Due

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Se una convivenza venisse condivisa con qualcuno di piacevole, probabilmente ci potrebbero essere molti modi per passare il tempo anche in modo costruttivo.
Giocare a scacchi, bere un bicchiere di vino parlando di qualsiasi cosa, trovare spunti creativi insieme per passare il tempo, giocare a gobbiglie, guardare vecchi film o imparare una nuova attività che nessuno dei due aveva mai fatto prima.

Ma quando la convivenza era forzata e per lo più con una compagnia da entrambi i lati non tollerata, difficile era trovare punti di incontro e svaghi.
Hermione aveva trovato un vecchio puzzle nella soffitta e sul pavimento del soggiorno, con minuzia e pazienza, lo aveva iniziato con entusiasmo per poi rendersi conto a neanche un quarto del lavoro che incastrare pezzetti ad altri pezzetti, non era proprio la sua attività preferita.

Sbuffando e mormorando imprecazioni era a malapena riuscita a finire di ricostruire una mezza unghia di uno dei due putti raffigurati sul coperchio della scatola.
Aveva guardato con fare contrito il tassello che non entrava dove lei voleva che andasse, mentre il vino nella bottiglia diventava sempre meno.
Vertiginosamente di meno.

Snape era sempre sprofondato nella sua poltrona, a leggere il suo monumentale saggio affianco di una fioca luce.
Ogni tanto sollevava gli occhi al cielo nel sentirla mormorare arrabbiata, ma non aveva espresso mai neanche una volta da quando erano stati costretti lì dentro, una parola.
Si alzava la mattina molto presto, scendeva a fare colazione e sempre in silenzio religioso si metteva nella sua poltrona a leggere fino all'ora di pranzo.

Hermione era esasperata.

Aveva poi cercato tra gli scaffali ricolmi di libri qualcosa che non aveva mai studiato prima e trovando interessante un manuale intitolato imparare la lingua degli elfi, si era accasciata sul divano sprofondando nella lettura.
Dopo due ore ne era uscita con un'emicrania e zero capacità di formulare una frase di senso compiuto.
Aveva persino cucinato un dolce, sfornando una bella torta di mele glassata. Per questo le ci erano volute altre due ore.
Arrivata la sera aveva terminato qualsiasi attività potesse venirle in mente per passare il tempo e leggere tanto quanto faceva Snape, era per lei impensabile.

Snape era un divoratore seriale di tomi impossibili. Il primo che aveva iniziato al loro arrivo, era ora chiuso e abbandonato sul tavolino accanto alla poltrona. In mano ora aveva un altro tomo di un migliaio di pagine ed era quasi arrivato a tre quarti del libro.
Era sicura, Hermione, che quando la mattina successiva fosse scesa, avrebbe trovato Snape con un terzo libro già bello che incominciato.

Aveva una lettura veloce ed era evidente comprendere e incasellare nella sua mente qualsiasi informazione.
Se leggeva così tanto, Hermione aveva il sospetto che la sua cultura andasse anche oltre i confini possibili per una mente umana.
Qualche volta lo aveva visto appuntare sui libri qualcosa o mormorare a fior di labbra concetti che probabilmente voleva imprimere bene nella mente.

Hermione era sicura che lui fosse un genio. Ricordava bene al suo sesto anno come Harry avesse trovato il suo vecchio libro di pozioni su cui annotazioni di ogni genere correggevano errori e riscrivevano l'intero libro.
Doveva effettivamente avere un'intelligenza sofisticata già in giovane età per fare una cosa del genere.
Non voleva immaginare le conoscenze di Snape a che punto fossero ora, all'età di trentanove anni suonati.

Lei aveva finito la scuola da un anno ormai, eppure non ricordava assolutamente di aver mai riscritto un libro. Lei ci si era sempre immersa dentro senza chiedersi se le informazioni al loro interno fossero giuste o sbagliate.
Erano libri scritti da grandi autori; perché mai doveva dubitare delle loro conoscenze?
Eppure Snape lo aveva fatto. Aveva sperimentato, studiato, ricercato e si era accorto che non solo il libro di pozioni avanzate era sbagliato, ma che fosse tutto interamente da riscrivere.

Hermione gemette di invidia e frustrazione.

Tra le mani il libro imparare la lingua degli elfi scivolò con un tonfo sordo sul pavimento.
Il rumore la fece riemergere dal suo torpore profondo.
«Insomma Granger, non hai null'altro da fare per passare il tempo?» la voce aspra di Snape arrivò chiara e spiacevole alle sue orecchie.
«Sinceramente no, signore.»
«Non eri un topo da biblioteca negli anni ad Hogwarts? Cosa ti è successo? Stare con quei due idioti che chiami amici, ha intorpidito la tua mente brillante?» un ghignò aspro deformò i lineamenti spigolosi di Snape.

Hermione sbuffò.
«La mia mente è fresca come una rosa, signore.»
«In soli tre giorni e mezzo hai cambiato una quantità di attività imbarazzanti. È evidente che la frenesia della tua mente brillante non viene soddisfatta da nulla, neanche dallo studio..» storse la bocca e alzò gli occhi al cielo «di una lingua morta e sepolta da secoli.» Terminò con dissenso.

«Non le piacciono le lingue, signore?»
Snape inclinò la testa di lato.
«Non quelle inutili.» Sillabò e guardò il libro caduto a terra come a sottolineare a cosa si riferisse.
Hermione deglutì «la lingua elfica non credo sia inutile.»
«Quanti elfi hai conosciuto nella tua breve vita che parlano ancora effettivamente in elfico?» canticchiò come fosse un rimprovero e come se lei fosse stupida.
Hermione aggrottò le sopracciglia.
Effettivamente tutti gli elfi che aveva incontrato parlavano la sua stessa lingua, nonostante si esprimessero con una grammatica di base.

«Non vuol dire che nel mondo non ci siano elfi che non parlino più la loro lingua madre.»
«Peccato che la percentuale sia vertiginosamente bassa.»

Hermione sbuffò «rune antiche?»
«Già molto più interessante e con una cultura alle sue spalle sicuramente meno grezza. Le rune antiche risalgono ai popoli germanici e venivano utilizzate da streghe e maghi già all'epoca per riti magici complessi. Dalle rune antiche sono nati gli incantesimi che noi conosciamo ora come incanti di protezione. Gli incantesimi intorno a questa casa derivano dai simboli runici. Un tempo veniva utilizzato l'alfabeto runico intagliato su pietre naturali affinché apportasse protezione alle dimore. Venivano anche costruiti ciondoli che le donne solevano portare al collo come protezione contro avversità che avrebbero potuto mettere a rischio una gravidanza o addirittura la loro fertilità.»

Hermione rimase affascinata. Era evidente che Severus Snape avesse una conoscenza approfondita di molte materie oltre pozioni e difesa contro le arti oscure.
Non poteva immaginare come un uomo così spregevole potesse essere anche tanto affascinante. Era un ossimoro, ma non poteva non ammettere che la sua cultura fosse ammaliante.

«Se gli incantesimi di protezione derivano dalle rune, allora perché la maggior parte degli incantesimi sono in lingua latina?» Severus inspirò bruscamente.
«Perché la lingua runica è di difficile comprensione e memorizzazione. Inoltre una sola parola in runico, apporterebbe l'utilizzo di più simboli che la farebbero diventare una frase di dieci parole. Immagina dover richiamare un incantesimo e finirlo di pronunciare il giorno dopo.» Sollevò l'angolo della bocca.

Hermione comprese che la batteria sociale di Snape si era scaricata, nel momento in cui afferrò il suo tono e riprese a leggere.
Guardando l'orologio si accorse che la giornata era terminata.

Incanto Fidelius (Snamione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora