Helena poteva anche avere tanti punti dalla sua parte: è intelligente, scaltra, abile nei combattimenti e nelle strategie militari, senza contare la presenza e il consiglio utile di suo marito e l'appoggio del nostro esercito.
Ma era arrivata l'ora che facessi anche i conti di ciò che avevo nelle mie tasche...
Mentre mi avviavo per i corridoi del palazzo, verso quella sala del trono che ormai era diventato l'epicentro di ogni nostro male, aprì la mente e iniziai a vedere la mia vita da un'altra prospettiva.
Finora mi ero sempre concentrata su quello che mia sorella era e io no, ora cominciavo a vedere quali qualità possedevo io di cui Helena era totalmente carente, su quali punti fare leva.
Per prima cosa io ero sempre stata a palazzo, e non intendo solo fisicamente. Conoscevo a memoria i nomi di ogni membro della guardia reale e cittadina. Avevo sempre partecipato attivamente a tutte le iniziative di nostro padre. Lo avevo assistito durante i consigli e gli incontri con gli ambasciatori. Nonostante la sala del trono fosse grande nostro padre era convinto che se ci fossimo stati io, mia sorella, le nostre guardie e gli ospiti saremmo stati veramente troppi, così aveva stabilito che solo una di noi potesse essere presente, e quella ero sempre stata io in tutti questi anni.
Arriviamo così al secondo punto, sapevo come parlare e discutere civilmente anche con le persone più maleducate e impazienti. Avevo imparato a spostare la conversazione su ciò che mi interessava senza far innervosire il mio interlocutore.
E parliamo delle mie conoscenze. Conosco alla perfezione 4 lingue e altre 2 le so scrivere senza commettere troppi errori. Per non parlare dei trattati di filosofia, della letteratura e dei testi giuridici del nostro paese. Ho studiato la storia del nostro popolo e di quelli vicini. Non conoscerò a memoria le strategie degli scacchi ma sono ben in grado di comprendere le reazioni di causa ed effetto.
In più, non essendo sposata, a differenza di Helena, costituisco anche una possibile alleanza con un qualunque regno vicino. Sono letteralmente una carta jolly.
Ultimo, ma non per importanza, tecnicamente sono la primogenita essendo nata qualche minuto prima di mia sorella e questo, almeno sulla carta, mi dà la precedenza nella mia pretesa al trono in quanto erede di nostro padre.
Rifacendo ora i calcoli non ero poi così in svantaggio, ed ero sicura che andando avanti avrei trovato ancora molti altri punti a mio favore. Ma quando arrivai nella sala del trono i miei pensieri si fermarono. Ero ancora arrabbiata ma la solennità di quel posto mi fece arrivare alla vera conclusione di tutti quei miei pensieri.
Rimasi lì immobile a fissare quei pochi gradini, immaginandomi seduta su quel trono scintillante e mi ritrovai a fare qualche passo per raggiungerlo.
-Ancora uno...ancora uno...-
Arrivai a un passo dal trono, lo stesso punto in cui avevo visto Helena il giorno precedente, quando sentì alle mie spalle dei passi avvicinarsi.
Non era Alan, lui mi stava seguendo sin dall'inizio e quando ero entrata nella sala si era fermato sulla soglia, come per farmi affrontare da sola questo enorme passo. Era arrivato il momento di scrivere un nuova capitolo della mia vita, e lui sapeva bene che dovevo scriverlo io.
No, erano i passi di un altro uomo che conoscevo bene.
"Principessa. Che succede? State bene? Che ci fate qui in questa sala? Vi ho vista camminare a passo rapido nel corridoio e mi sono spaventato. Va tutto bene?" domandò Edward.
Dopo qualche istante di silenzio, senza mai voltarmi da quell'ultimo gradino dissi con voce appena udibile, nonostante l'eco della sala, più per me stessa che per lui.
"Avevi ragione, voglio il trono!"
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Due capitoli dello stesso libro
Romanzi rosa / ChickLitSequel di "Due cuori sotto scacco" Racconta la storia delle due sorelle, riprendendo da dove le avevamo lasciate Questa volta però a raccontare la storia sarà la nostra Layla Tra nuovi amori e vecchi rancori questo racconto andrà ad esplorare e app...