Raggiungemmo la biblioteca nel corridoio accanto e lo feci sedere sul divanetto mentre gli versavo un bicchiere d'acqua dalla caraffa sul tavolino.
"Allora, vuoi spiegarmi cos'è successo? Perché ti ha preso per il collo?" gli chiesi decisa, porgendogli il bicchiere. Non volevo sentire belle storie dal finale strappalacrime, l'unica cosa che volevo era tornare da mio padre ma non potevo farlo con questa faccenda in sospeso.
"Niente di che" mi rispose lui dopo aver bevuto un sorso, ma il mio sguardo deciso gli fece intuire che non era la risposta giusta da dare in quel momento.
"Niente di cui tu debba preoccuparti al momento" tentò allora, altra risposta sbagliata "Hai altri pensieri più urgenti senza doverti preoccupare anche dei miei problemi" commentò lui in risposta. Mi sedetti sul tavolino davanti a lui, in modo da non sovrastarlo e poter parlare a quattr'occhi.
"I tuoi problemi sono i miei. Che è successo? La verità per favore. Non te lo chiederò un'altra volta" gli dissi. Volevo sapere cosa stesse succedendo in casa mia. Non potevo essere davvero invisibile fino a questo punto, tanto da non notare un tentato omicidio tra membri della mia stessa famiglia.
"Lui e tua sorella mi credono responsabile per la malattia di tuo padre" mi confidò dopo un profondo sospiro.
"Cosa? Come...Come è possibile?" gli chiesi, anche se in parte conoscevo già le idee di mia sorella.
Non era la prima volta che Helena sospettava di Edward. Anche quando nostro padre era stato male la prima volta lei era andata prima di tutti da lui, ma non si era mai spinta a tanto, a minacciarlo in questo modo. Tantomeno aveva mai mandato suo marito a fare questo genere di lavoro sporco per lei.
E poi cosa poteva farle credere di nuovo questa cosa? Nostro padre aveva avuto una ricaduta, succede con le malattie, come poteva dare la colpa ad Edward di questo?
"Dimmelo tu. È tua sorella, dovresti sapere come ragiona meglio di me. Avevo intuito di non piacerle già tempo fa, ma non pensavo che avrebbe letteralmente tentato di uccidermi"
Ci fu un leggero attimo di silenzio, riempito solo dal ronzio dei miei pensieri.
"Lei non lo farebbe mai" conclusi io infine "Conosco mia sorella. Sì, a volte è testarda e caparbia, ma non farebbe mai del male a me o a persone a cui tengo. Soprattutto non ora con quello che sta succedendo a nostro padre. Per quanto sia scossa non andrebbe mai contro ai suoi principi"
Ed era vero, sapevo che era vero. Nulla in tutto il mondo mi avrebbe mai fatto cambiare idea su questo. Potevamo anche aver litigato e poteva anche avermi detto che non era più mia sorella, ma nel profondo del suo cuore sapevo bene che non lo pensava. Me lo aveva dimostrato quel giorno davanti al monumento della mamma.
"Quindi io sarei una persona a cui tieni?" chiese lui dolcemente, come se non fosse appena stato quasi strangolato.
A queste sue parole alzai il mio sguardo fino ad incontrare il suo, e il suo dolce sorriso.Avrei potuto dirgli che non era quello che intendevo, ma in effetti lo era sul serio.
Da mesi fantasticavo su di lui, su un possibile noi che non era mai divenuto realtà. E adesso lui era lì, davanti a me, a guardarmi così.
Mi sentì come paralizzata mentre poggiava la sua mano sulla mia, ma comunque non riuscì a staccare il mio sguardo dal suo.
Nemmeno quando la sua mano cominciò a farsi strada su per il mio braccio fino a raggiungermi il mento non riuscì a fare nulla se non chinarmi leggermente verso di lui.
Questa volta era vero. Non avevo la stanchezza di una lunga giornata a gravarmi sulle spalle, non avevo abbastanza fantasia da potermi nuovamente immaginare tutto come l'ultima volta.
Fu un bacio semplice, delicato, in altre parole tutto quello di cui avevo bisogno in questo momento.
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Due capitoli dello stesso libro
ChickLitSequel di "Due cuori sotto scacco" Racconta la storia delle due sorelle, riprendendo da dove le avevamo lasciate Questa volta però a raccontare la storia sarà la nostra Layla Tra nuovi amori e vecchi rancori questo racconto andrà ad esplorare e app...