Non sapevo come sentirmi verso Jiselle, dato che avevo poco tempo per pensarci ma soprattutto l'avevo vista in due situazioni opposte. Una volta quando si era difesa. L'altra mentre non si era mossa di un centimetro mentre Seonghwa la stava quasi picchiando.
Sapevo per esperienza -- Hongjoong -- che nessuno stava facendo le cose giuste dentro la nostra villa, ma attribuivo il tutto al fatto che eravamo fuorilegge e avevamo la libertà di fare quello che ci pareva.
Qualcosa mi distrasse dai miei pensieri.
Uno sparo, poi una luce sopra la mia testa. Mi gettai in un cespuglio, l'unico nascondiglio disponibile al momento. Il cuore mi accelerò all'impazzata, il sudore colava dalla mia fronte al mio mento, anche se sapevo che rimanere immobili era la cosa migliore da fare. Trattenni come potei il mio respiro pesante finché non mi calmai. Andava tutto bene.
Non sentii più niente dietro di me. Feci per alzarmi, ma poi mi pietrificai. C'era qualcuno accanto a me? Sentivo altri respiri che prima non sentivo forse perché stavo respirando anch'io pesantemente. Ma stavolta non andai in ansia.
Impugnai la pistola con mano leggermente tremante ma la mia voce era ferma, fredda. Autorevole. "Chi sei? Esci." dissi, e mi sentii molto forte in quel momento, anche se stavo dicendo una cosa apparentemente normale.
Le foglie cominciarono a muoversi, solleticandomi un po' gli avambracci scoperti. Mi alzai a mia volta per vedere chi si era nascosto involontariamente a fianco di me, se non di proposito.
Quando vidi chi era, sgranai gli occhi e socchiusi la bocca. Nessun nemico, fortunatamente. La sua pelle era abbastanza pallida, i capelli neri portati alle spalle e scalati sulla fronte. Coprivano un po' gli occhi piccoli. La sua vita e i suoi fianchi formavano delle curve... Anche se vestita diversamente dal solito, la persona era perfettamente riconoscibile. Soprattutto se ci vivevi insieme...
Abbassai la pistola e per poco non sospirai di sollievo. Jiselle era lì con me, probabilmente era stata spaventata anche lei dallo sparo improvviso ma si era velocemente ricomposta. Nella mano stringeva un revolver, forse un prestito di Hongjoong.
"Non ci hanno messo tanto a darti da fare, eh?" dissi, prendendole il braccio e portandola con me non sapevo nemmeno io dove. Bastava allontanarsi da dov'eravamo collocati qualche momento prima.
Lei mormorò in assenso, prima di aggiungere: "Dove stiamo andando?" Ecco, proprio la domanda che non volevo sentirmi rivolgere. Non sapevo dove stavo portando quella povera diciottenne, risposi in modo evasivo. Lei non volle sapere altro. Brava ragazza. Sorrisi un po', contento del fatto di star scappando da un possibile pericolo.
Ma dopo qualche metro, fummo costretti a fermarci di nuovo. Sentivo che c'era qualcun altro lì con noi, o contro di noi, che ci stava seguendo mentre ci inoltravamo sempre di più nella vegetazione del sottobosco. Presi a guardarmi intorno lentamente, attento a fare il minimo rumore mentre camminavo.
Anche Jiselle capì e subito impugnò la pistola, come per rassicurarsi che sarebbe sopravvissuta pure quel giorno.
Eravamo schiena contro schiena, i nostri respiri veloci rompevano occasionalmente il silenzio disumano che si era creato intorno a noi. Avevamo entrambi le pistole strette in mano per darci sicurezza e forza. Non avrei dovuto cedere in quel momento, e non lo feci.
Intanto, la persona o meglio le persone dietro di noi, completamente convinte che fossimo innocui anche con due armi in mano, uscirono dai cespugli come se niente fosse. Erano due ragazzi, uno alto, coi capelli scuri che gli ricadevano in fronte e gli occhi neri come il cielo sopra di noi; l'altro era più basso ma anche nell'oscurità si potevano intravedere i suoi muscoli già molto sviluppati.
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JEALOUS BOYS
Fanfiction____________________________________ La sorella perduta di Lee Know, che faceva parte di una ricca famiglia sud coreana, viene rapita dagli otto ragazzi più temuti delle Strickland: gli Ateez. Si scoprono essere possessivi, gelosi e attaccati ai sol...