Quattro

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Dopo la loro discussione, che Hermione sapeva essere una delle tante previste da lì fino alla fine della loro convivenza, i due non avevano più parlato.
Severus si era chiuso in un mutismo selettivo, oltre al fatto che si era chiuso letteralmente nella sua camera da letto uscendo solo quando era sicuro che Hermione non fosse in giro per casa.

Nel silenzio innaturale, rotto solo dalle onde del mare che si infrangevano sulla battigia, Hermione procedeva con le sue attività tra cui finire il puzzle che aveva iniziato e a cui mancava davvero molto tempo prima di portarlo a termine.
Giocava da sola a scacchi, si preparava tisane rilassanti e accompagnate ad esse si faceva anche dei lunghi bagni.

Una mattina era uscita dalla camera da letto trovando Severus seduto nella sua solita poltrona.
Senza un libro in mano, ma solo con un bicchiere di vino e gli occhi fissi fuori dalla finestra.
«Pensavo fossi defunto.» Disse Hermione provocatoria, passandogli davanti e dirigendosi nella cucina.
«Io credevo che la tua bocca si fosse sigillata. Per Bacco, avrei un incantesimo che ti priverebbe finalmente della parola, se continui a non stare zitta potrei usarlo.»

Hermione aprì il frigo e rovistò al suo interno per trovare qualcosa da mangiare.
«Avrai tregua dal momento in cui inizierò a mangiare fin quando non terminerò. Puoi rilassarti.»
«Puoi iniziare anche prima per quello che mi riguarda. Ogni cosa che dici mi irrita.» Disse derisorio.

Hermione prese a cucinare in silenzio.
Ormai il loro quieto vivere si era spezzato. Era chiaro sarebbe successo prima o poi.
La noia era una nemica difficile da sconfiggere se costretti in un ambiente pressoché limitato e senza altro da fare che leggere, giocare a scacchi e fare intricati puzzle.
Probabilmente se avessero avuto modo di parlare civilmente, tutto sarebbe stato meno difficile da sopportare ma sembrava che tra loro non ci potesse essere altro che battibecchi e frecciatine mirate a ferire i infastidire la controparte.

Hermione dubitava avrebbero mai avuto qualcosa da condividere. Snape era insopportabile nel suo carattere perennemente acido.
Sembrava divertirsi a cercare modi per renderle la vita insopportabile e renderla a se stesso invivibile alla stessa maniera.
Per quanto potesse impegnarsi nel pensare a qualcosa che potessero condividere senza darsi contro, a Hermione non era venuto in mente assolutamente niente.

Mangiò in silenzio ciò che aveva preparato. Non avrebbe potuto fare altro che finire il suo pasto e dirigersi in camera sua a riposare. Da cosa non sapeva, ma era anche quello un buon modo per far passare le ore noiose e non sentire il peso del completo isolamento.
Non sapevano neanche loro dove si trovassero e questo rendeva il luogo minato di pericoli. L'incanto fidelius terminava poco più avanti del pianerottolo e questo rendeva impossibile persino uscire a fare una passeggiata.

Mettere in pericolo le loro vite per una breve boccata d'aria era fuori questione.

Si alzò, lavò i piatti e uscì dalla cucina.
Snape era ancora sulla sua poltrona; la bottiglia di vino semi vuota abbandonata sul pavimento.
«Bere a stomaco vuoto non le fa bene, sa?»
«Ora ti preoccupi della mia salute, signorina Granger? O parli solo e unicamente per non sentirti completamente sola in questa situazione del cazzo?» Hermione sussultò di fronte all'imprecazione.
Non era abituata a sentire da parte di Snape termini scurrili. Era sempre stato un uomo così controllato, che vederlo leggermente accaldato e forse anche su di giri le faceva strano.

«Si figuri se potrebbe interessarmi anche solo una po' della sua salute. C'è una cantina di vini di ottima annata al piano di sotto. Può bere fino al coma etilico per quello che mi interessa.» Sibilò.
«Bene, vedo che hai centrato il punto: farti gli affari tuoi. Il problema è poi mettere in pratica il punto.»
Hermione rimase a fissarlo.
«Lei è davvero insopportabile.»
«Da che pulpito.» Posò il bicchiere sul tavolino accanto e intrecciò le mani «Ti sei accorta che sei sempre tu a provocarmi e infastidirmi con il tuo tono perennemente saccente? Se tu avessi continuato la tua passeggiata verso la cucina senza infastidirmi, probabilmente tu ora saresti nella tua camera e io qui, a bere il mio vino. In casa mia.»

Hermione aggrottò le sopracciglia.
«Casa sua?»
«I libri che leggi, il vino che bevi, il cibo che mangi e il letto in cui dormi appartengono al sottoscritto, Granger. Non tirare troppo la corda, perché potresti trovarti improvvisamente privata di tutte queste comodità.» Sibilò. «Non sono certo conosciuto per la mia pazienza. Stai al tuo posto.»
Hermione non aveva idea che quella bellissima casa fosse di Snape.
Immaginava fosse di Silente o di qualche membro dell'Ordine. Chi avrebbe mai detto che Severus Snape, il professore più intransigente e crudele di Hogwarts e Mangiamorte potesse avere possedimenti come una casa sul mare.

A Hermione seccò la gola al pensiero che forse lui non fosse poi un poveraccio scappato da un quartiere malfamato.
«Hai finalmente perso la proprietà di linguaggio? Che sia lodato Merlino.» Detto questo, molto lentamente, recuperò il suo calice di vino.
Hermione non poteva effettivamente dire niente. Era ospite a casa di Severus Snape.

Incanto Fidelius (Snamione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora