1. Le Lesioni Della Vita

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Osservai quel coltello per tutta la sera e, finalmente, dopo che Chiara mi lasciò solo per qualche minuto, lo impugnai. Guardai il mio braccio, ricordando tutte le volte che lo feci già. Poggiai la lama sulla pelle, premendo leggermente. Lo strusciai sulla pelle premendo leggermente, il giusto che serviva per un po' di dolore. Continuai in modo sempre più violento, sempre più velocemente. I tagli si formavano sulla pelle nello stesso modo in cui tagli il burro, solo con un po' più di sangue. Dei ricordi mi tornarono in mente, e scoppiai a piangere singhiozzando.
"Non devo farla preoccupare. Luca smetti di piangere cazzo" pensai tra me e me. Riuscii a fare un po' di silenzio, mentre il coltello premeva sul braccio, iniziando a lasciare il segno.
"Amo..."
Mi girai. Era Chiara, la mia coinquilina. Ci comportiamo come se vivessimo insieme, in realtà è un appartamento diviso in due. Da una parte sta sua madre, da una ci stiamo noi. Dopo che sono andato via dai miei genitori, sono venuto a rifugiarmi qui per vivere una vita serena.
"Amo..." ripetè lei prendendomi la mano con cui tenevo il coltello. La allontanò dal mio braccio, fino a prendere lei stessa il coltello per poi metterlo giù. Osservò le mie braccia, ormai pieno di tagli che sanguinavano lentamente, creando delle piccole gocce di sangue.
"Che cosa succede?" Chiara aveva gli occhi ludici. Questa vista non le è mai piaciuta.
"Quest'anno anche se è finito è stato terribile."
"Secondo me hai bisogno di parlarne. Ti va di raccontarmi di nuovo?"
"Non c'è molto da dire. La prof di italiano non ha fatto che mettermi in imbarazzo come suo solito, mi ha detto molte cose brutte, ha chiesto se fossi gay ad una mia amica per ottenere una risposta. E anche se sono stato promosso e tutte queste persone non le rivedo più, fa male. Fa tanto male."
"Io lo so. Lo posso immaginare e ti capisco. Ricordati che io per te ci sarò sempre. Quando starai male, quando piangerai, quando riderai, quando sarai distrutto dal dolore. Io sarò qui per te."
"Grazie amo. Anche io ci sarò sempre per te."
Chiara era un po' turbata. Temeva che io continuassi a tagliarmi e, nonostante io volessi da morire, decisi di smettere per quella sera. Chiara mi disse che andava a farsi la doccia, ed io annui. Mi sedetti sul divano, presi il telefono in mano ed aprii l'app 'I am sober.', selezionando il 'reset' perché mi ero appena tagliato. Vidi il cronometro ricominciare. Partire da zero. Chiusi l'app e andai su Instagram, e la prima cosa che notai era una sua storia negli Amici più stretti. La aprii è trovai i nostri due piatti con la cena con scritto "Cena fra amiche 😁". Sorrisi e misi Like. Iniziai a scorrere per i post, quando mi capitò nella sezione "Persone che potresti conoscere" uno dei ragazzi che mi ha toccato senza il mio consenso qualche mese prima. Tutto mi tornò in mente. La sensazione delle loro mani sul mio corpo, le mie ex amiche che incitavano i due coglioni a continuare a toccarmi, e ricordai tutto ciò che provai in quegli istanti. Disagio. Imbarazzo. Ansia. Non ne potevo più di quelle sensazioni. Lanciai una occhiata al coltello di prima, ancora sporco di un rosso vago, con qualche macchia qua e la un po' più rossastra. Io non devo tagliarmi. Almeno per oggi. Per lei.
Chiara uscì dalla porta del bagno con l'accappatoio, andò in camera sua e si mise il nostro pigiama (rigorosamente Matchy Matchy al mio, che avevo già messo dopo una lunga doccia con acqua calda).
Mi sorrise. Le sorrisi. C'era qualcosa di stranamente magico in una amicizia così. Ognuno poteva esporsi per come era veramente, ognuno poteva essere come era veramente in compagnia dell'altro. Io avevo lei. Lei aveva me. E questo ci bastava. Sapevo che lei soffriva per qualcosa, ma non me ne parla spesso. Nasconde anche lei qualcosa, qualcosa che fa male ancora oggi. Accesi la tv e aprii Disney+.
"Ci guardiamo American Horror Story?" esclamai.
"Magari un'altra sera." mi prese il telecomando e mise un canale a caso.
"Senti. Lo so che quest'anno per te è stato molto difficile." fece una pausa, fissando per un attimo il vuoto, come se ci vedesse qualcosa che io non vedevo. "Ma voglio davvero riuscire a fare qualcosa per te. Voglio distrarti. Voglio farti stare bene."
Le sorrisi. "Io lo apprezzo. Davvero. E ti voglio bene per questo. Perché ti preoccupi per me"
Mi tornarono in mente tutti i momenti brutti passati. La molestia, i tagli, la sofferenza, i pianti, la tristezza, i minuti passati chiusi in bagno, l'imbarazzo, la gente, le dicerie, le parole nella bocca della gente. Tutto questo mi fulminava ogni volta che raffiorava un ricordo che riguardava uno di questi argomenti. Posso davvero tornare felice? Posso davvero tornare a ridere senza soffrire di nascosto? Io non so come, ma Chiara mi stava davvero aiutando.
"Allora... Guardiamo American Horror Story?"
"Ma non avevi detto che preferivi un'altra sera?"
"Nnnaaaah, guardiamolo adesso!" rispose.
Di notte ci sono i momenti peggiori. Ma almeno li passo con lei.

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