Sei

196 20 1
                                    

Erano seduti nel soggiorno. Snape era, con ogni sorpresa immaginabile, al telefono.
Stava usando un telefono babbano e questo sì che per Hermione era stato inconcepibile.
«Il preside è morto.» Disse Snape con una calma gelida non appena il ricevitore che aveva in mano fu fatto scivolare sul dispositivo cordless.
Hermione sollevò di scatto la testa.
Non era una notizia che pensava di ricevere in quel modo, men che meno che sarebbe stata una notizia così turbante da sentire nello stomaco una morsa dolorosa.

Rimase attonita, le labbra socchiuse e gli occhi spalancati.
Hermione si passò stancamente una mano sul viso. Snape guardò fuori dalla finestra.
«Come sapevano dove trovarti?» sussurrò Hermione lasciando da parte le formalità. Il suo tono era più dolce, ma estremamente triste.
Snape sorvolò «il marchio nero mi legherà a lui fin quando uno dei due  morirà.» Soffiò senza neanche rivolgerle uno sguardo.
«Uhm.. sapevate di questa possibilità, dunque.»
«Certo che sì, principessa. È chiaro.» Usò il suo tono melodrammatico e sarcastico, come a voler sottolineare quanto le domande stupide lo portassero all'esasperazione.
«Ora che facciamo?»
«Niente. Non sanno che siamo qui. Non hanno l'esatta ubicazione di questa casa, possono anche girare intorno all'isola per mesi e non troveranno niente. Dubito Minerva ci tradirà.»
«La uccideranno.»
«Ne era consapevole quando ha stretto il patto come custode segreta. È una donna forte. Per come conosco Minerva McGranitt, non credo neanche che riusciranno mai a trovarla, figurarsi ucciderla, avranno di che penare con lei. Andiamo a dormire.»

Hermione aggrottò le sopracciglia.
Non sapeva che Snape avesse una così elevata considerazione per la professoressa McGranitt e il tono che aveva usato per riferirsi a lei era sembrato quasi.. dolce alle orecchie di Hermione. Aveva sempre creduto che tra loro ci fosse un semplice rapporto tra colleghi, ma il modo in cui Snape ne aveva parlato sembrava presagire ben altro.

Non aveva mai sentito l'uomo rivolgersi a qualcuno con tale rispetto, neanche quando parlava di Silente il suo tono grondava così tanto di ammirazione e dolcezza.
Hermione per la prima volta si chiese se Severus Snape avesse più lati da mostrare oppure era semplicemente la sua immaginazione a fare tutto.

O la stanchezza.

Guardò l'ora: era mezzanotte passata.
Si alzò dal divano; seguitò a salire le scale e trascinarsi controvoglia verso la camera da letto.
Non avrebbe mai preso sonno dopo aver ricevuto la notizia della morte del preside e nonostante con lui non avesse mai instaurato un rapporto intimo tanto quanto aveva fatto Harry, Hermione comunque era dispiaciuta e si chiese come l'avesse presa il suo migliore amico.
Certo non bene, questo era sicuro.

Hermione pensò agli uomini fuori dalla casa.
C'era una sorta di silenziosa malinconica sensazione nel pensare al fatto che lei insieme a Snape fossero ben protetti nella casa, mentre loro erano sotto la pioggia a cercare invano. Eppure la sensazione di inquietudine che da un momento all'altro potessero irrompere nella dimora la fece voltare più volte nel letto.

Loro non sapevano dove fossero Hermione Granger e Severus Snape, ma Hermione Granger e Severus Snape sapevano che loro erano lì fuori.
Che strano e infame sentimento divoratore.
Hermione scalciò le coperte e si alzò mettendosi seduta sul bordo del letto.
Come poteva dormire sapendo che una schiera di seguaci di Voldemort, colui che volevano uccidere lei e Snape, erano a due passi dalla casa che dovrebbe proteggerli.

Hermione si stropicciò gli occhi. Sentì dalla parte opposta del corridoio una porta aprirsi e poi dei passi cauti camminare e scendere al piano inferiore.
Hermione sentì ansia, nonostante sapesse che probabilmente era Snape.
Sapeva perfettamente che lui rimaneva fino a tardissimo a leggere di sotto nella sala. Aveva la vaga impressione soffrisse di insonnia.

Lo aveva spesso sentito risalire e chiudersi la porta della camera da letto alle spalle ogni notte alle quattro. Non sapeva se Snape fosse tormentato da qualcosa in particolare, ma sicuramente la mattina successiva aveva comunque quell'aria esausta e occhiaie marcate a contornare gli occhi scuri che non raccontavano mai niente per quanto freddi e perennemente distaccati.

Era un uomo a cui non aveva mai dato troppa importanza; la sua considerazione era sempre stata massima a livello accademico, ma i suoi metodi ingiusti l'avevano sempre resa indisposta anche solo a pensare in qualche modo a Snape.
Esteticamente non era l'uomo più bello nel canone standard, ma non era il punto.
Snape tuttavia, aveva molto da nascondere ed essendo una spia, diviso tra due padroni intransigenti, non poteva che non essere pieno di misteri. E questa sensazione in lei si era rafforzata da quando ormai avevano iniziato a convivere.

Hermione sentì la stanchezza sopraffarla.
Le emozioni della giornata l'avevano resa esausta e satura di tutto.
Il buio completo della stanza non aiutò a far mantenere le palpebre sollevate. Si accasciò sul letto e si addormentò.

Incanto Fidelius (Snamione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora