Capitolo 29

240 16 3
                                    

Show me your perfection

I'm a flawful man

I'm a flawful man

I'm a flawful man

I need you to feel complete

Flawful Man, Joy and Grief

Fingevo di sonnecchiare, ma in realtà ascoltavo tutto.

Rob era rannicchiato sulla poltrona nel soggiorno della nostra suite.

Stavolta, non c'era stata nessuna confusione nella distribuzione delle camere. Arrivati a Denver per il quarto concerto del tour, dopo esserci esibiti a Tucson e Albuquerque, l'hotel ci aveva dato il suo unico attico. Era dotato di un grande soggiorno, quattro camere da letto e due bagni. Io e Blade ne condividevamo uno, Joel e Robbie si erano presi l'altro.

Era pomeriggio ed avevamo appena finito una prova sul palcoscenico. Mancavano ancora ore al nostro debutto e ognuno aveva organizzato il proprio tempo come credeva. Blade si era ritirato in camera, Joel era andato da qualche parte con Addie ed io mi ero appisolato sul divano.

Quando Rob si era seduto sulla poltrona chiacchierando al telefono con Danny, mi ero svegliato. Spiavo la sua conversazione da quel momento.

«Davvero? Willy è stato adottato? Sono così contento, era già vecchiotto e avevo paura che restasse al canile per sempre». Non si erano detti niente di che, avevano discusso del più e del meno, sui genitori di Danny che il ragazzo era andato a trovare a San Francisco (a quanto pare si sarebbe fermato lì per un po' per ingannare la solitudine) e sull'ansia di Rob in vista del prossimo concerto.

Non sentii quello che disse Mr. Perfezione all'altro capo del telefono, ma fece sorridere Robbie. Lo vidi tra le palpebre socchiuse e mi provocò un irrevocabile moto di gelosia.

Il bacio era accaduto sei giorni prima, ma ci ripensavo ancora. L'avevo desiderato sin dal primo momento in cui l'avevo rivisto. Mi ero trattenuto, concedendomi solo qualche battutina maliziosa e qualche tocco indiscreto. Ma vederlo così in difficoltà?

Mi aveva riportato indietro di anni... al nostro primo e ultimo Capodanno insieme.

Allo scoccare della mezzanotte, ero io, quello con il respiro mozzato.

Ero io, quello che aveva bisogno di un rimedio per non pensare.

Ed era lui, quello che mi aveva dato un pezzo di sé per dimenticare.

***

Se c'era una festa che odiavo era Capodanno.

Ancor di più del Natale, ancor di più di Halloween.

Che inutile spreco di gioia festeggiare l'inizio di un anno più vicino alla morte.

Un altro anno di merda. Altri mesi di merda. Altri giorni di merda.

Erano passate solo poche ore dall'inizio della festa e già volevo andarmene. L'unica cosa che mi costringeva a rimanere era il mio angelo.

Lui si stava divertendo. Rideva in mezzo alla folla, volteggiando leggiadro insieme a Miki e Stella nel salotto di Joel, divenuto temporaneamente una pista da ballo.

Era così bello, il mio Robbie.

Aveva una corporatura sottile, adatta ad essere abbracciata.

I fianchi erano così stretti che i pantaloni gli scendevano. Più di una volta avevo visto di sfuggita il tessuto dei suoi boxer.

E le sue labbra? Erano così invitanti. Desideravo da tutta la serata avvicinarmi e prenderne un assaggio.

How to love Phoenix Kant [Trilogia How To #2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora