Capitolo 47-Buenos Aires

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Narra Ruggero

Cammino per le strade argentine con il freddo che sfiora le mie guance, ma io non riesco a sentirlo.

Nonostante sia tardi, ci sono un po' di auto che sfrecciano sul cemento, ma quando attraverso non dò alla possibilità di morire così tanta importanza.

Sono come stordito, mi sento come se fossi appena stato svegliato dal più bel sogno della mia vita con un enorme secchio di acqua gelata.

Senza nemmeno rendermene conto, faccio il giro dell'intera città a piedi e, camminando per gli infiniti marciapiedi e parchi di Buenos Aires senza sentire il minimo dolore o sforzo compiuto dai miei poveri piedi.

Penso sia stata una decisione presa da me stesso inconsapevolmente: vorrei che i ricordi di questa giornata si concludessero con l'immagine di Karolcita ed io che ci abbracciamo e stiamo insieme ma non posso, sono costretto a tornare ad una casa che non sento mia e vivere la vita che non volevo.

Così, non avendo altre scelte se non vivere per il resto della mia vita sotto un ponte, torno scoraggiato a casa.

Appena apro la porta mi vedo arrivare davanti a me Candelaria con un viso... preoccupato?

È così strano vedere Candelaria preoccupata per me: fino a qualche mese fa, si sarebbe scagliata su di me e mi avrebbe abbaiato contro come una cagnolina arrabbiata. Invece ora è solamente preoccupata, e sembra esserlo sinceramente.

Mi viene incontro con degli occhi spaventati chiedendomi:

"Tutto bene, Rushe? Cosa ti è successo? Mi stavo cominciando a preoccupare..."

Non potrei mai e poi mai dirle la verità, sta ancora male e non deve caricarsi di preoccupazioni inutili...

"Sì, avevamo solo tanto lavoro da fare e mi sono dovuto trattenere di più, scusa se non ti ho avvisata. La tua giornata? Tutto bene?"

"Beh sì, stamattina siamo usciti... la gente qui e davvero gentile, e anche a lui è piaciuta la città."

Dice tutta entusiasta accarezzando il ventre che cresce sempre di più.

È così triste il fatto che parli della città in cui è nata e cresciuta, in cui ha vissuto tutto, sia i momenti belli che quelli brutti, come se fosse a lei completamente sconosciuta, come se oggi l'avesse vista per la prima volta. Povera Candelaria, non posso nemmeno immaginare come si possa sentire, perché le sta passando tutto questo? Dopotutto, è pur sempre una ragazza ancora troppo giovane per soffrire così, non se lo meritava questo macigno.

"Hai incontrato qualcuno, visto qualcosa, che ha risvegliato in te qualche ricordo?"

So già che non dovrei chiederle queste cose, che non dovrei sforzarla a ricordare, ma è più forte di me.

Ci pensa un po' prima di rispondermi, ovviamente ci tiene anche lei a ricordare, credo più di chiunque altro:

"No, mi pare di no... anzi, aspetta... ma sa di sì!"

Non posso crederci! Ricorda qualcosa!

"Sul serio Cande?!"

"Siii! Stamattina, al mercato ho incontrato un ragazzo, era basso con i capelli leggermente rossi... è stato molto gentile nei miei confronti..."

Oh no, Maxi. Speravo che Candelaria incontrasse chiunque, ma non lui, il presidente ufficiale e primo incoraggiatore della storia tra me e Karolcita.

Intanto, Candelaria continua con il suo racconto:

"Era così simpatico, faceva un sacco di battute! Anche se credo avesse qualche problema di memoria o scambio di nomi..."

Tra sogno e realtà - Ruggarol historyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora