Eravamo in cerchio in quella stanza e ci fissavamo gli uni con gli altri, perplessi. Probabilmente alcuni di loro non sapevano nemmeno dell'esistenza dell'altro nonostante avessimo condiviso per anni gli stessi corridoi e le stesse classi.
Era un esperimento sociale, aveva detto il professor Castro. Ma che razza di diavoleria si era inventato per poter anche solo sperare che la cosa funzionasse?
Andrew Castro non era un normale professore di studi sociali, rientrava in quel genere d'insegnanti che raramente incontri nel corso della tua carriera scolastica, quello che trovi simpatico e per il quale non devi sforzarti di ridere se per caso tenta di fare una battuta.
D'altra parte però quelli come lui sono i più fastidiosi, perché alla fine, una volta ottenuta la tua ammirazione, la sfruttano a loro favore coinvolgendoti in cose in cui non ti saresti mai aspettata di finire.
«Vi starete chiedendo perchè proprio voi sei vi trovate qui dentro» commentò con un sorriso furbo che gli increspava le labbra «prima di tutto perché vi servono questi punti di credito» aggiunse.
Una grande mano scattò verso l'alto, ma il suo proprietario parlò prima che gli venisse dato il consenso «in realtà a me non servono, io sono nella squadra di calcio. Quindi posso andare?» disse alzandosi dalla sedia, che era proprio di fronte alla mia.
«Rimani dove sei Harry» lo riprese il professore «se vuoi passare il mio corso, devi essere qui» i suoi occhi rotearono e sbuffò scocciato incrociando le braccia al petto, mi rivolse un'occhiata annoiata facendo schioccare le labbra con disappunto. Tipico di Harry Styles, pensare di essere l'unico individuo esistente sulla faccia di questo pianeta, probabilmente era l'unica nota stonata di tutto il gruppo, dopo Lissa Hale s'intende.
«Dicevo» riprese Castro «come vi ho già accennato in classe, questo è un esperimento sociale che ho proposto alla preside come attività extrascolastica. Lo scopo è, aiutare i ragazzi a relazionarsi tra di loro. Ragazzi completamente diversi, che all'apparenza non hanno nulla in comune» Harry Styles fece un verso tra una risata e un lamento.
«All'apparenza?» aggiunse, come se quella costatazione lo divertisse e disgustasse al tempo stesso. Il suo sguardo si posò nuovamente su di me e avrei voluto tanto chiedergli che diavolo avesse da guardare tanto, non eravamo sullo stesso piano sociale: okay. Ma non aveva alcun bisogno di sottolinearlo, ne ero già a conoscenza.
Lissa sembrava d'accordo con lui, tipico. Loro due erano uno dei più grossi cliché sociali esistenti nelle scuole dai tempi in cui avevano abolito le classi uniche ed erano spopolate quelle miste maschio-femmina, rientravano nella storia e nemmeno lo sapevano.
«Jessica, vuoi dire qualcosa?» intervenne il professore, probabilmente la mia espressione parlava da se e lui era l'unico che l'aveva colta.
Scossi la testa, Castro sembrò deluso ma non insistette «va bene, cominciamo da qualcosa di semplice. Perché non vi presentate gli uni con gli altri?» propose.
«Io non ho bisogno di presentazioni, tutti sanno chi sono» un pallone gonfiato, ecco chi sei Harry.
«Un idiota» mi voltai alla mia destra per scoprire chi fosse l'individuo che aveva dato voce ai miei pensieri.
«Come scusa?» sibilò Harry.
«Ethan, ho detto che mi chiamo Ethan, Blair» ribatté lui, il professore parve molto sorpreso che fra i tanti fosse stato proprio lui il primo a cominciare.
«Molto bene Ethan, e sai dirmi a quale categoria pensi di appartenere?» chiese entusiasta Castro.
Ethan fece un sorriso sinistro «Oh ho capito allora come funziona, io dovrei essere il teppista. Brent quello nerd» indicò il ragazzo affianco a lui con una maglietta di super Mario e i capelli rossi spettinati «Fred è quello gay, Larissa la sguadrina e Jess la secchiona introversa. Che cos'è questo professore, un esperimento sociale o una seduta d'umiliazione?» chiese arrabbiato.
Ehi.
«Come ti permetti di chiamarmi sguadrina?!» sbottò la mora.
«Oh andiamo Liss non te la prendere, sono a conoscenza dei lavoretti che fai. La squadra parla, come mai io non sono stato reso partecipe?» si accodò Harry, davvero di cattivo gusto.
«Se prima ci stavo pensando, ora puoi scordartelo» ribatté la ragazza.
«Io te lo farei» intervenne Fred facendo l'occhiolino ad Harry.
Lui fece una smorfia «sta lontano dal mio cazzo, frocetto»
«Adesso smettetela!» sbraitò il professore «è proprio per questo che vi ho scelto, nessuno di voi è in grado di mettersi nei panni dell'altro! Nessuno di voi ha rispetto»
Io guardai Brent e lui mi restituì lo sguardo, sembravamo essere gli individui più normali lì dentro ed ero più che sicura che nessuno dei due avesse mai mancato di rispetto a qualcuno. Probabilmente stavamo pensando la stessa cosa: se avessi dovuto scegliere qualcuno di loro, sarebbe stato lui quello nel quale mi sarei immedesimata, l'unico.
Quando il professor Castro riuscì a placare gli animi di tutti, con la faccia ancora rossa e i capelli scuri fuori posto, fece un profondo respiro e riprese: «Nonostante ci vedremo una o massimo due volte a settimana per parlare in gruppo, vi dividerete in coppie, perché sfortunatamente questo progetto è individuale. Entro la fine di quest'anno, voglio una relazione di cinquecento parole e il titolo sarà: Io Sono Te. E parlerete dell'altro come foste voi, avrete nove mesi di tempo e poi questo sarà anche un ottimo esercizio per-»
«Che razza di titolo è Io Sono Te?» cominciò Harry, perché diavolo doveva sempre dire tutto quello che gli passava per la testa? Non aveva un filtro razionale o qualcosa del genere?
«Mille parole» rispose il professore categorico.
«Ma-» ancora.
«È deciso, duemila. Così avrete molto da raccontare di voi stessi, altre contestazioni?» Ethan sbuffò lanciando un'occhiataccia ad Harry, per la verità tutti i presenti nella stanza lo guardavamo allo stesso modo. Beh, tutti tranne Fred: lui lo guardava come si guarda il tuo piatto preferito, e la cosa mi faceva venire i brividi. Non perché avessi qualcosa contro i gay, ma perchè Fred non aveva alcun limite all'indecenza e il solo fatto che gli piacesse uno come Harry la diceva lunga sul suo conto e io non volevo avere niente a che fare con persone del genere, com'ero finita in questo progetto?
Comunque alla minaccia delle tremila parole, nessuno osò fiatare ulteriormente. Finalmente Harry Styles aveva chiuso la bocca.
«Bene.» continuò Castro «come scriverete di qualcun altro senza sapere minimamente nulla di lui? Semplice, comincerete a frequentarvi. A scuola, a casa, dove diavolo vi pare»
Cosa?
Andrew Castro era definitivamente sceso di graduatoria, la professoressa Goodman, di letteratura, era appena passata al primo posto.
«Io non ci sto, non si può fare» per la prima volta Brent aprì la bocca e parve davvero la cosa più giusta che era stata detta fino al quel momento.
«Perché, te la fai sotto?» rispose Ethan.
«Questo non è il modo di parlarvi» Castro era davvero arrabbiato, poche volte l'avevo visto perdere le staffe in quel modo «Brent mi dispiace, ma ora non è più una scelta questa. Se volete essere promossi nel mio corso dovrete impegnarvi in questo progetto» il professore era quel genere di uomini che quando si mettono in testa una cosa non c'è verso di fargli cambiare idea, avrebbe usato ogni mezzo in suo potere per vedere il suo "esperimento sociale" portato a termine. Ma cosa si aspettava che accadesse, che Lissa e Brent si scambiassero consigli sulla moda? Che Fred si appassionasse al calcio invece che ai calciatori? Che io m'innamorassi di Ethan scoprendo in lui uno di quegli eroi romanzeschi che mi piacevano tanto? O addirittura, come se lui fosse una persona amabile, di Harry Styles?
La cosa mi parve così ridicola che mi misi a ridere, l'attenzione dei presenti si spostò tutta su di me facendomi arrossire «C'è qualcosa di divertente che vuoi condividere con noi, Jessica?» chiese il professore stizzito.
E ora che cavolo gli dico?
«Come possiamo immedesimarci nei panni dell'altro se non abbiamo niente in comune?» chiesi, mi parve una domanda sensata. Quasi mi sorpresi di aver aperto bocca e di aver detto qualcosa d'intelligente, solitamente in pubblico i miei pensieri non erano mai correlati alle parole che mi cavavo dalle labbra e finivo sempre per fare la figura della scema.
Il sorriso furbo del professore tornò, più irritante di prima «ed è qui che vi volevo, perché invece voi tutti avete una cosa che vi accomuna: scrivere» ci scambiammo tutti uno sguardo sulla difensiva.
Ethan ed Harry sembravano quasi infastiditi, dopotutto Castro aveva appena rivelato qualcosa che di loro nessuna sapeva e che io personalmente, non mi sarei mai aspettata. Nemmeno da Lissa o addirittura da Fred, cosa avevano di così profondo da raccontare? Anzi, forse non volevo saperlo.
«Non c'è bisogno di nasconderlo, vi piace la letteratura e vi piace scrivere. È un buon punto dal quale cominciare e sul quale riflettere. Ci vediamo di nuovo qui fra una settimana, alla stessa ora e per allora vorrei che vi foste detti qualcosa di diverso da un insulto e soprattutto, fatemi sapere chi sarà in coppia con chi. Arrivederci» ci congedò.
Ethan uscì dalla classe come una furia e un attimo dopo anche Lissa sculettò via senza dire una parola, Brent sospirò seguendola e quasi inciampò quando i pantaloni un po' troppo lunghi gli finirono sotto le converse, Fred uscì un attimo prima di lui spingendolo da un lato come una reginetta altezzosa alla quale è stata negata una richiesta, ed Harry lo seguì ciondolando.
«Professore» dissi infine «ad essere sincera più che un esperimento, questo mi sembra un suicidio sociale. È sicuro di sapere quello che sta facendo?» mi permisi di chiedergli.
Lui mi sorrise «Sono quasi quindici anni che insegno, Jess. Credi davvero che non sappia cosa sto facendo?» feci per ribattere ma lui mi anticipò «è ovvio che non lo so! Si chiama esperimento per una ragione, stiamo sperimentando qualcosa di nuovo» ah bene, questo si che è rassicurante.
Si mise a ridere, ma questa volta non mi contagiò. Non so se volesse essere spiritoso o meno ma non era divertente in alcun modo, ci aveva preso forse per topi da laboratorio?
Uscii da quella classe con la consapevolezza che quell'ultimo anno di scuola si prospettava il più lungo di tutta la mia vita, ancora.
Saaalve gente C:
Eccomi qui con una nuova storia, decisamente diversa dalla prima che sto ancora postando. Questa è molto più recente dell'altra e spero, migliore! Ci tengo davvero molto e mi auguro che possa piacere, grazie mille per l'attenzione <3
-Anna
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PROJECT || H.S.
FanfictionCosa succederebbe se sei persone completamente diverse tra di loro si ritrovassero faccia a faccia, a doversi confrontare, a doversi immedesimare nei panni dell'altro quando è già difficile essere se stessi? Incastrati in un esperimento sociale qua...