Mi chiamo Moon, Moon Black.Nome discutibile, decisamente discutibile.
Non so cosa pensassero i miei genitori in quel momento.
O forse non pensavano affatto? Forse volevano solo che questo loro incubo finisse?
Sono un errore nato nell'odio.
Perché? Perché i miei non si sono mai sopportati e l'unica cosa che li teneva "uniti" era un profilattico che non aveva fatto il suo lavoro...E se pensate che questa loro storia d'amore sarebbe stata un perfetto enemies to lovers, vi sbagliate, perché si facevano solo del male a vicenda, a volte anche letteralmente.
E forse è per questo che, alla prima occasione, sono scappata da quella vita, rifugiandomi nell'unica cosa che mi fa credere nell'amore: mia zia Carol e il suo ragazzo, Lucas.
Amo i gialli, amo la sensazione di quando il detective descrive il caso, amo risolverlo prima di lui e la sensazione che mi dà, e forse li amo così tanto perché i miei, di "casi", non riesco a risolverli.
"Tesoro, sei sveglia?" sento la voce di mia zia dall'altra parte della porta. Mormoro un "sì".
Quanto vorrei non esserlo, quanto vorrei dormire ancora, quanto vorrei solo scappare dai miei problemi, quelli che non posso risolvere.
"Dai, c'è Francesco," mi esorta Carol.
E quando c'è Francesco... c'è suo fratello Jack.Mi convinco a scendere giù dal letto e a struccarmi per non sembrare un panda, visto che già i miei capelli fanno sembrare me stessa un leone... o un nido di rondini, dipende dai punti di vista.
Scendo le scale sentendo l'odore dello sciroppo d'acero che mi invade le narici e, subito, la sua risata mi invade il petto... Dio, sinceramente speravo di non incontrarlo almeno oggi.
E invece eccolo, davanti a me: il più grande stronzo bipolare che abbia mai visto, Jack.
Ma aspetta, quella è la mia tazza, e lui sa che è la mia tazza, sta bevendo dalla mia fottutissima tazza.
Lo scruto, ma ha un cervello in quella dannata testa? C'è letteralmente il mio nome sopra.
"Scorbutica pure di prima mattina, gioiellino?"
Gne gne gne, antipatico.
"Quella è la mia tazza," borbotto infastidita e, con aria di sfida, mi ignora completamente... e ribatterei pure, se non fosse che Francesco arriva da dietro e mi poggia le mani sulle spalle... cosa che odio, per via di uno di quei problemi che non posso risolvere come fossero dei casi.
Sento il suo pollice strofinare le mie spalle, e dentro di me mi sforzo di mantenere un'espressione normale... cosa che fallisco, perché vedo Jack trattenere le risate quando mi guarda.
"Hey, Moon!" dice Francesco sorridendo, e mi giro a guardarlo... è completamente diverso da suo fratello: ha degli occhi chiari, e i capelli marrone chiaro glieli fanno risaltare ancora di più. Anche il carattere è differente; lui è più introverso.
È strano come due persone con una parentela così stretta possano essere così diverse... boh, mi è sempre sembrato strano.
"Hey, Moon? Mi stai ascoltando?" La voce di Francesco mi riporta alla realtà. "Sì, scusa, stavo solo pensando," mormoro.
"Gioiellino, se non scendi dalle nuvole andrai a scuola in pigiama," Jack mi prende in giro, attirando la mia attenzione verso l'orologio.
Cavolo, è tardi!
Salgo di corsa le scale che portano alla mia camera e cerco di darmi una sistemata mentre cerco disperatamente la gonna della divisa scolastica, ed entro in bagno.
Quando esco dal bagno della mia camera, con l'uniforme addosso, smuovo un po' i ricci poco definiti e mi ritrovo davanti Jack intento a guardare le nostre foto da piccoli, appese alla parete.
Prima eravamo molto uniti, inseparabili... prima che lui decise che non ero poi così simpatica, finendo per allontanarsi sempre di più...
Ricordo che il primo mese lo aspettavo sempre alla casa sull'albero, dove andavamo sempre a giocare; ci stavo tutto il giorno ad aspettarlo, speranzosa. Credevo che lui non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere, che non mi avrebbe mai lasciata sola...
Ma erano solo le fantasie di una bambina di cinque anni che viveva con sua zia e non sapeva che fine avessero fatto i suoi genitori.
Una ragazzina di cinque anni che non sapeva che anche il suo migliore amico l'avrebbe abbandonata.
"Le hai ancora..." mormora, e la sua voce mi porta lontano dal viale dei ricordi. "Sì, beh, zia Carol ci tiene, quindi," borbotto cercando di fare la vaga, come se mia zia non mi avesse chiesto mille volte se le volevo buttare, come se ogni volta che qualcuno le sfiora non mi incazzi.
Lo guardo fissare una foto in particolare; eravamo sulla casa sull'albero e lui mi stava infilando delle margheritine tra i capelli biondo cenere.
"Mi manca quel sorriso..." mormora. "Non è più lo stesso..." continua. "Che intendi?" borbotto infastidita. "È più spento, quello che hai ora... quando ridi davvero, gli occhi ti si illuminano."
Ha ancora gli occhi puntati su quella foto.
Perché proprio quella? Sorrido in tante altre, in quella ero pure venuta male, eppure la fissa come se stesse vedendo un miraggio.
"Il mio sorriso è lo stesso," ribatto, come se l'argomento mi irritasse parecchio, perché è così.
"No, non lo è." Lo vedo avvicinarsi a me, e non so per quale motivo, indietreggio, finendo con la schiena contro la parete. "Non lo è più." Mi porta due dita sul mento, costringendomi a guardarlo negli occhi.
E forse per la prima volta, dopo tanto, lo guardo veramente.
Guardo i suoi ricci scuri ricadergli sulla fronte e il taglio al sopracciglio che rende il suo sguardo ancora più penetrante, guardo quegli occhi stanchi che aveva da troppo, troppo tempo e che rendevano quel marrone scuro ancora più... profondo, come se mi stesse guardando nell'anima.
E già la sento, la voce dentro di me che mi rimprovera: "Cavolo, Moon, datti una regolata. Ricordi quando ti ha fatto soffrire? Scendi dalle nuvole!"
"È lo stesso che avev-." Cerco di ribattere, ma mi interrompe. "No, non lo è." Si avvicina ancora di più a me, tanto che sento il suo respiro profondo. "E pensare che sono stato io a spegnerlo mi uccide, Moon."
Moon? Non mi chiama mai per nome... non l'ha mai fatto.
Sono sempre "gioiellino." Lo sono dal primo anno delle medie... lo sono da quando si è allontanato.Perché ora sono solo Moon?
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Don't Leave Me Again
Romance"non credo nel "felice e contenti" a mala pena credo nel vero amore ma è mentre lo guardo ngli occhi che spero che non mi abbandoni di nuovo" Moon Black è una ragazza forte con piccole debolezze. Odia il suo nome, ma non sa ancora il suo significato...