Capitolo cinquantanovesimo

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-Non c'è altro modo?- chiesi per l'ennesima volta a Dylan.

Scosse la testa.

Oddio.

-Mi spiace avervi coinvolto nei miei problemi- sussurrò Laura abbassando il volto.

-Non è colpa tua e lo sai. Il tuo caso è una conseguenza degli altri. Comunque sono felice di averti aiutato in parte.- sospirai sedendomi per terra.

-Kyle credo davvero che tuo padre è coinvolto in tutto questo, sennò non si spiega- ruppe il silenzio Dylan.

-Ne sono già al corrente-

-E se...chiedessimo aiuto a "lui"- propose Laura.

Mi voltai di scatto verso di lei.

-Col cavolo! Non se ne parla neppure! Tu non sai che accadrebbe se rifiutasse!- ruggii.

-Sarebbe un rischio che vale la pena correre- si alzò Dylan cominciando a girovagare per la stanza.

-Voi due siete pazzi a solo pensarlo- mormorai incredulo.

-Parli tu- ribatté Dylan.

Dovremmo chiedere aiuto a "lui"?!

Ok, è imparentato con lo zio di Laura, ma ci sono fin troppe altre cose da considerare.

-Dici che sanno già di Sara?- chiesi cercando di non far tremare la voce.

Fallendo.

-Tuo padre no, ma mio zio palese- sospirò Laura.

-Kyle?- mi richiamò Dylan.

Alzai lo sguardo.

-Abbiamo bisogno degli altri. Sono nostri fratelli e non li puoi tagliare fuori. La cosa riguarda anche loro. Sta a loro decidere.-

Scossi violentemente la testa -Non ancora.- mormorai alzandomi per poi sparire dalla loro vista.

Lo so.

Eccome se lo so.

Ma c'è ancora quella piccola speranza di riuscirci da solo e non farli coinvolgere nei miei casini.

Non può sempre averla vinta, dannazione!

Affrettai il passo imboccando una via isolata che porta sul lungofiume.

Arrivato lì rallentai il passo senza staccare gli occhi dall'acqua.

Non sono pronto per domani.

Un altro giorno lontano dai miei amici.

Probabilmente loro non mi considerano più un amico.

Quanto li capisco.

E...Sara.

Quanto mi manca, come l'aria.

Non c'è giorno in cui non penso a lei.

Dal tuo punto di vista quello che sto facendo è sbagliato, lo so.

Ma ti amo troppo per coinvolgerti.

Solo...

...non odiarmi troppo.

Il giorno dopo mi "svegliai" con delle occhiaie fin troppo visibili.

Sembra quasi che abbia fatto a pugni.

Sospirai lavandomi la faccia con dell'acqua gelida per tornare in me.

La doccia l'ho fatta ieri.

Mi lavai i denti e tentai, senza ovviamente riuscirci, di domare la mia chioma folta.

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONODove le storie prendono vita. Scoprilo ora