Domenica, il grande giorno.
Quella mattina dovevo vedermi con Pedro alle ore 10:00 fuori l'ambasciata.
Aprii un solo occhio, assonnata, per vedere l'orologio. Le 7:00.
Ancora presto, decisi di crogiolarmi ancora un po' tra le lenzuola. Jack era già uscito ed ero da sola.
Bussarono alla porta. Il collega aveva già dimenticato una cosa prima.
"Jaaack, dove ce l'hai la testa oggi?!?", gridai mentre raggiungevo la porta ed aprirla.
Non era Jack.
"Non so lui, ma in testa in questo momento ho solo te". Pedro entrò e mi abbracciò, baciandomi passionale.
"Hey, ciao", gli dissi a fior di labbra, "che ci fai qui?"
"Mi sei mancata stanotte, volevo vederti, subito".
Dammi un secondo, dissi scomparendo nel bagno a rinfrescarmi un attimo. Aprendo la porta, lo trovai appoggiato con una spalla allo stipite, con braccia conserte.
"Com'è impaziente stamattina agente Pascal", scherzai con fare quasi civettuolo. Gli passai davanti, strofinando il mio sedere su di lui. Non indossavo il pigiama, ero in intimo.
"Karen, mi mandi fuori di testa, lo sai? Ieri sera mi ha mandato fuori di testa!", disse prendendomi da dietro per i fianchi e affondando il viso tra i miei capelli. Portai la mano all'indietro per toccargli la nuca.
"Che buon profumo, voglio mangiarti", sussurrò al mio orecchio.
Mi girai ed aggrappai a lui, con le braccia intorno al collo e le gambe a cingergli i fianchi. Mi prese di peso, appoggiandomi al muro della camera da letto. I respiri eccitati si confondevano, mentre si muoveva contro di me, facendomi percepire la sua voglia.
"Oddio Pedro", sospirai sulle sue calde labbra. Mi portò sul letto e frettoloso si liberò degli abiti.
Ero sdraiata a gambe piegate e lui si insinuò nel mezzo, afferrò i lembi laterali delle mutandine e le sfilò, lentamente. Il suo sguardo diventò serio. Fece scorrere le mani dalle caviglie fino alle ginocchia, aprendomi le gambe. Iniziò a strofinare il suo gran bel naso tra le mie labbra. Gemetti nel sentire la sua lingua e la bocca, muoversi, dandomi piacere.
"Come sei bagnata", sussurrò, continuando nella sua impresa, schioccando la lingua sotto al palato ad assaporarmi.
Fece passare le braccia sotto le mie natiche e poi ad agganciarsi con le mani alle ossa del bacino, dondolandolo a ritmo contro la sua bocca e la sua lingua che mi penetrava. D'istinto chiusi leggermente le gambe, stringendo la sua testa.
Presi la sua mano sinistra. Leccai il tatuaggio e poi succhiai il pollice. Alzò il capo per guardarmi, malizioso. Notai la sua bocca ed il mento impregnati di me. Si mise sopra e percepii il peso del suo corpo sul petto. Accarezzai le larghe spalle e feci scivolare le mani sul suo sedere tondeggiante.
Rigirai la situazione, ora era lui sotto di me.
"Sei mio ora..." biascicai al suo orecchio e lui mi strinse forte.
Iniziai a baciargli gli occhi, quel magnifico naso, la guancia, le labbra, poi la mandibola... scesi sul collo, sui pettorali ed infine sulla peluria al basso ventre. Mi guardava con gli occhi pieni di desiderio, che lo facessi. La sua erezione era davanti a me, grande e dura. La afferrai con la mano, muovendola su e giù, per poi accompagnare il movimento con la mia bocca. Lo presi tutto, piano.
"Oh mio Dio, niña!"
Lo guardavo fisso negli occhi mentre lo assaporavo per tutta la lunghezza.
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AMOR LOCO
RomanceKaren Miller, agente della DEA, viene temporaneamente trasferita in Colombia, dove incontra l'affascinante agente dagli occhi bruni. ATTENZIONE: linguaggio scurrile, linguaggio esplicito, scene di sesso esplicite. La storia è frutto di fantasia e il...