I giorni passano ed io, con la convinzione di non essere mai all'altezza, cerco di farmi coraggio ed inizio a aprirmi sempre di più.
La mia lezione preferita, fino al venti di febbraio, erano le lezioni di matematica. La nostra professoressa, seppur una supplente, era davvero molto brava, sapeva sempre come coinvolgere la classe e spiegava davvero molto bene.
Durante le sue lezioni, però, mi facevo trascinare un po' troppo dai miei compagni di banco e alla fine succedeva sempre che ascoltavo poco e niente oppure che mi mettessi a ridere come una persona pazza affetta da asma, insieme ad Aurora e Matilde, le mie nuove amiche in prima fila. Nonostante le mie continue risate, e quelle degli altri, durante le sue lezioni la prof. non ha mai messo note ed è sempre rimasta comprensiva nei nostri confronti.
La mia seconda lezione preferita, che invece sarebbe rimasta tale fino al quinto anno, è la lezione di scienze. Sono sempre molto divertenti perchè è l'insegnante stessa a renderle tali con il suo modo di fare. La professoressa spiega davvero molto bene senza mai cadere nel noioso. Ogni cosa nuova equivale a un esercizio per lei. Di solito li fa svolgere a noi alla lavagna, per aiutarci a fissare bene il concetto, ma altre volte, soprattutto quando sono i primi esercizi, è proprio lei a svolgerli.
La sua è una materia che mi affascina giorno dopo giorno anche se alcune volte gli argomenti non mi vanno proprio giù, o perchè non mi piacevano molto oppure perchè gli argomenti erano davvero molto difficili. Ogni tanto mi sono inceppato durante lo studio della chimica. Mi ricordo che quando stavamo affrontando il sesto capitolo del nostro libro ho impiegato svariate settimane per comprendere bene affondo quella roba lì piena di calcoli e proporzioni che mi sembravano sempre un po' impossibili.
Andando avanti con il tempo, inziano le vere lezioni, le prime verifiche ed io, insieme agli altri, capiamo i vari professori e i loro atteggiamenti nei nostri confronti, infatti, abbiamo capito che la prof che ci stava più antipatica era quella di arte. È davvero severa soprattutto quando una delle sue ore prevedeva disegno tecnico. Ogni volta che inziavamo una tavola lei "spiegava" come andasse fatta e poi ci dava il via per iniziare, e, finire il disegno in classe che poi lei avrebbe valutato con estrema precisione; inutile dire che, dato che questa materia non mi piaceva proprio, finivo per collezionare insufficienze. Nonostante tutto io non mi sono mai scoraggiato e ad ogni insufficienza che prendevo non mi demoralizzavo, non ero nemmeno felice, però facendoci l'abitudine prendevo l'occasione per capire cosa sbagliavo e cercare di fare di meglio. Ogni tanto chiedevo anche spiegazioni alla prof.-devo dire molto raramente perchè mi faceva e mi fa molta paura- per capire cosa avessi sbagliato. Le sue risposte erano sempre le medesime ed io finivo per arrendermi e cercare di provare da solo.