Noah sorrise, ma il pensiero della reazione di Chris davanti alla squadra lo preoccupava. Sua madre era comprensiva, ma non lo invidiava per il compito difficile che lo aspettava. Non era l'unico a dover affrontare simili situazioni, ma lui era sempre stato il bad boy, il sogno di tutte le novelline e il fidanzato della reginetta della scuola.
Chris rifletté tra sé e sé: "La prossima mossa è mia!"
Restiamo così sospesi in un limbo, tra vivere la nostra storia d'amore, che sta prendendo forma e tacerla agli altri per proteggerci dal loro giudizio.
Il venerdì successivo ci diamo appuntamento per andare insieme alla festa a casa di Max. Decisi a lasciare che qualcuno potesse intuire il nostro legame, ma ancora convinti che fosse il caso di mantenere un certo riserbo.
Passo a prenderlo con la mia auto.
"Andiamo, prima che cambi idea," dice con un tono ironico, ma c'è un'ombra nei suoi occhi. Avvia il motore, e con un rombo sordo ci lasciamo alle spalle quella casa che per lui non è più un rifugio.
Durante il tragitto, il silenzio tra di noi è quasi confortevole, come se le parole non fossero necessarie. Guardo fuori dal finestrino, osservando le luci della città che scorrono veloci, le strade che si snodano come un labirinto familiare.
"Chris," inizio, la mia voce appena un sussurro. "Non devi farlo per me."
Lui mi lancia uno sguardo veloce, senza distogliere gli occhi dalla strada.
"Non sto facendo nulla che non voglia fare, Noah. Non possiamo continuare a vivere mentendo a noi stessi. E io... io non posso vivere senza di te."
Quelle parole mi colpiscono al cuore, come un colpo di fulmine. Vorrei dirgli quanto significhino per me, quanto io lo ami, ma la mia gola è chiusa, le parole bloccate dall'emozione. Posso solo stringergli la mano, lasciando che il mio gesto parli per me.
La casa dove si tiene la festa è già piena di gente quando arriviamo. Luci colorate illuminano il giardino, la musica rimbomba, facendo vibrare l'aria intorno a noi. Parcheggio lontano, in una strada laterale, lontano dagli sguardi curiosi.
"Pronto?" mi chiede, il suo sguardo fisso su di me, come se stesse cercando di leggermi l'anima.
Respiro profondamente e annuisco. "Sì, sono pronto."
Entriamo insieme, mano nella mano. E questa volta, non ho intenzione di lasciarlo andare. Non importa cosa accadrà, non importa chi ci vedrà. Questa sera siamo noi, e non permetteremo a nessuno di dividerci.
La festa è un vortice di colori e suoni. La musica è assordante, e la gente si muove al ritmo, corpi che si sfiorano, si mescolano. Chris mi guida attraverso la folla, ignorando gli sguardi curiosi, le occhiate di sorpresa. Mi tiene vicino, la sua presenza un faro in mezzo al caos.
All'improvviso, una voce ci raggiunge sopra la musica. "Chris! Noah!" È Sarah, la migliore amica di Chris, una ragazza solare e sempre sorridente. Si avvicina a noi, con un bicchiere in mano e un sorriso sincero sul volto.
"Non posso credere che siate qui insieme!" esclama, guardando prima Chris e poi me con un misto di sorpresa e felicità.
"Perché non dovremmo essere qui insieme?" risponde Chris, stringendomi la mano ancora più forte, come per rafforzare il punto. C'è una sfida implicita nelle sue parole, come se fosse pronto a difendere il nostro essere insieme da chiunque osi metterlo in dubbio.
Lei ride, scuotendo la testa. "No, no, è fantastico! Mi fa piacere vedere che finalmente avete capito cosa conta davvero."
La sua sincerità mi colpisce, sciogliendo un po' della tensione che mi stringeva il petto. Sorrido, sentendomi un po' più a mio agio. Forse, solo forse, questa serata non sarà così difficile come pensavo.
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L'amico di mio figlio
RomansaNoah è un giovane pianista, il primo della classe, il figlio perfetto. Si innamora del capitano della squadra di calcio della scuola, bellissimo, intraprendente, donnaiolo. Tra loro comincia una storia profonda e sincera, ottenebrata dai pregiudizi...