Da piccola ammiravo le costellazioni insieme a mia zia. Passavamo intere serate all'aperto a guardarle senza annoiarci mai. Mi sentivo al sicuro tra le sue braccia, protetta da qualunque cosa accadesse. Qualunque cosa facessi, sapevo di potergliela dire.Eppure ora, un nodo alla gola mi blocca, perché, in fondo, "diventa reale solo quando lo dici ad alta voce."
La mattina mi sembra più pesante del solito, mentre la sveglia suona per la terza volta. Decido di alzarmi e di farmi una doccia per schiarirmi le idee.
Dopo essermi asciugata velocemente, noto che il tempo scorre stranamente lento, come se ogni secondo durasse il doppio. Mi infilo l'uniforme, scendo le scale con lo zaino in spalla e trovo Francesco ad aspettarmi in fondo.
"Hey Moon, buongiorno," mi sorride allegro. Mormoro un semplice "giorno" mentre vado in cucina e abbraccio mia zia. Dio, ne avevo bisogno. Tra le sue braccia, il tempo riprende a scorrere normalmente.
"Hey amore, buongiorno," mi accarezza i capelli e quel contatto mi alleggerisce leggermente il peso che porto sullo stomaco. "Buongiorno." Le do un bacio sulla guancia e poi esco con Francesco.
Appena faccio un passo fuori casa, quel peso ritorna, facendomi sentire stanca. Ho una gran voglia di scappare di nuovo nel mondo di Morfeo, e così, non appena saliamo sull'autobus, mi addormento quasi immediatamente, senza nemmeno far caso alla spalla su cui mi appoggio, pensando fosse quella di Francesco.
"Gioiellino, va tutto bene?" Sbattendo le palpebre in uno sbadiglio, cerco di orientarmi. Dove sono? Chi sono? E perché sono qui? Il sonno mi annebbia ancora la mente, ma sento delle mani familiari accarezzarmi i capelli, facendomi sentire... protetta.
"Gioiellino?"
Mi alzo di scatto e vedo Jack guardarmi con uno sguardo che non riesco a decifrare.
"Scusa," biascico, arrossendo, poi prendo Francesco per il polso e lo trascino fuori dall'autobus.
"Perché non mi hai svegliata!" mi accascio a terra, le mani sul viso, la schiena appoggiata all'armadietto e le ginocchia al petto.
"Sembravi stanca stamattina, volevo lasciarti un po' in pace," mormora giustificandosi, mentre Kessie ci guarda confusa.
"Che è successo?" chiede guardando me e poi Francesco.
"Mi sono addormentata sulla spalla di Jack..." mormoro, e sento Kessie trattenere le risate.
Sento ancora la sensazione di pace mentre le sue dita si intrecciavano nei miei capelli... perché l'ha fatto, accidenti!
"Dai, Moon, almeno non era uno sconosciuto! Pensa se fosse stato un vecchietto," ridacchia Kessie.
"Beh, un vecchietto non lo avrei visto tutti i giorni..."
Al suono della campanella mi faccio forza, saluto i miei amici e vado a lezione di geostoria.
Mi siedo al mio posto, pronta a dormire per un'ora intera, ma mi ritrovo davanti una verifica.
Sgrano gli occhi: una verifica? Accidenti, ieri ero completamente distratta... non so nulla.
Il panico inizia a crescere. Guardo l'orologio: sono già passati 30 minuti. Com'è possibile?!
Il fiato accelera. Ho 20 minuti, non so un accidenti e se mi mette un voto basso ci vorranno mesi per recuperare!
Le mani iniziano a tremarmi.
No, non ora, non qui. Non posso avere un attacco di panico davanti a tutti.
Mi alzo di scatto e senza pensarci due volte esco dall'aula, lasciando il professore confuso.
Mi ritrovo in un'aula vuota, davanti alla finestra, con le mani sul davanzale, cercando di calmare il respiro. Sento le gambe cedere e le mani strette in pugni mentre un senso di nausea mi assale.
Mi siedo a terra, incapace di reggermi, le ginocchia al petto...come se dovessi proteggermi da una realtà che non sembra la mia.
Poi, due mani si poggiano sulle mie spalle. Mi irrigidisco. Perché continuano ad arrivare tutti da dietro?
"Tranquilla, sono io," mormora Jack, abbracciandomi e stringendomi contro il suo petto. "Respira... concentrati sul mio battito." Si guarda intorno, cercando un argomento per distrarmi.
E seduto con me in mezzo alle gambe e, stranamente, sembra sapere ciò che sta facendo.
Il suo sguardo si posa sulla lavagna. Siamo nell'aula di astronomia.
"A te piacciono le stelle, giusto? Le costellazioni... come dicevi tu, 'siamo tutti stelle create per formare una costellazione quando ci-'..."
"Ci leggiamo a qualcun altro," mormoro, finendo la frase. Il respiro si calma leggermente.
"Brava, gioiellino, continua a concentrarti sul mio battito."
Faccio come dice. Ascolto il suo cuore battere, ascolto il suo respiro lento e cerco di sincronizzare il mio.
E il tempo si ferma tra le sue braccia. Il peso sul petto svanisce al ritmo delle sue mani tra i miei capelli, e per un istante ho l'impressione folle di aver trovato la mia costellazione.
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Don't Leave Me Again
Romance"non credo nel "felice e contenti" a mala pena credo nel vero amore ma è mentre lo guardo ngli occhi che spero che non mi abbandoni di nuovo" Moon Black è una ragazza forte con piccole debolezze. Odia il suo nome, ma non sa ancora il suo significato...