𝙋𝙚𝙧𝙡𝙚 𝙙'𝙖𝙫𝙤𝙧𝙞𝙤

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Eros
- l'amore passionato
Pur essendo spesso associato all'amore sessuale, va oltre il solo aspetto fisico. Esprime la brama di connessione profonda, di intimità e di conoscenza, sia verso le persone che verso altri desideri che animano la nostra esistenza.

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In quell'attimo, in quello stramaledetto istante, percepì il mondo intero osservarlo alle spalle, pronto a pugnalarlo in qualsiasi momento, dopo averlo colto con le mani nel sacco a disperarsi e strapparsi i capelli per ciò che riteneva futile e superficiale, beni terreni di pocco valore e vana utilità. Ma, oh caro mio, la città si estendeva nella maestosità della notte scura, il manto della morte che più volte aveva cercato di fargli lo sgambetto per attirarlo fra le sue braccia consolatrici. Ma a Taehyung non importava, no; lasciava che il fumo grigio del suo sigaro si confondesse con la nebbia cittadina, celando al suo guardo le vie strette ed i vicoli del centro, nascondendo le siluette accennate di uomini borghesi in abiti eleganti e ricercati, che aiutavano le loro dame a scendere dalle autovetture di lusso. Guanti di velluto, perle e diamanti. Sciocchi, ricchi, frivoli come le bollicine dello spumante, si avvicinavano ai portoni scuri di palazzi imponenti, per andare a deliziarsi con chiacchiere garbate ed opinioni non richieste. A Taehyung non importava, no; perché lui era lì. La sua musa volteggiava sola sulle note morbide e malinconiche del grammofono, anche quando la puntina faceva un piccolo salto improvviso. Jimin era un sogno febbrile, candido e lucente come le perle d'avorio del rosario appeso all'ingresso dell'appartamento; danzava nelle sue vesti di lino da bravo figlio di papà, il quale cercava di non atteggiarsi, che a vederlo da lontano pareva ubriaco, e molto probabilmente lo era. E a Taehyung non poteva importar di meno, finché la sua dipendenza preferita, l'aura d'elegante sottomissione del suo amato, fosse rimasta accanto a lui. Fumavano tabacco in silenzio, bevevano assieme alle stelle, chiacchieravano del più e del meno fino a consumare con feroce voracità tutta la loro libido, prima di accasciarsi sfiniti fra le lenzuola di seta, senza pensare ai mobili di mogano macchiati del loro piacere. Nulla sarebbe mai importato a Taehyung, se non le preghiere soffocate del suo amore, stimolate da labbra peccaminose ed affamate di saggezza.
Era tutto un segreto custodito con avidità nei corridoi più profondi dei loro animi.
E Jimin era così etereo, delicato come una donzella, fin quando la tristezza e l'alcol non gli annebbiavano la mente, scatenando la tempesta dei suoi pensieri sul giovane ricciuto. Lacrime salmastre, come gocce di profumo, gli illuminavano il viso; urli disperati si soffocavano fra le pareti fredde del bagno, finché non decideva di lasciare una breccia nel suo animo, nella quale Taehyung arrancava per arrivare alla fonte di ogni suo dolore. —Non ti faranno mai del male se ci sono io al tuo fianco. Macchierei le mie stesse labbra del loro sangue se solo osassero sfiorarti— gli sussurrava all'orecchio.
Ma la luce nei sogni di Jimin si spense il 30 dicembre 1912, quando osò troppo e rimase calpestato dallo stivale nero di una guardia di polizia, colto sulla via verso casa, verso il suo amante.
E Taehyung pianse, si strappò i capelli maledicendo quel rosario che aveva appeso lui stesso ad un chiodo accanto alla porta, soffocò le grida sulle tende del letto a baldacchino dove avevano sempre consumato la loro passione,  prima di ferirsi il cuore in quella camera dove si erano sempre deliziati in bagni di Tocai e frivolezze. Con un ultimo sospiro aveva lasciato l'impugnatura della lama d'argento, e l'aveva tesa verso l'alto, ad accarezzare un viso giovane, troppo giovane, che più volte aveva osservato alle prime luci dell'alba.
Ah! Tu che mi salvasti dai dolori della monotona esistenza, finisti per farci uccidere da questo peccato inspiegabile chiamato eros. Perdonami ora, sul letto di morte, ogni tua sofferenza svanirà. Riposa.