CAPITOLO 4 - MORSI

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I giorni seguenti al contrario furono molto tranquilli.
Netsu cercò di evitare Seika e passare meno tempo possibile in camera. Cosa che gli risultò molto semplice visto che il moro sembrava impegnato a fare altrettanto.
Era quasi impossibile eppure erano riusciti a non parlarsi per tutta la settimana. In classe Seika lo ignorava come se non esistesse nemmeno e in camera erano rari i momenti in cui si incontravano.
Avevano orari di allenamento diversi e anche quando entrambi erano liberi Seika preferiva studiare in biblioteca e Netsu si rifugiava spesso nella camera dei suoi amici, come aveva fatto anche l'anno precedente.

Odiava stare solo, quando si ritrovava da solo, soprattutto la notte, senza avere niente da fare, la sua mente si riempiva di dubbi e di ansie. La paura di perdere tempo e di essere bloccato in una realtà che sentiva andargli stretta lo assaliva e gli toglieva il respiro.
Aveva bisogno di muoversi, sentiva la necessità di fare qualcosa, di non pensare.
L’adrenalina era la soluzione a cui ricorreva più spesso. Quando non aveva la possibilità di sfogarsi su un campo da basket faceva le cose più assurde e pericolose, dalle risse ad assurde prove di coraggio. Tutto pur di sentirsi vivo e in continuo movimento.
La paura di fermarsi lo prendeva allo stomaco e a volte gli impediva anche di dormire.
Recentemente suo padre gli aveva anche confiscato la moto dopo aver scoperto che la notte la utilizzava per delle corse folli per le vie della città.
Solo i suoi amici più stretti conoscevano questo lato della sua personalità.


Netsu iniziava a dubitare di essersi immaginato tutto, l’atteggiamento ambiguo di Seika e le sue strane proposte sembravano ora una cosa impossibile ed assurda. Se qualcuno glielo avesse raccontato non ci avrebbe mai creduto.
Certo anche lui ogni tanto esagerava dando libero sfogo alla sua passione per le cose pericolose e al suo bisogno di adrenalina, ma in fin dei conti era solo portare all’eccesso il suo carattere esuberante.
Invece Seika era un'altra cosa, sembrava possedere due personalità opposte. Un gelido Dottor Jekyll ed un arrapato Mister Hide.



Erano già passati più di dieci giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico e quel pomeriggio Netsu, di ritorno dalle lezioni, trovando nuovamente la sua stanza vuota iniziò a sentirsi turbato.
Un conto era voler stare da soli e un altro era evitarlo ad ogni costo. Non si ricordava nemmeno più quale fosse stata l'ultima volta che si erano incontrati fuori dall'aula.
Lui inizialmente non gli aveva rivolto la parola perché arrabbiato e voleva fosse il moro a parlargli per primo, magari per scusarsi e dargli una spiegazione per il suo comportamento, ma così non era stato e adesso Seika stava proprio esagerando.
Quella sera l'avrebbe affrontato, non gli importava a che ora sarebbe rientrato, lo avrebbe aspettato ad ogni costo e lo avrebbe costretto a chiedergli scusa.

Adesso aveva due ore libere prima dell'allenamento e non poteva certo restare in camera a non fare niente, di studiare non ne aveva la minima voglia. Aveva pensato di chiamare Shizuka, ma con lei aveva ben poco in comune a parte il sesso e a quell'ora lei non avrebbe mai acconsentito a farlo. Lei trascorreva i suoi pomeriggi a studiare o a qualche noiosa riunione del consiglio studentesco.
Netsu riteneva che passare il tempo a parlare di scuola o ancora peggio a studiare non facesse per lui, non riusciva a resistere più di 10 minuti senza annoiarsi.
Meglio andare a cercare uno dei suoi amici. Kata prima di tutti.

