Evelyn E Gli Amici Di New York

Capitolo 3

La Grande Mela si svegliava lentamente; le strade iniziavano a pulsare di vita, promettendo nuove avventure. Dopo una colazione rilassante e piena di risate, che aveva seguito una mattinata di shopping e ispirazione artistica, decidemmo di continuare a esplorare la metropoli.

"Oggi è il giorno perfetto per perderci tra le meraviglie di questa città!" esclamò Abby, indossando i suoi occhiali da sole preferiti e un sorriso contagioso, ancora elettrizzata dal successo dello shopping mattutino.

Camminavamo lungo le vie affollate; i rumori mattutini si mescolavano ai profumi del caffè appena fatto. Ammiravamo le vetrine scintillanti e l'architettura imponente quando, di colpo, Abby si fermò. Il suo sguardo era fisso su una figura familiare che attraversava la strada.

Era stata un'estate indimenticabile, quella in cui Abby aveva incontrato Ethan. I loro cuori giovani e le tante giornate trascorse insieme avevano tessuto una tela di ricordi che il tempo non aveva scolorito.

"Ethan?" La sua voce era un sussurro carico di ricordi condivisi. L'uomo si voltò, e il tempo sembrò fermarsi mentre i loro sguardi si incrociavano in un ponte silenzioso tra passato e presente.

"Ethan! Non posso credere che sei qui!" L'emozione di Abby era palpabile, un misto di gioia e meraviglia che vibrava nell'aria, simile a quella che aveva provato durante la sua danza sotto la pioggia.

Ethan era un vecchio amico di Abby, un legame del passato che aveva lasciato un'impronta indelebile nella sua vita. Si erano conosciuti in quel periodo estivo di tempo addietro, e da allora non si erano più visti.

Mentre Abby ed Ethan si avvicinavano, noi altre, inclusa Olivia che aveva appena finito il suo libro nel parco, ci scambiammo sguardi complici, capendo che questo incontro inaspettato aveva risvegliato emozioni sopite. Si abbracciarono, un gesto che sembrava contenere anni di intesa.

"Che piacere vederti," disse Abby, la voce piena di affetto.

Ethan ghignò affettuosamente. "Il destino, immagino," disse con un sorriso sincero. "Che coincidenza."

Decidemmo di lasciarli soli, capendo che avevano molto di cui parlare. "Ci vediamo più tardi, Abby," dissi, con un sorriso incoraggiante, mentre Anne, con il suo quaderno di schizzi sotto braccio, annuiva in accordo.

Abby annuì, ancora stupita per l'incontro. "Grazie, ragazze. A dopo," ci disse, sorridendo.

"Che bella sorpresa ritrovarti qui a New York, non lo avrei immaginato," gli disse Abby.

Ethan le offrì un'espressione radiosa, i suoi occhi riflettendo lo stesso stupore. "Nemmeno io. È stato un colpo di fortuna, o forse il destino."

Si sedettero su una panchina vicina, lontani dal trambusto della città. Il parco era un'oasi di pace, con il fruscio delle foglie e il cinguettio degli uccelli a fare da sottofondo alla loro conversazione.

"Stavo passeggiando, pensando a quel periodo estivo di tempo addietro," rispose Ethan. "E poi ti ho vista, come un'apparizione."

Si confidarono sulle loro vite, sui percorsi intrapresi e sulle strade che ancora desideravano esplorare. Abby raccontò di New York, della sua energia e delle sue sfide. Ethan ascoltava, affascinato, condividendo a sua volta storie di viaggi e sogni realizzati.

"Quanto mi sei mancato," disse Abby, il suo sguardo diretto verso il cielo azzurro.

Ethan le sorrise, un gesto fraterno e carico di significato. "Anche tu mi sei mancata. Ma vedi, alla fine, ci siamo ritrovati."

Risero insieme, un riso leggero che sembrava portare via con sé gli anni di distanza. Si promisero di non perdere più il contatto, di coltivare quell'amicizia speciale che avevano riscoperto.

Quando il sole iniziò a calare, si misero in piedi. "Ti va di venire a cena con noi stasera?" propose Abby. "Sul tetto del nostro edificio. Sarà speciale."

Ethan accettò con entusiasmo, curioso di conoscere tutti noi. Lei era pronta a introdurre Ethan nel loro gruppo e a condividere con lui la magia di una serata sul tetto di New York, proprio come avevamo condiviso le nostre storie la sera prima.

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