Capitolo 13 - Suicidio

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In data 8 luglio 2017 il giudice Maurice Blanc dichiara ufficialmente Joseph Martin, uno dei produttori esecutivi del film colpevole di omicidio colposo e tentato omicidio e femminicidio poiché una delle persone quasi sempre presenti sulla scena del delitto e lo condanna ad una pena temporanea di sei anni di galera che poi diventerà di ventiquattro.
Una volta portato nella cella, Martin continua ad insistere sul fatto della sua innocenza, implorando di fare andare il suo avvocato difensore, ma ovviamente nessuna delle guardie carcerarie gli dà retta.

Ore 20:30
È l'ora della cena, e a Martin viene subito l' idea di rubare una posata dalla mensa per tentare a replicare la fuga da Alcatraz. Il “furto” avvenne con successo, finché una volta tornato in cella Martin fece un rumore assordante vicino il condotto di aerazione con la posata rubata che immediatamente fece arrivare le guardie di turno sul posto che perquisirono l'uomo e gli diedero una punizione che gli impediva di avere il pranzo e la cena ogni giorno per una settimana intera.
Martin iniziò ad andare in preda alla rabbia e nel bel mezzo della notte iniziò ad urlare, svegliando i vicini di cella che gli tiravano addosso le parole peggiori di qualsiasi vocabolario; urlò per tre ore e 51 minuti a partire dalla mezzanotte, smettendo improvvisamente alle tre quasi quattro di mattina.
Alle sette di mattina le guardie carcerarie iniziarono ad incamminarsi lungo i corridoi per svegliare i detenuti, ma quando uno di loro si avvicinò alla cella di Martin si rese conto che c’era una puzza incredibile, come di saliva mista a latte andato a male, così, credendo si trattasse di una delle trovate del produttore, la guardia prese le chiavi della cella dalla tasca e aprì la porta, trovandosi davanti uno scenario che non si sarebbe mai aspettato di trovare; Martin si era impiccato con le lenzuola del letto e la federa del cuscino, ciò spiega il perchè nel bel mezzo della notte l’uomo smise di urlare.

Su una sedia nella cella si trovava una lettera in una busta che diceva:

“Sono stufo di questo, sono stufo di essere accusato per quello che non sono. Nessuno pagherà la mia cauzione, non ho una moglie, non ho figli, e i miei genitori sono morti il giorno del mio diciottesimo compleanno, quindi la farò finita, andrò in paradiso e raggiungerò la mia famiglia, lì si che sarò una persona felice.
             Addio,
              Sig. Joseph Martin.”

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