Faceva abbastanza caldo quel giorno, ma l'atmosfera tra i due continuava ad essere gelida, anche se qualcosa stava preannunciando il disgelo, soprattutto nel cuore di Jungwon, che sembrava non battere mai per qualcuno.
In un primo momento sembravano quasi estranei; non parlavano e c'era una tensione palpabile tra i due, data dall' incapacità di aprire un discorso e dalla riluttanza del mortale.Jungwon non sapeva esattamente cosa lo avesse spinto ad accettare l'uscita, forse l'eloquenza di Jongseong che lo aveva a dir poco colpito. Anche se il ragazzo era guidato da sentimenti di disprezzo verso di lui, non era riuscito a non pensare a quanto gli aveva detto Jongseong; a lui piaceva nonostante fosse veramente incapace di provare sentimenti di quel tipo. Egli, però, era una divinità e come tale sapeva recitare una parte così bene, da riuscire a ingannare qualunque semplice e ingenua mente di mortale.
Tuttavia nemmeno a Jongseong dispiaceva la compagnia di quel ragazzo e, per tutto il tempo della passeggiata, non faceva altro che osservare i lividi che segnavano quelle braccia chiare, chiedendosi se gli facessero ancora male o quando sarebbero guariti.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma, a stare tanto tempo con loro, cominciava ad apprezzare i mortali. Per lui erano stati, sin da quando aveva iniziato a comuffarsi tra loro, come una boccata di aria fresca, di certo meno complicati delle altre divinità, anche se erano molto più numerosi e a dir poco... Infestanti."A cosa pensi?" Chiese Jungwon.
"A niente di importante. Tu invece? Mi sembri pensieroso."
"A tante cose." Sospirò, il che fece capire a Jongseong che non dovevano essere pensieri piacevoli.
"Vuoi parlarne?"
"Non ti ho detto che puoi avere così tante libertà con me." Ringhiò il ragazzo.
"Ok. Se non vuoi, non fa niente. D'altronde non ho voluto dirti a cosa sto pensando io."
"Se non abbiamo niente da dirci, perché mi hai chiesto di uscire?"
"Ci deve essere sempre un motivo per tutto? Se mi piaci, voglio stare con te il più possibile."
"Beh io no."
"Allora perché hai accettato?"
Jungwon alzò le spalle. "Non saprei."
Fecero qualche altro passo, poi si fermò per riflettere un momento. Jongseong lo aspettò più avanti.
"È meglio che la smetti con tutto questo, Jongseong. Stai solo perdendo tempo... Io non sarò mai capace di ricambiare questi sentimenti. Credimi, ci ho provato tante di quelle volte...""Mai dire mai, Jungwon; tutti sono capaci di amare, chi più chi meno."
Il mortale riprese a camminare interdetto e si convinse che era meglio non ribattere, non avendo argomentazioni a riguardo, la via più comoda era il silenzio. Raggiunse Jongseong, poi rallentò l'andatura non appena gli era affianco.
"Tu non mi credesti se ti dicessi che non sei come tutti gli altri che ho frequentato."
"Assolutamente no. Lo dicono sempre tutti, per giustificare la loro inguaribile infedeltà." Dopodiché Jungwon gli afferrò la mano e si avvicinò a lui. "E dimmi... Perché mai sarei diverso dagli altri?" Lo provocò, fingendo di stare al gioco subdolo, che credeva che Jongseong stesse giocando. Era evidente che nella dolcezza della voce stava nascondendo lo scherno.
"Sempre a chiederti il motivo di ogni cosa..." Sbuffò seccato Jongseong. Si rifiutò di rispondergli e si lasciò distrarre da quella conversazione dalla visione di un condominio dall' altra parte della strada, con una scala di ferro che lo percorreva fino al tetto.
"Scommetto che sei stanco di camminare" cambiò discorso."Un po'..."
Sapeva che stava per aggiungere qualcosa, ma lo anticipò.
"Allora vieni con me."
Strinse la mano di Jungwon e lo condusse dall' altra parte della strada.
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanfictionJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...