19 - Jiselle

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Mingi, in quel momento, strappò il silenzio come avrebbe fatto con un foglio ed entrò in salotto di corsa, con la gioia che gli si leggeva dietro gli occhiali negli occhi marroni scuri scintillanti. Entusiasta a dir poco, teneva in mano quella che doveva essere una camicia nera. "Guardate cos'ho trovato!" esclamò, spiegando il tessuto nero e rivelando un corsetto nero e con ricami dorati, e infatti una camicia nera.

I ragazzi spalancarono la bocca e si guardarono a vicenda, mentre io rimasi interdetta per un momento. I corsetti non erano per le femmine? Boh. Ma quello non sembrava nemmeno molto femminile, a dire il vero. Wooyoung fu il primo a parlare, esclamando anche lui: "Mi erano mancati! Dove li avete buttati questi poverini?", poi si alzò ed esaminò il tessuto con le dita.

"Santo cielo," disse Hongjoong alzandosi a sua volta e camminando verso Mingi e Wooyoung. Il volto gli si illuminò e sorrise ampiamente. "Me n'ero quasi dimenticato!" prese tra le mani il corsetto nero e dorato. Poi, vedendo il mio stupore di striscio, aggiunse: "Questi cosi li usavamo per le cosiddette occasioni importanti," mi spiegò indirettamente.

"Dovremmo metterceli, giusto per vedere se ci stanno ancora," suggerì San, che si stava velocemente facendo prendere dall'idea.

"Esatto. Mingi, dove li hai trovati?" chiese Seonghwa, dicendo implicitamente che sarebbe andato lui a prendere tutti i vestiti. "In un mobile vicino alla dispensa, giù," disse Mingi intento a rimirare quello che doveva essere il suo corsetto, lasciando in disparte la camicia appoggiata sull'avambraccio.

Mi alzai a mia volta e mi avvicinai di qualche passo, sbirciando da sopra la spalla del ragazzo. "Dove li avete presi?" chiesi, facendo fare un salto indietro a Mingi per la mia apparizione improvvisa. Lui si portò una mano al petto, calmando il suo battito impazzito. Poi rispose, riacquistando fierezza: "Li ha fatti mia nonna. Era una sarta fantastica."

"Vedo. Sono molto belli" dissi e poi mi persi ad ammirare il tessuto. Davvero doveva essere straordinaria, quella donna. Il corsetto non aveva neanche una piega, i lacci dietro erano perfettamente lucidi e il tutto era incredibilmente pulito, al contrario di quanto ci si sarebbe aspettato da dei corsetti che erano rimasti chissà quanto tempo chiusi in una cantina.

Più lo ammiravo, più notavo dei dettagli. Sui polsini della camicia c'erano cucite delle piccole lettere bianche, che distinsi come SM. Presa dalla curiosità, indicai il polsino ricamato e chiesi: "Cosa vuol dire?". Mingi mi guardò con un sorriso ampio. "Le mie iniziali. Song Mingi" rispose orgoglioso di sé stesso, per poi aggiungere: "Ci sono su quelle di tutti, giusto per distinguerle." Capii che si riferiva alle camicie.

In quel momento, entrò Seonghwa sommerso di tessuto nero e buttò tutti i vestiti per terra, fingendo stanchezza. Mise le mani sulle ginocchia e sospirò. "Ecco i vostri maledetti vestiti" disse, imprecando a bassa voce, con un atteggiamento che fece impazzire Wooyoung dalle risate. Uno ad uno, a parte Mingi e io, i ragazzi si inginocchiarono per trovare i loro rispettivi vestiti.

Ne rimase per terra solo uno, più piccolo degli altri. Mingi sbatté le palpebre, confuso, per poi raccogliere le ultime cose rimaste per terra e dando a me i suoi vestiti. Arrossii leggermente quando realizzai che avevano ancora il suo profumo addosso.

"Starebbe bene a te," disse, esaminando prima me e gli ultimi vestiti che erano stati prima abbandonati per terra. Poi si mise a guardare la camicia, che non aveva nessuna cucitura sul polsino, e gli si illuminarono gli occhi. "Ah, adesso mi ricordo. Questa era tipo la prima prova che la nonna aveva regalato a Jongho, ma visto che era da donna l'abbiamo scartata. Per te." disse lanciandomi addosso i vestiti più piccoli e riprendendosi i suoi.

