Madri Costituenti

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Era il 2 Febbraio 1945 quando con il decreto n.23 si estese, finalmente, il diritto di voto a suffragio universale. Universale veramente questa volta, cioè esteso anche alle donne.
Una conquista tanto agognata e sofferta dalle donne italiane del nostro Risorgimento da più di 50 anni, finalmente, diventa una realtà. Dopo poco più di un anno da questo evento epocale arriva la svolta ufficiale e memorabile, che io personalmente ho avuto l'ardire di chiamarla "la festa dell'emancipazione delle donne italiane". Parlo del 2 Giugno 1946, giornata conosciuta da tutti come la Festa della Repubblica Italiana.
Cosa accadde quel giorno? E perché fu così determinante per le donne italiane?
Quella domenica mattina di 78 anni fa in quasi tutta Italia le donne italiane furono, per la prima volta, chiamate a votare; dovettero dare il loro determinante contributo per il referendum istituzionale per la scelta del futuro governo nel delicato periodo di ricostruzione dopo il Secondo Conflitto Mondiale: continuare con la monarchia dei Savoia, o navigare nel mare libero della democrazia?
Furono in 25 milioni a votare, l'89,08% della popolazione, e di questi 13 milioni erano donne. È doveroso dedurre che la Repubblica Italiana deve la sua nascita alla partecipazione al voto delle donne, visto che in quell'occasione la penisola italiana era spaccata in due: il centro-nord votò repubblica, mentre il sud era in prevalenza dalla parte della monarchia. Il risultato finale fu: 12.718.641 repubblica contro 10.718.502 monarchia. I 2 milioni di scarto la dice molto lunga, come ho detto prima, sulla presenza cruciale delle donne nella votazione, visto che è nel nord Italia che si svilupparono i gruppi per la difesa e la tutela dei diritti delle donne come l'UDI e il CIF. Queste organizzazioni nacquero durante il periodo bellico con la Resistenza, dove le donne italiane, impavide, appoggiavano le incursioni dei partigiani; ed alcune di loro pagarono con la vita.
L'Assemblea Costituente della neonata Repubblica Italiana era composta da 556 parlamentari di cui 21 donne. Ma bisognava, prima di tutto, redigere una costituzione; e fu così che venne riunito il Comitato Costituente, chiamato il Comitato dei 75, composto da 70 uomini e 5 donne.
Eccole queste donne, che ho il piacere di nominare per rendere loro onore in quanto pioniere del modello di donna come sarebbe dovuto essere fin dall'inizio dei tempi, con pari diritti, pari possibilità personali, e pari peso sociale rispetto all'uomo.

Maria Federici
Angela Gotelli
Tina Merlin
Teresa Noce
Nilde Jotti

Queste donne contribuirono alla stesura della carta dei diritti del cittadino italiano: la Costituzione Italiana.
Finalmente nella storia della donna, mediamente in tutto il mondo, quello fu il periodo in cui le prime luci del giorno della sua nuova condizione iniziarono ad illuminare l'intera società umana; fu solo l'inizio, ed innumerevoli battaglie dovevano essere ancora affrontate da lì in avanti ma, ora però, si poteva combattere.
È degno di nota menzionare Nilde Jotti che nel 1979 si insediò quale Presidente della Camera dei Deputati, e dopo di lei altre due donne hanno ricoperto questa carica: Irene Pivetti nel 1994 e Laura Boldrini nel 2013.
Tornando alle battaglie di prima ne cito alcune tra le più significative, senza nulla togliere a tutte le altre che ci sono state e a tutte quelle che ancora dovranno arrivare che, senza dubbio alcuno, costituisco passi avanti decisivi lungo la stabilita strada dell'emancipazione della donna.
1950. Legge del congedo di maternità.
1960. Le donne hanno libero accesso a tutte le professioni.
1963. Aperte le strade professionali in Magistratura.
1974. Confermata la legge sul divorzio.
1981. Confermata la legge sull'aborto.
1996. La violenza sulla donna, da reato contro la morale pubblica, diventa reato contro la persona.
1999. Si aprono le porte verso la carriera militare.
Oggi la condizione della donna è notevolmente cambiata da quel, non molto lontano, 2 Giugno 1946. Abbiamo donne che coprono alte cariche di gestione e direzione di grandi Aziende; donne ufficiali nelle forze armate; donne ufficiali pilote della nostra Aeronautica Militare; donne astronauta; donne nelle alte cariche politiche; donne capi di Stato, e cito, con piacere, l'attuale nostra Presidentessa del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni; eppure... c'è ancora bisogno di tutela sul posto di lavoro per quanto riguarda il livello di retribuzione e il trattamento della maternità;
eppure... c'è ancora bisogno di tutela e protezione dalla tratta dello schiavismo sessuale;
eppure... c'è ancora bisogno di tutela e protezione contro l'omicidio passionale, perché la donna è, ancora oggi, considerata una proprietà dell'uomo a cui è legata sentimentalmente e, pertanto, o è di lui o di nessun'altro, nemmeno di se stessa se, al momento, non vuole saperne di altri uomini.
Perché questi "eppure..."?
Le battaglie si fanno e si vincono e le leggi dedicate ci sono, anche se qualcuna in più si dovrebbe ancora fare, ma va bene. È solo che la politica quando c'è da cavalcare l'onda c'è, altrimenti, chi s'è visto s'è visto; le autorità raccolgono le denunce ma non danno a queste la dovuta priorità e attenzione; ma la cosa più grave, dal mio punto di vista, è che il veleno che nel XXI secolo ancora colpisce il ruolo della donna nella società è la società stessa. Siamo noi gente del popolo che ci portiamo lo strascico dell'educazione inculcataci, parlo della mia generazione, dai nostri genitori che sono nati appena dopo il fascismo, e dai nostri nonni che lo hanno vissuto pienamente, e che in qualche modo siamo cresciuti più o meno condizionati da canoni patriarcali, come ho scritto in prefazione.
Il problema va affrontato alla radice affinché le leggi, che ora esistono, vengano rispettate da tutti: nella famiglia, nelle amicizie, nell'istruzione, nel lavoro e, ultimo ma non ultimo di importanza, nella sfera sentimentale.
Siamo in piena aurora del giorno della rinascita della donna come creatura libera e indipendente, è stato fatto tanto e l'alba è imminente.
Noi uomini, se ci riconosciamo tali, dobbiamo scansarci per lasciare lo spazio indebitamente preso, o rubato, alla nostra controparte fin dagli albori. Una controparte che non è contro, attenzione, ma parte della nostra vita quanto noi siamo della sua. Una creatura meravigliosa con la quale abbiamo il privilegio di condividere l'esistenza su un pianeta unico sia in splendore e sia, per dirla tutta, perché abbiamo soltanto questo.
Una creatura, anche lei, unica e indipendente; libera di vivere e di scegliere per se stessa esattamente come per il motivo per cui ella esiste.
Da oggi siamo tutti, indistintamente, chiamati a scrivere una nuova storia, dove l'uomo e la donna condividono gli stessi spazi con mutuo rispetto e parità di condizioni, aspirazioni, diritti, e privilegi. Dove non esistono più le differenze di genere ma ben vengano le diversità individuali, da cui scaturiscono meriti e capacità propri della persona sulla base del carattere, l'educazione ricevuta, l'alto livello civico e il grado d'istruzione, e l'impegno profuso per il raggiungimento delle mete prestabilite e accessibili a chiunque.
Finisce qui L'Aurora della Donna, è l'ora dell'alba...
...Buongiorno Donna.

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