Arrivato davanti alla sua camera bussò e subito dopo si ritrovò davanti il compagno di stanza del suo amico con solo dei calzoncini bianchi addosso.
"Che cazzo vuoi?"
"Simpatico come sempre Takeji senpai"
Takeji, compagno di classe di Kata e quindi più grande di Netsu di un anno, era un bel ragazzo con lunghi capelli castani e occhi chiari. Era un ottimo giocatore di tennis. Sport ideale per lui, visto che era asociale ed estremamente egocentrico, secondo Netsu, non era adatto ad uno sport di squadra.
Vedendo che Takeji non accennava né a parlare né a spostarsi per farlo entrare, decise per una volta di mantenere la calma e provare con le buone "C'è Kata senpai?"
"Possibile che non hai niente di meglio da fare che venire qui a rompere i coglioni?"
Netsu non riusciva a capire perché Takeji fosse sempre arrabbiato con lui, forse perché essendo più basso non riusciva a guardarlo dall'alto in basso come faceva con tutti.
Stava per dargli una spallata ed entrare quando sentì la voce di Kata "Dai Takeji non fare lo stronzo, fallo entrare."
Takeji sbuffò e rientrò in camera lasciando libero il biondo di fare altrettanto.
Netsu rimase per un attimo sorpreso dalla scena che si ritrovò davanti: Kata era steso sul letto con solo i boxer addosso e Takeji era in piedi vicino a lui a torso nudo, con le braccia incrociate e una faccia molto arrabbiata, inoltre sul comodino c'erano degli strani tubetti.
Un dubbio gli invase la mente facendolo arrossire. "Scusate non volevo interrompervi. Me ne vado subito"
Kata vedendo la sua faccia scoppiò a ridere "Baka! Non è come pensi, Koan mi ha fatto una brutta entrata nell'ultimo allenamento e Takeji mi sta aiutando massaggiando il punto che mi ha colpito."
Anche Netsu scoppiò a ridere per il malinteso, mentre Takeji continuava a guardarlo male.
"Allora continuate pure …" così dicendo si mise a sedere sul letto libero beccandosi l'ennesima occhiataccia da parte del senpai.

Takeji riprese a lavorare sul quadricipite destro di Kata senza degnare più il biondo di uno sguardo.
Netsu guardandoli si sentiva quasi in imbarazzo e non riusciva a capirne il motivo, c'era una strana luce negli occhi chiari di Takeji che non riusciva a identificare.
Il filo dei  suoi pensieri fu interrotti dalla voce di Kata.
"Allora Nechan come va con il tuo nuovo compagno?"
Netsu sbuffò "E chi lo sa? Non lo vedo mai all'infuori delle lezioni e soprattutto non ci parliamo."
Kata era sorpreso "Come puoi non vederlo è il tuo compagno di stanza?"
L’altro alzò le spalle "Il giorno non c'è mai e la sera quando rientro in camera dorme già oppure è ancora fuori. Secondo me fa di tutto per evitarmi"
Takeji sorrise cattivo "Lo farei anch'io."
Netsu lo guardò male "Cosa vorresti insinuare?"
Il più grande si girò per guardarlo "Semplicemente che sei un casinista egocentrico fuori di testa che agisce sempre senza pensare alle conseguenze e se ne frega dei sentimenti degli altri…"
"Takeji!" Kata lo interruppe prima che si lasciasse sfuggire qualcosa di compromettente.
Takeji era uno dei pochi a conoscenza dei suoi sentimenti per Netsu.

Un anno prima, lo aveva sorpreso mentre sotto la doccia si masturbava chiamando il nome del biondo.
Quel giorno Kata aveva passato tutto il pomeriggio con Netsu e quando era ritornato in camera si sentiva terribilmente frustrato e aveva un gran bisogno di sfogarsi.
Essendo sicuro di essere da solo aveva deciso di farsi una doccia per rilassarsi e concedersi un po’ di piacere.
Mentre si masturbava aveva chiuso gli occhi per rendere la presenza di Netsu più reale.
Quando finalmente era venuto pronunciando il suo nome si era appoggiato alla parete e aveva riaperto gli occhi trovando Takeji sulla porta che lo guardava. Si era sentito sprofondare, ma la reazione di Takeji l'aveva spiazzato. Invece di prenderlo in giro aveva semplicemente detto "Cosa ci troverai in quell’idiota?".


Netsu si alzò in piedi "Hai qualche problema?"
Anche Takeji si alzò "Sì sei tu il mio problema. .."
"Basta! Mi avete rotto!" Kata era furioso.
Netsu e Takeji valutarono che far arrabbiare il rosso non era una buona idea.
Il biondo non riusciva a capire perché ultimamente Takeji ce l'avesse tanto con lui. Gli sembrava di non aver fatto niente per meritarsi un tale rancore.

