"Va', figliolo."
La voce di sua madre risultò decisa, nonostante il dolore che la donna stesse provando.
Stava spingendo suo figlio tra le braccia del loro, fino a quel momento, nemico giurato. Tutto pur di salvare suo figlio.
"Ma...madre..."
La voce di Draco uscì incrinata a causa delle lacrime che spingevano per uscire dai suoi occhi chiari come una nuvola.
Non voleva lasciarla, non lì, non in quella situazione.
Narcisa si permette una mano sulla ferita posta sullo stomaco, facendo un profondo respiro. Il dolore stava diventando sempre più insopportabile.
"Va' Draco, fallo per me. Salva il mondo magico."
A quel punto una voce si intromise.
"Draco, dammi la mano. Per favore."
Gli occhi di Harry Potter erano pieni di uno strano sentimento. Paura, forse?
Lo stava pregando di seguirlo. Di lasciare suo madre e andare con lui.
"Madre, ma voi..."
Narcisa accarezzò il volto di Draco, facendo un piccolo sorriso.
"Va'."
Disse quella parola con tono sofferente, facendo annuire debolmente Draco.
Il biondo lasciò un bacio tra i capelli di sua madre, alzandosi poi dal pavimento e girandosi verso il suo non-più-nemico.
Harry era sporto verso di lui, con una mano allungata nella sua direzione nella speranza che l'afferrasse il prima possibile. E Draco lo fece.
Allungò la mano verso la sua e poi...
Draco si svegliò di soprassalto, stringendo a sé la coperta che lo stava proteggendo dal freddo invernale di dicembre. Ancora quel sogno.
Ogni notte veniva tormentato dal ricordo della guerra magica finita ormai un anno prima. Dal ricordo di sua madre che lo spingeva nelle braccia di Potter pur di salvarlo.
Fece un respiro profondo, richiamando a sé tutta la sua solita calma e compostezza. Non sarebbe stato un sogno a sottomettere Draco Lucius Malfoy.
Era fuori discussione.
Fece per tornare a dormire, ma si bloccò quando in sé avvertì qualcosa che non andava, un calore insolito per quel periodo dell'anno. Poi capì.
Il calore.
Si alzò di scatto dal letto e corse verso il bagno della sua stanza che, fortunatamente, non condivideva con nessuno. Dopo la guerra gli alunni si erano rifiutati di condividere la stanza con un ex Mangiamorte, motivo per cui si era ritrovato con una camera privata.
Tornando al suo calore.
Draco si sedette velocemente per terra, prendendo dal mobiletto tutto ciò che gli serviva per calmare quel caldo che stava sentendo e che presto si sarebbe trasformato in un forte dolore.
Quando di tutto pronto fece un respiro profondo, portando poi la siringa vicino al braccio, iniettandosi il medicinale che avrebbe calmato il suo stato.
Finì la medicina, sentendola bruciare dentro di sé, alzandosi poi per buttare tutto ciò che aveva usato.
Tornò a letto, stendendosi con fare stanco, crollando addormentato subito dopo.
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Essere l'unico Omega maschio in tutta la scuola non era il massimo, soprattutto nel periodo del calore. Camminava per i corridoi vedendo gli alpha -sia maschi che femmine- quasi scodinzolare per via del suo profumo vanigliato, misto a della menta fresca.
Una vera prelibatezza per un alpha senza compagno.
Peccato che la sua lingua fosse così biforcuta da fare allontanare tutti, come una vera serpe.
Si sedette al suo posto in sala grande, prendendo un bicchiere di succo di zucca e bevendo con il suo solito fare elegante. Il galateo scorreva nelle sue vene.
Odiava sentire su di sé gli sguardi famelici degli alpha, come in quel momento. Nonostante il suo egocentrismo, odiava stare troppo al centro dell'attenzione. Principalmente perché gli sguardi che riceveva erano o lussuriosi o di odio per il suo passato.
"Buongiorno, Draco."
Un alpha si fermò di fronte a lui, salutandolo con uno smagliante sorriso in volto. Sembrava convinto di se stesso, tanto da osare l'avvicinamento all'omega.
Draco lo guardò inarcando un sopracciglio, incrociando le braccia sopra al tavolo. Voleva davvero sentire il pessimo approccio di quell'alpha nei suoi confronti.
