William
Non avrei mai capito i continui repentini cambi d'umore di Kara.
Sull'areo c'era stata una sorta di tregua, di affinità, ma adesso è come se mi volesse sparito dal pianeta Terra.
Bhe, quello lo vuole sempre, ma sono dettagli.
Eravamo uno di fianco all'altro, e Kara barbottava parole incomprensibili, ma credo erano insulti.
Arrivati davanti alla porta di camera nostra, Kara infilò la chiave nella toppa e la girò.
Una volta aperta, restammo entrambi di stucco.
Era una stanza enorme, nel lato destro c'era un letto a una piazza e mezzo, affiancato da un armadio ad una sola anta, mentre nel lato sinistro c'era una letto a una piazza con accanto una scrivania.
Le pareti erano di marmo lucido con venature che andavano a scemare dal nero intenso, al grigio chiaro.
Davanti a noi si presentò una enorme vetrata, che dava visuale alla piscina trovatosi dietro l'hotel e un pezzo della città di Las Vegas.
Puntai subito il letto ad una pizza e mezza, ma forse non solo io.
<<Quello è mio>>
Disse Kara, avvicinandosi al letto, che ovviamente avevo messo occhi io prima.
<<Cosa?! No, l'ho visto prima io>>
Dissi, mettendomi davanti a lei, con la braccia spalancate, per bloccargli il passaggio.
Lei roteò gli occhi e con scatto felino, passò sotto il mio braccio destro, e si tuffò nel letto.
Restai interdetto, ma non gliela avrei lasciata vinta.
Mi girai verso di lei con un sorrisino sulle labbra, e alzai su e giù le sopracciglia. Kara capì le mia intenzione, e infatti si coprì con il cuscino.
Mi tuffai sopra di lei, ma puntai le mani sul materasso altrimenti l'avrei schiacciata.
<<AA!! LEVATI DA DOSSO>>
Urlò Kara.
<<E tu levati dal mio letto>>
Dissi, iniziando a farle il solletico nei fianchi. Si contorciò tutta e aveva le lacrime agli occhi.
<<Mai!>>
Disse. Volse le gambe sul mio bacino, mise le mani sulle mia spalle e mi fece cadere all'indietro.
Sbattei la testa sulla tastiera del letto.
<<AHIA!>>
Dissi, toccadomi il tasto dolente della testa con le mani.
Kara incominciò a ridere, e io ripresi a rifarle il solletico.
<<BASTA!>>
Disse ridendo.
Cercava di spostarmi le mie mani dai suoi fianchi, ma ero troppo minute rispetto alle mie.
Il suo bacino si muoveva sul mio, e il centro del suo sesso sfregava col mio. Diventai rosso come un peperone, e lei se ne accorse.
Fece un sorriso timido, e si mise accanto a me.
Appoggiai le mani sul grembo, e calò un silenzio imbarazzante. Devo ringraziare il tempismo di chi bussò alla porta.
<<È aperto>>
Dissi, mettendomi seduto sul letto. Azione ripetuta anche da Kara.
Ugo entrò nella stanza, indossava un jeans blu e una camicia bianca.
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•Il grande colpo al Double Down Saloon•
ActionLas Vegas è una città tanto bella e travolgente quanto soggetta ad attentati nei suoi vari locali. Il Double Down Saloon è uno di questi. Lì dentro ci lavora Geroge Hallon, il narcotrafficante più influente della Las Vegas. Ma come ogni persona impo...