Rimase nella camera dei due ragazzi circa un'ora nella quale lui e Takeji non persero occasione per punzecchiarsi.
Quando si salutarono Netsu disse a Takeji "Mi sa che quest'anno hai un rivale per il primato di più bastardo della scuola."
"Ringrazia Kata se ancora non ti ho spaccato la faccia."
Netsu ghignò "Lo sai che non chiedo di meglio."
Poi se ne andò.


Quando arrivò in camera trovò, con sua grande sorpresa, Seika che stava prendendo il necessario per il suo allenamento.
Netsu in un primo momento aveva deciso di ignorarlo poi però, vedendo che il moro non si era nemmeno girato sentendolo entrare, sentì la rabbia e la frustrazione assalirlo.
"Ogni tanto ci incontriamo."
Seika non gli rispose e continuò ad armeggiare con il suo borsone.
Netsu si infuriò, si avvicinò a lui e prendendolo per un braccio lo fece girare  "Rispondimi bastardo!"
Seika lo guardò negli occhi per niente intimorito dalla sua evidente collera "Perché dovrei?"
"Perché sono il tuo compagno di stanza. Stronzo!"
Seika ghignò "Non mi sembra un motivo sufficiente"
"A me invece sì! Come possiamo diventare amici se nemmeno ci parliamo?"
"Sei presuntuoso se pensi di poter diventare mio amico."
Netsu sentì il sangue arrivargli al cervello "Testa di cazzo! Il giorno che ci siamo conosciuti mi sei quasi saltato addosso e adesso fai come se non mi conoscessi nemmeno?!."
Seika sorrise "Allora è questo il problema"
Senza dare tempo al biondo di capire cosa stesse succedendo lo prese per un braccio e con uno strattone lo fece cadere sul letto.
Netsu si ritrovò steso sul materasso con Seika sopra. "Se vuoi essere scopato basta dirlo, non c'è bisogno di fare tanto chiasso."
Il biondo era allibito, Seika era riuscito ad atterrarlo. Però capì subito che non doveva preoccuparsi, non lo stava bloccando, avrebbe potuto liberarsi con facilità. Così decise di aspettare e stare al gioco per vedere dove voleva arrivare "Tu sei pazzo! Non ho mai conosciuto nessuno così lunatico."
Seika si aspettava di essere scaraventato a terra, ma visto che non era avvenuto poteva rischiare.
Si avvicinò al suo viso quasi a sfiorarlo "Però vuoi essere MIO ... amico".
Seika aveva spinto molto sulla parola mio per fargli capire bene cosa intendeva.
Netsu sentì un brivido percorrerlo e l'impulso improvviso di scappare, ma le parole di Kata gli risuonarono in mente. "Non sei una damigella indifesa. Non è facile farti fare ciò che non vuoi"
Doveva stare calmo e giocarsi bene le sue carte, forse quella era l'unica occasione per parlargli e cercare di migliorare la loro convivenza.
"Certo te l'ho già detto. Così non è divertente." Netsu si rese conto solo dopo averla pronunciata che forse quella sua risposta era un po' ambigua vista la loro posizione.
Seika sorrise "Non ti comporti più come una verginella isterica. Ti meriti un premio"
Si aspettava che Seika tentasse nuovamente di baciarlo, era già pronto a dargli una testata, ma il moro gli bloccò veloce le mani e si spostò di lato facendogli sentire i denti sul collo prima di prendere a succhiare.
Netsu fu preso alla sprovvista, sentì una piccola fitta di dolore mischiarsi a scariche di piacere e  la forte  eccitazione che lo attraversò lo lasciò sconvolto.

Seika si staccò e passò la lingua sull’evidente segno rosso prima di contemplare la sua opera.
Poi senza dire niente si alzò e raccolse la sua borsa pronto per andarsene.
Netsu era scioccato soprattutto dalla reazione del suo corpo, però si riscosse non appena sentì il peso e il calore di Seika abbandonarlo.
Vedendo che se ne stava andando fu assalito da uno strano bisogno di vendicarsi.
Si alzò fulmineo dal letto e senza dargli il tempo di reagire spinse Seika contro la porta ancora chiusa e lo ripagò con la stessa moneta. Prendendo a torturargli il collo, strappandogli un gemito.
Netsu sentendo quel suono spinse maggiormente Seika contro la porta e portò la sua mano fra i suoi capelli neri tirandoli per fargli inclinare maggiormente la testa di lato, mentre l'altra la posizionò sul suo addome per aumentare il contatto fra loro.

Seika sentì tutto il suo corpo fremere. Netsu riusciva a smuovere il suo solido strato di indifferenza.
Si stava eccitando e anche il biondo non era messo meglio. Sentiva la sua dura asta contro il proprio sedere.
Netsu passò la lingua lungo il collo del moro mentre Seika portò la propria mano fra i capelli del biondo trovandoli incredibilmente morbidi. Quel baka gli stava facendo perdere lucidità.

Netsu continuò a lambire quella zona del collo succhiandola e spostò la mano più in basso.
Quando sentì chiaramente l'eccitazione di Seika la realtà di quello che stava facendo gli piombò addosso con la potenza di uno schiaffo.
Si staccò e cercò di nascondere il suo turbamento. Per non sembrare troppo sconvolto disse con voce non abbastanza naturale "Adesso siamo pari"
Seika non voleva smettere, aveva una gran voglia di sbattere Netsu sul letto e continuare, ma era fin troppo chiaro che il biondo era turbato e non avrebbe acconsentito. Così senza neanche girarsi si limitò a dire "Forse"

Seika una volta fuori dalla stanza cercò di assumere nuovamente la sua maschera di freddezza anche con quella erezione che si ritrovava.
Gli serviva una bella doccia fredda. Avvertiva ancora la sensazione delle labbra di Netsu sul collo, così si portò una mano nel punto che ancora sentiva pulsare. Cazzo! Quel deficiente gli aveva lasciato un segno difficile da nascondere.
Poi sorrise ricordandosi che lui aveva fatto altrettanto.
Avrebbero sicuramente fatto parlare.

Adesso era sicuro che prima o poi Netsu sarebbe stato suo, quel baka non era  così etero come sosteneva, non gli era sfuggita la sua erezione.
Il suo piano stava procedendo nel modo giusto, anche se con qualche piccola variante dovuta all’imprevedibilità del biondino che lo rendevano ancora più interessante.
In quei giorni aveva fatto di tutto per evitarlo, per vedere come avrebbe reagito, per capire se avesse qualche possibilità.
E tutto era andato come aveva sperato, Netsu non era indifferente alla sua presenza. Adesso doveva solo forzargli un po' la mano.
Era ora di mettere in atto la seconda parte del suo piano per liberarsi della concorrenza.

Netsu era sconvolto, che cazzo aveva fatto?
Si era lasciato andare e si era eccitato con un ragazzo!
Se non si fosse riscosso e avesse dato retta ai suoi bassi istinti sarebbe arrivato fino in fondo?
Seika era riuscito a portare in superficie il suo lato nascosto, la parte che amava le cose pericolose e che seguiva sempre e solo l'istinto.

La frase che Seika gli aveva sussurrato al loro primo incontro iniziava a diventare una possibilità concreta ... sempre che non fosse prima lui a ... Netsu cacciò subito quel pensiero.
Impossibile! Quella di oggi era stata solo una madornale pazzia senza nessuna possibilità di ripetersi.
Tutta colpa dei suoi ormoni impazziti, erano giorni che non  faceva sesso. Doveva rimediare per non essere nuovamente preda di quella follia.

Intanto per cominciare poteva farsi una bella doccia per risolvere il suo problemino e schiarirsi un po’ le idee.
Visto che in camera era da solo poteva evitare darsi soddisfazione con calma.
Dopo essersi spogliato si infilò sotto il getto caldo e iniziò a massaggiarsi. Chiuse gli occhi e cercò di incentrare i propri pensieri su Shizuka, sul suo corpo e su quello che avrebbe voluto farle.
Era quasi arrivato al limite quando aprendo gli occhi vide la sua immagine riflessa nello specchio del lavandino. Un particolare gli saltò agli occhi, l'evidente segno sul suo collo…
Il ricordo di Seika che lo mordeva gli invase la mente, cercò di cacciarla, ma fu subito sostituita dal quella del moro bloccato contro la porta e le sensazioni che aveva provato lo assalirono.
Continuò a masturbarsi e dopo poco venne, però ciò che immaginò in quel momento non fu il corpo esile di Shizuka, ma una bellissima schiena magra e muscolosa e dei corti capelli neri.
Netsu imprecò cercando di riprendere fiato.
Quel bastardo stava piano piano avvelenando la sua mente, doveva trovare un antidoto prima che fosse troppo tardi.
Fino a qualche giorno prima non credava possibile poter venire pensando di scoparsi un ragazzo.

FRA UN MESE SARAI MIO (rivista e corretta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora