LVII

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Il tragitto fino al luogo dell'incidente era stato un susseguirsi di sospiri  e imprecazioni. Il paramedico al telefono non era stato molto specifico, anzi si era limitato a dire ben poco lasciando Nadia in una bolla soffocante di paura e ansia .
Era andava via di corsa dicendo a Magda di avere un impegno urgente,lasciando la donna con mille domande che si scontrarono contro il legno della porta di casa ormai chiusa.
La sua meta distava solo pochi chilometri dalla loro abitazione,ma le sembrò che il paesaggio intorno a lei scivolasse con una lentezza assurda,lasciando che il tempo scorresse pigramente.
Giunta sulla stradina che portava alla piazza principale del paese dovette fermarsi e parcheggiare l'auto . La via normalmente deserta era piena di persone accorse lì per appagare la loro curiosità. Scese dal veicolo con gambe tremanti guardandosi intorno alla ricerca di Dominic.
C'erano persone ovunque,chi allungava il collo per avere una visuale migliore del luogo dell'incidente ,chi invece parlottava animatamente con il proprio vicino  enunciando pareri e commenti,come se d'un tratto tutti fossero diventati degli esperti in materia.
La ragazza fece vagare lo sguardo soffermandosi sul dispositivo lampeggiante che rifletteva ad intermittenza luci rosse e blu sul palazzo bianco .
Strinse i pugni e con gli occhi puntati sul suo obiettivo,sorpassò i curiosi e a pochi passi dal mezzo di soccorso lo vide.
Dominic era sdraiato sul lettino.
La pelle del viso aveva perso il suo colorito olivastro mostrando una tinta pallida, quasi esanime che era in netto contrasto con la striscia di sangue che che aveva eluso la garza e attratta dalla forza di gravità era finita tra i suoi capelli.
Accanto a lui un uomo e una donna si affaccendavano per dargli le prime cure.
Nadia si sentì improvvisamente non in grado di continuare il suo tragitto fino a lui. Arrestò il suo cammino a pochi passi osservandolo da lontano. La sua gamba destra era stretta da bende elastiche e la fascia sulla testa era già macchiata da una chiazza rossa dai bordi frastagliati.
Dopo qualche secondo si avvicinò e sentì il cuore perdere qualche battito. Allungò una mano fino a toccare il braccio dell'uomo che aprì gli occhi e si voltò lentamente verso di lei. Con la stessa lentezza allargò le labbra in un sorriso tirato che subito si trasformò in una smorfia di dolore.
<Non fare quella faccia.>Disse tossicchiando e sforzandosi di apparire  tranquillo<Non è così grave come sembra.>aggiunse portandosi una mano sul torace.
Se respirare gli faceva male,parlare gli causava fitte di dolore come lame affilate conficcate nel suo petto.
Nadia scosse impercettibilmente la testa incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
<Signora?>il soccorritore richiamò la sua attenzione senza però ottenere alcun risultato<Signora.>La chiamò ancora poggiando una mano sulla sua spalla.
Quel tocco inaspettato fece sobbalzare Nadia che puntò il suo sguardo sullo sconosciuto vestito di arancione<Dobbiamo portarlo in ospedale.>la informò spostando le mani sulla sponda della barella pronto a spingerla verso il mezzo.
<Co... Come sta?>Balbettò risvegliandosi da quello stato di torpore.
<Ha una gamba rotta,qualche costola fratturata,ma quello che mi preoccupa è la ferita alla testa. Dobbiamo fare subito una tac per escludere una emorragia cerebrale.>
La ragazza sgranò gli occhi ancora più preoccupata di prima e si girò di nuovo per guardare Dominic che non aveva neanche più la forza di alzare le palpebre, diventate ormai troppo pesanti.
<Signora per favore si faccia da parte.>l'uomo con una spinta la spostò quel poco che bastava per permettergli di svolgere il suo lavoro.
<Va tutto bene Nadia..>La rassicurò con voce roca Dominic prima di sparire nell'ambulanza. Dopo qualche attimo il veicolo partì a tutta velocità con il suono della sirena a fargli da accompagnamento.
<Signora è una parente? > Si sentì chiedere da una voce maschile alle sue spalle.
Si voltò per trovarsi faccia a faccia con un agente che stringeva tra le mani un blocchetto e una penna
<Si >Disse con un filo di voce.
<Che lei sappia qualcuno può avercela con il signor Dominic?> Le chiese guardandola dall'alto degli occhiali da sole .
Nadia sbatté più volte le palpebre cercando di trovare una senso a quella domanda. Perché mai qualcuno dovrebbe prendersela con Dominic?!
<Signora mi sente?>chiese avvicinandosi di qualche passo e sventolando una mano davanti al suo viso per richiamare la sua attenzione. La ragazza alzò lo sguardo sull'agente con una sensazione di oppressione al petto e faticava persino a respirare.
<Ascolti signora >l'uomo mise il blocchetto tra il braccio e il torace e si concentrò sulla donna di fronte a lui<Capisco che lei possa essere sotto shock ma io devo continuare a svolgere il mio lavoro. Quindi perché non fa un respiro profondo e cerca di calmarsi.> Disse mal celando il tono di voce scocciato.
Nadia annuì debolmente e incamerò quanta più aria possibile seguendo il suo consiglio,poi la spinse fuori liberando completamente i suoi polmoni.
<Bene> Asserì l'uomo riprendendo il piccolo block notes e aggiustando gli occhiali sul naso <Ricominciamo. Vorrei sapere se il signor Dominic Busio ha qualche nemico o comunque qualcuno che potrebbe avere l'intenzione di ferirlo?>
<Impossibile>rispose istintivamente<impossibile> Ripetè alzando la voce per confermare quanto assurda potesse essere quell'affermazione. <È l'uomo più buono che io conosca e non solo perché è mio parente,ma lo è davvero. Non ha mai litigato con nessuno. E poi è pressappoco un anno che ci siamo trasferiti qui,eccetto che per la spesa e poche altre cose trascorre il suo tempo in casa.>
<Capisco.>Disse l'agente con un angolo della bocca alzato, troppo abituato a sentire quel genere di cose.  Finì di scrivere e ripose la penna nel taschino.
<Perché?>Domandò la ragazza.
<Perché cosa?>
<Perché chiedermi se ha qualche nemico?>
L'uomo si tolse gli occhiali quasi infastidito e si leccò le labbra riflettendo su quali parole usare. La ragazza di fronte a lui era già molto scossa,le mani, anche se serrate a pugni ,tremavano visibilmente così come erano evidenti i piccoli spasmi sul suo viso ,segno che stava faticando a trattenersi dal piangere. Non voleva di certo vedersela svenire  davanti e così avere un ulteriore  impiccio da sbrigare.
<Vede signora in base ai primi accertamenti sembra che si tratti di un evento premeditato. Certo siamo ancora solo agli inizi,ma...>
<Premeditato? >Chiese interrompendolo.
L'agente sbuffò sonoramente<Le dichiarazioni dei tre testimoni coincidono, così come i segni sull'asfalto >
Nadia seguitò a fissarlo come se avesse iniziato a parlare improvvisamente una lingua sconosciuta.
Aveva le gambe tremolanti e continuava a torturarsi le mani nel vano tentativo di mantenere un certo grado di razionalità.
<Signorina è così mi dovete credere.> Un uomo che si era tenuto fino ad allora a debita distanza aveva sentito il dovere di intervenire. <Dovete credermi> continuò l'anziano con i baffi bianchi. Era un uomo alto,di circa settant'anni,con una coppola beige sulla testa e un sigaro tra le dita.<io ho visto tutto. Vedete.>Indicò un punto alle spalle dell'agente.< Proprio là tra l'auto bianca e l'inizio dell'incrocio c'era un'altra auto parcheggiata. Avevo comprato il quotidiano e stavo tornando a casa come faccio ogni giorno,ma quando stavo camminando lì vicino ho sentito il rombo forte di un motore che mi ha spaventato,poi lo stridio delle ruote è stato così acuto che mi hai quasi rotto i timpani. Comunque mi sono voltato proprio nel momento in cui il suv è partito a tutta velocità. Dopo c'è stato una specie di boato e ho solo visto quel povero uomo volare letteralmente  in aria per poi sbattere al lato del marciapiede. La cosa più strana però è che quell'auto non ha rallentato neanche un po' anzi ha accelerato per poi sparire alla fine della strada.>
Nadia trovò sostegno sul lampione al suo fianco al quale si appoggiò cercando di mantenere l'equilibrio e di non cedere alle vertigini. Il mondo aveva preso a vorticare davanti ai suoi occhi dandole un senso di nausea.
<Va bene così>Disse il vigile al signore che subito indietreggiò allontandosi un po' da loro.
<Chi? Chi è stato?>
<Questo non lo sappiamo ancora. Le persone che abbiamo ascoltato hanno detto di non aver visto alcuna targa,quindi immaginiamo che l'abbiano coperta o l'abbiano eliminata del tutto. Il collega sta facendo il giro dei locali commerciali lungo la strada per poter visionare le immagini delle videocamere di sorveglianza sperando possano darci più indizi>La informò senza in minimo di empatia.
<Quindi qualcuno ha cercato di....>
<È ancora presto per dirlo con certezza,ma stando alle prove che abbiamo in mano al momento pensiamo si tratti di un tentato omicidio e che l'aggressore si sia dato alla fuga.>
Nadia alzò lo sguardo sull'uomo in divisa e quel semplice gesto le procurò un nuovo capogiro.
Tentato omicidio.
Tentato omicidio.
Tentato omicidio.
Quelle due parole si ripetevano nella sua mente come un circolo vizioso interminabile.
Qualcuno aveva davvero tentato di uccidere Dominic? Qualcuno lo voleva morto? Mentre cercava di dare delle risposte a quelle domande il senso di colpa iniziò ad infiltrarsi tra i meandri più profondi della sua mente,facendosi strada sempre più velocemente nella sua coscienza. Quel senso di colpa stava divorando voracemente ogni suo organo regalandole un dolore che non aveva mai provato prima.
L'uomo in divisa si dileguò in fretta avendo concluso il suo compito e lasciandola lì con l'inquietudine di quella consapevolezza a corroderle l'anima.
Ben presto il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal suono del suo telefono.
Con lo sguardo fisso sull'asfalto accettò la chiamata e lo avvicinò all'orecchio.
Nessuna voce, ad interrompere il silenzio solo deboli singhiozzi.
<Magda che succede?>Chiese risvegliata da quei suoni come da un secchio di acqua ghiacciata sul viso.
<Nadia>Disse tra i singulti la donna<Nadia.>Ripetè con la voce spezzata<La bambina.... La bambina .... Non c'è più.>
<Di che cosa stai parlando?>
<Era qui. Lei era qui.>disse Magda senza fiato<Qualcuno l'ha presa. Hanno preso Clarissa.>
All'istante il vociare delle persone intorno a Nadia svanì sostituito da un assordante ronzio che sembrava trapanarle i timpani. Ogni altra cosa aveva cessato di esistere. Un'ondata bollente partì dal torace invadendo ogni parte del suo corpo,come un fiume di lava incandescente.
Alzò la testa e si guardò intorno impaziente,poi quando i suoi occhi si posarono sui due uomini vestiti di nero,la verità si palesò davanti a lei in tutta la sua crudeltà. Così si lasciò cadere a terra priva di forze.
Solo in quel momento si rese conto che era stato tutto un gioco. Un maledetto piano messo in atto da Antonio .
Gli uomini che Nicolas aveva mandato per proteggerli l'avevano seguita,lasciando la casa incustodita così come i suoi abitanti. Aveva abbandonato la sua bambina,lasciandola senza alcuna difesa.
La sua bambina.
Doveva trovare la sua bambina.

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