𝑪𝙖𝒑𝙞𝒕𝙤𝒍𝙤 14 𝑽𝙀𝑹𝙄𝑻𝘼̀ 𝙎𝑪𝙊𝑵𝘾𝑬𝙍𝑻𝘼𝑵𝙏𝑰

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🎶 ... How can I decide what's right when you're clouding up my mind?
Come posso decidere cos'è giusto quando mi oscuri la mente?

I can't win your losing fight all the time
Non posso vincere la tua battaglia persa tutto il tempo

Nor can I ever own what's mine when you're always taking sides
Non posso nemmeno possedere ciò che è mio quando prendi sempre posizione

But you won't take away my pride
Ma non porterai via il mio orgoglio

(I'm screaming, "I love you so") on my own
(Sto urlando, "Ti amo") da sola

(But my thoughts you can't decode)
(I miei pensieri non puoi decifrare) ... 🎶

Mariella aveva acceso al massimo il mini hi-fi stereo, posto su un mobiletto marrone in truciolato a due ripiani nel corridoio, mettendo a tutto volume la seconda traccia del suo CD masterizzato: "Decode" dei Paramore, parte della colonna sonora di uno dei suoi film preferiti, "Twilight". Mentre la musica riempiva tutta casa, si mise a cantare insieme alla band, con la sua voce intonata che risuonava chiara e forte.

Dopo aver tritato della mentuccia fresca, affettò con cura delle zucchine a rondelle sottili, mentre l'olio d'oliva si scaldava nella padella antiaderente. Poi dentro una ciotola, mescolò le uova con il parmigiano grattugiato e la mentuccia, aggiungendo un pizzico di sale e pepe per insaporire.

Una volta che le zucchine messe a rosolare furono leggermente dorate, versò delicatamente il composto nella padella. La giovane aveva l'ambizione di preparare la frittata perfetta, sapendo che suo padre amava quel piatto anche se poi era costretto a prendere un doppio dosaggio di antiacido.

Proprio nel momento in cui stava provando a girare la frittata in padella, con estrema premura per non rovinarla, la musica si interruppe bruscamente. Poco dopo,udì il tintinnio delle chiavi posate delicatamente nel piattino di vetro di Murano posto sempre sul primo ripiano dello stesso mobiletto in corridoio.

<< Mariella, ti avrò ripetuto mille volte di non tenere la musica così alta. È disturbo della quiete pubblica! Prima o poi i vicini chiameranno i vigili, o potrebbero anche decidere di farsi giustizia da soli. In quel caso, non sarei propenso a difenderti, e questo supplizio finirebbe una volta per tutte! >>, disse Franco, appena tornato da un turno straordinario al cantiere, visibilmente stanco, con residui di polvere di cemento addosso e gli occhi arrossati, come al solito.

<< Ciao papà! Rassegnati, non mi convincerai mai ad ascoltare i Beatles, anche se ho un certo debole per gli scarafaggi! Hahaha! >> rise, perlopiú soddisfatta di essere riuscita nell' intento di rivoltare la frittata alla perfezione.

E Franco, annusando l'aria con un'espressione soddisfatta, disse: << Che profumino delizioso. Tre frittate nell'ultima settimana. Non disprezzo mica, ma un'insalatina leggera qualche volta non farebbe male, no? >>

Mariella lo fissò imbronciata senza dire una parola, ma il suo viso parlava chiaro.

<< Non arrabbiarti! Certo che sono felice, ma il mio stomaco non sarà altrettanto contento dopo cena! >> esclamò l'uomo, mentre si liberava dalle scarpe antinfortunistiche. Poi, prendendo una sedia per accomodarsi, aggiunse con un tono più tranquillo: << Scherzo, Mari! Cambiando argomento, sai, oggi ho passato l'intera giornata a spremermi le meningi per ricordare dove avessi sentito quel cognome, Calamonte. Ho chiesto ai colleghi, ma nessuno ha saputo aiutarmi. Non sembrava essere legato al cantiere; nessun architetto o geometra con quel cognome. Mi è poi tornato in mente che anni fa, quando cominciai a frequentare tua madre, lei era molto amica di una certa Annuccia, Paradisi se non erro. Questa brava ragazza però era fidanzata con un certo Calamonte, di cui mi sfugge il nome di battesimo, ma ricordo bene il suo carattere antipatico e arrogante, che avrebbe meritato piú di qualche schiaffo! >>

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