Rimasi lì, impietrita, mentre Hel si dirigeva a pugni serrati fuori dalla stanza. Nemmeno suo marito, che aveva provato a poggiare una mano sulla sua spalla, riuscì nel suo intento, finendo per ritirarla a mezz'aria.
"Non preoccuparti papà" gli dissi carezzandogli delicatamente la mano "Ci penserò io a tenerla al sicuro, anche da se stessa. Tu pensa solo a guarire e a rimetterti in piedi, d'accordo?!
Non possiamo perdere anche te!"
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Due capitoli dello stesso libro
ChickLitSequel di "Due cuori sotto scacco" Racconta la storia delle due sorelle, riprendendo da dove le avevamo lasciate Questa volta però a raccontare la storia sarà la nostra Layla Tra nuovi amori e vecchi rancori questo racconto andrà ad esplorare e app...