Rimasi stupita ed immobile per un attimo, indecisa sul da farsi, con Mingi che mi guardava con un sopracciglio inarcato. La maggior parte dei ragazzi o erano spariti nella propria camera o nel bagno a cambiarsi, ed eravamo rimasti in quattro in salotto. Hongjoong si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla. "Lascio a te la camera."

Strinsi i vestiti al petto e mi decisi a salire in camera, chiusi la porta dietro di me, e un po' a disagio cominciai a spogliarmi. Per un attimo, quando rimasi in reggiseno, osservai il mio corpo di striscio allo specchio prima di infilarmi la camicia e cominciai ad abbottonarla, o almeno ci provavo perché non avevo mai messo una camicia. Dopo un po' d'esitazione riuscii finalmente a chiuderla, ma una cosa che non sapevo fare era mettermi il corsetto addosso.

Me lo infilai, leggermente in imbarazzo di fronte a me stessa, e cercai un modo per non spezzarmi la spina dorsale per allacciarlo. Ma non riuscivo a fare un nodo perché o avevo le braccia corte o le mani troppo piccole, insomma venne fuori un casino da cui non avrei potuto uscire senza l'aiuto di qualcun altro.

Immaginai per un attimo farmi allacciare il corsetto da Hongjoong, o peggio, da Seonghwa. Chissà come ci saremmo entrambi vergognati di noi stessi se fosse mai successa una cosa così.

Sentii dei passi fuori, e per un attimo credetti che qualcuno fosse venuto a darmi una mano, ma poi scossi la testa e tentai di fare un nodo con una mano sola, arrivando fino a toccarmi la schiena da dietro. Sapevo che era una cosa stupida ma dovevo farcela, in qualche modo.

I passi si fermarono e sentii qualcuno bussare alla porta. Un po' irritata, gridai da dentro: "Chi sei?!" I ragazzi sapevano che nel mio linguaggio poco comune quello era un "avanti", quindi la porta si aprì, rivelando un Seonghwa che si sarebbe volentieri sepolto vivo al posto di essere lì, a giudicare dal rossore delle sue guance e dalla sua esitazione. Chiuse la porta dietro di lui e camminò verso di me, fermandosi dietro la mia schiena. "Mi ha detto Joong di aiutarti" si giustificò imbarazzato.

Annuii leggermente e abbassai la testa. Mi venne da chiudere gli occhi. Lo stomaco mi si strinse in un nodo quando le sue mani mi sfiorarono, sembrava che potessi sentirne il calore che attraversava il tessuto dei miei vestiti per farmi riscaldare ancora di più. Lui fece senza proferire parola, sentivo il suo sguardo freddo e penetrante che mi pugnalava da parte a parte come una coltellata. Quasi soffocai quando mi allacciò il corsetto.

Quello metteva in risalto tutte le mie curve. Forse sarebbe stato meglio essere l'unica che non ha questo coso addosso, piuttosto che andare in giro così, mi dissi mentre mi guardavo da diverse angolazioni per vedere com'ero. Poi notai che lo sguardo di Seonghwa si era abbassato sul mio petto, inevitabilmente rialzato dal corsetto. Arrossii e mi girai dall'altra parte. 

Lui appoggiò le mani sulle mie spalle, massaggiandole leggermente per... rassicurarmi? Arrossii violentemente quando mosse le mani più in basso fino a raggiungere la mia vita e tenerla con tocco gentile. "Sì. Scusa per tutto." Alzai un sopracciglio e la testa, e lo fissai davanti allo specchio mentre si chinava sul mio orecchio.

Io nostri vestiti erano più o meno uguali. Dovevo ammettere che così eravamo veramente simili. Seonghwa socchiuse gli occhi e mi girò verso di lui, i nostri corpi ora premuti l'uno contro l'altro. Dopo un po' di silenzio, mi abbracciò improvvisamente, affondando il viso nel mio collo in un gesto quasi disperato. "Mi dispiace. Non dicevo seriamente."

Capii che si riferiva al fatto che mi aveva detto che Haneul era meglio di me e che io ero peggio di Haneul (stessa cosa) e la mia espressione si addolcì. Gli misi le braccia al collo e lo strinsi a me.


JEALOUS BOYSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora