CAPITOLO 24

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Mancavano solo pochi minuti alle 16:00 e la tensione stava salendo sempre di più.
Ero insieme ai ragazzi dove avevamo dato appuntamento alle due gang.
Avevo scelto un vicolo cieco per l'incontro. Solitamente, soprattutto nel Bronx, nessuno va ad intrufolarsi nei vicoli chiusi, se non spacciatori o altre gang.
Cole si avvicinò a me prendendomi il viso tra le mani. "Hey, che hai?" Sussurrò cercando il mio sguardo.
"Qualcosa potrebbe andare storto e il pensiero che qualcuno di noi si possa fare seriamente male, mi spaventa..." Dissi guardandolo negli occhi.
"Tranquilla, non accadrà nulla di male." Mi rassicurò accarezzandomi con il dorso della mano la mia guancia.
"Speriamo." Sospirai.
Sorrise e mi lasciò un bacio sulla guancia.
"Ehm! Ehm!" Qualcuno alle nostre spalle finse di tossire per attirare la nostra attenzione.
Erano tutte e due le gang, che si squadravano a vicenda.
Justin si affrettò e con passi lunghi mi raggiunse, mettendosi al mio fianco.
"Ciao piccola." Mi salutò John venendomi in contro.
"Hey Johnny!" Lo abbracciai.
"Shade." Mi salutò Tony con un cenno del capo.
"Ciao Tony." Gli sorrisi.
"Allora? Perché siamo qui?" Chiese un po' impaziente John lanciando occhiataccie a Justin.
"Non qui." Intervenne Cole.
"Non entro in casa del nemico." Disse John guardando male tutte e due le gang.
"Per me. Fallo per me. Io non sono il nemico." Dissi decisa indicandomi.
"Dai andiamo. Sarà divertente." Gli fece l'occhiolino uno dei Los Locos, Steve.
Sbuffò e prendendomi la mano, ci dirigemmo dentro al capanno.
Ci disponemmo in cerchio nel grande salotto del capanno e dopo qualche secondo di silenzio e sguardi assassini, mi decisi a parlare.
"L'altro giorno ho trovato questo biglietto in camera mia." Sospirai passando il foglietto che Justin aveva trovato nella mia camera, facendo cenno a Johnny di farlo girare.
Dopo aver letto il biglietto, alzò lo sguardo passandolo al ragazzo accanto a lui.
"I The Street, giusto?" Chiese conferma.
"Si John." Annuii.
"Cosa vogliono da te?" Mi domandò Mason, uno dei Destroyers.
"Non lo so... so solo che arriveranno e non saranno pochi." Risposi riprendendo in mano il biglietto.
"E noi siamo qui perché..." Anthony mi incitò a continuare.
"Abbiamo bisogno di voi per poterli battere." Sputai velocemente sperando di non doverlo ripetere.
"I Demons Murderers che chiedono aiuto a due loro gang nemiche?" Domandò sorpreso Tony.
"No." Affermai decisa. "Sono io che vi chiedo aiuto." Risposi.
"E che dovremmo fare?" Domandò John.
"Combattere al nostro fianco." Intervenne Cole.
"Cosa succede? Una delle gang più temute d'America, non sa più difendersi da sola?" Ironizzò Tony.
Justin, che era al mio fianco, si irrigidì.
"Ho fatto delle ricerche." Deviai il discorso prendendo dei fogli che precedentemente avevo appoggiato sulla scrivania. "In tutto sono 22. Ci sono tutte le informazioni che potrebbero servirci su quei fogli." Dissi distribuendoli a tutte e tre le gang. "Nathaniel é il capo." Li informai.
"Ah ah..." Annuii Daniel dei Destroyers, mio ex migliore amico. "Carini... ci sono Spencer di iCarly, William Shakespeare, Daniel come me, Patrick di Spongebob, Zack e Cody e il grand hotel, Stewart Little e Tomas il ballerino di Street Dance." Scherzò su alcuni dei nomi dei componenti della gang.
"Daniel, dacci un taglio." Lo rimproverai. "Come ho detto prima, in tutto, sono 22. Hanno tra i 17 e i 23 anni. Nathaniel li ha radunati apposta per prendersi il nostro territorio." Conclusi.
"Effettivamente se ci uniamo siamo 27 contro 22." Sorrise Justin compiaciuto.
"No, saremmo 25 contro 22." Lo corressi.
"Chaz e Ryan, giusto?" Chiese Timothy.
"Chi?" Domandai confusa.
"Chaz e Ryan sono altri due dei nostri componenti." Mi informò Seth. "Per questo saremmo 27 contro 22." Concluse.
"Ah... meglio!" Sorrisi. "Ma non é detto che riusciremo a batterli." Dissi sedendomi sul tavolo.
Subito, tutti mi guardarono come per dire: Ma dai! Noi?!
"Non intendo dire che non siete all'altezza dei The Street, sto solo dicendo che non avete mai lavorato in squadra." Mi giustificai. "Quindi, domani, dovete essere qui alle 09:00 puntuali." Sorrisi.
"Cosa?!" Gridò James dei Destroyers.
"Ma come?! Domani é Domenica!" Si lamentò anche Bradley.
Sorridendo mi avviai verso l'uscita del capanno. "Mi raccomando, puntuali." Feci l'occhiolino. "Andiamo Justin!" Lo richiamai.
"Arrivo." Disse scocciato prima di seguirmi fuori dal capanno.
Entrammo in macchina in direzione della casa di Justin.
"Quindi?" Chiese Justin rompendo il silenzio che si era creato quando eravamo entrati in macchina.
"Quindi cosa?" Gli domandai confusa girandomi verso di lui, che era concentrato sulla strada.
"Quindi, quando hai intenzione di dirmelo?" Si girò qualche secondo per guardarmi.
"Non ti seguo..." Dissi continuando a non capire.
"Dove le hai trovate tutte quelle informazioni sui The Street?" Strinse la presa sul volante.
"Ho fatto le mie ricerche..." Cercai di chiudere il discorso.
"Si..." Annuì facendo finta di credermi.
Feci un sospiro di solievo sperando che non facesse altre domande.
Ad interrompere nuovamente il silenzio, fu la suoneria del mio telefono.
"Hey mamma." Dissi insicura, sperando che non mi gridasse addosso.
Effettivamente, non l'avevo avvisata...
"Shade! Ma dove eri finita?!" Gridò dall'altra parte del telefono.
"Scusa... é solo che non ho avuto molto tempo." Cercai di giustificarmi.
"Potevi almeno avvisare, mi hai fatto stare in pensiero!" Disse preoccupata.
"Lo so... é solo che starò a casa di una mia amica per un po' di tempo." La avvisai.
"Okay, ma riuscirai a venire a salutarmi qualche volta?" Mi chiese dolcemente.
"Si, certo. Ciao mamma." La salutai.
"Ciao tesoro." Chiuse la chiamata.
Il tempo di riporre il telefono nella tasca, che Justin parcheggiò.
"Stasera pizza?" Mi chiese aprendo la porta di casa.
"Si, va bene." Annuii appoggiando la mia giacca sul divano.
"Okay... che facciamo?" Mi chiese guardamdosi in torno.
"Basket?" Indicai il campetto che avevo in giardino.
"Prendo la palla. Aspettami lì." Sorrise prima di sparire al piano di sopra.
Nel frattempo, mi tolsi la maglietta e rimasi con il top sportivo. Fuori il sole picchiava ancora, e il campo da basket era totalmente al sole. Legai i capelli in una coda alta e uscii ad aspettare Justin.

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora