Jongseong si svegliò di soprassalto, madido di sudore e col fiatone. Il cuore gli martellava nel petto e non voleva rallentare i battiti e l'aria entrava così velocemente nel suo corpo, da provocargli la nausea. Si portò una mano al petto e strinse la sua collana e pian piano tornò in sé.
Era una visione; non ne aveva una da anni e gli faceva sempre lo stesso effetto.
Si coprì la bocca, per trattenere i conati. Quell' immagine era ancora vivida nella sua mente, ma non poteva capirne il significato; solo Sunoo aveva quel dono.
Dopo qualche minuto la nausea si alleviò e Jongseong tornò a respirare normalmente. Solo a quel punto si stese nuovamente, ma sapeva che non si sarebbe più riaddormentato. Guardò il soffitto, cercando di togliersi dalla mente quell' orribile visione di sangue, che lo angustiava sempre di più. Si portò la mano alla fronte e si tirò indietro i capelli. Sentiva la pelle umida sotto le dita; perciò decise che era meglio che si facesse una doccia fredda. Così si alzò dal letto e gli tornarono i conati di vomito, ma essi durarono solo pochi istanti.
Ebbe finalmente sollievo non appena sentì l'acqua gelata irrigidirgli le membra e rallentare ogni suo respiro. Gli piaceva tanto sentire quel freddo pungente, soprattutto nelle calde giornate di estate come quella.
Alzò la testa verso il getto dell' acqua e tutte le gocce gli offuscarono la visuale. Ad un certo punto la luce bianca della lampadina, a qualche metro sopra la sua testa, divenne sfarfallante, fino a diventare un bagliore discontinuo e distante, accompagnato da scintillii intermittenti. In un attimo tutto attorno a sé iniziò a sfumare e alla fine si trovò sott'acqua. Sopra di lui la luce del sole si disperdeva tra i flutti e si faceva sempre più lontana. Capì immediatamente che quella era un' altra visione. Sentiva sommessi dei lamenti, che riconobbe subito; erano quelli di Jungwon. Allora si rese conto che era la visione di ciò che stava sognando in quel momento.
La visione fu così fuggiasca, che Jongseong non ebbe il tempo di modificarla agli occhi sia suoi sia del mortale.
Non appena essa finì, Jongseong perse l'equilibrio e in un attimo si trovò a terra. L' acqua che scorreva sul pavimento della doccia si era impregnata di un liquido d'oro, che scendeva copioso dalla testa del divo. Aveva sbattuto violentemente la testa contro una mattonella del muro, che si era scheggiata.
"Cazzo!" Esclamò, ma non per il dolore, anche se sentiva pulsare e bruciare la ferita in modo quasi insopportabile. Capì che doveva uscire da lì e andare da Jungwon. Sapeva che lo stava aspettando. Si immaginò la mano di quel mortale stesa sul letto vuota, in attesa di stringere la sua. Purtroppo però gli ci volle un po' di tempo per riprendersi.
Uscì dalla doccia e si vestì, prendendo dal cassetto la prima maglietta che gli era capitata a tiro, la stessa cosa per i jeans, strappati, come piacevano a lui.
Gli ci volle un attimo per arrivare nella stanza di Jungwon e appena lo fece, si tranquillizzò nel vederlo dormire ancora. Era completamente immobile, girato su un fianco, rivolto verso la finestra, con la mano protesa verso di essa, come se lo stesse aspettando. Jongseong la afferrò subito e la accarezzò col pollice.
Si accorse che il mortale stava tremando. Ogni tanto gli uscivano di bocca lamenti sommessi, nel mentre stringeva forte la presa e non dava segno di lasciare andare la mano del divino, il quale gli posò la mano sulla fronte per scacciare gli incubi che tanto tormentavano il poveretto."Ssh... Calma, Jungwon, respira... Va tutto bene..." Sussurrò, dopo aver notato che i respiri del ragazzo si stavano facendo sempre più irregolari.
"Jong..." Mormorò, tra un lamento e l'altro, quasi senza fiato.
"Ssh... Sì, sono io." La sua voce fu sufficiente per calmarlo.
Jungwon allentò la presa sulla sua mano e riprese a respirare. Dopo qualche minuto aprì gli occhi lentamente. Un sorriso, nascosto dal buio della stanza, gli solcò le labbra; sapeva che sarebbe venuto quella sera, se lo sentiva.
"Sei tu..." Mormorò. "Cosa ci fai qui?"
"Non riesco a dormire."
"Ah... Sono contento di vederti." Non riusciva a credere di averlo detto veramente.
"Anch'io."
Jungwon non riusciva a vederlo. Quella era una notte senza luna, perciò, per quanto gli occhi fossero abituati al buio, non vedeva altro che il cielo stellato fuori dalla finestra. Ma sapeva che era lì e questo era l'importante. Col pollice accarezzò a sua volta la mano di Jongseong, con pochi piccoli movimenti.
"Quando mai saprò cosa mi nascondi, Jongseong?" Chiese. "Come riesci tutte le volte ad entrare?"
"Ora dormi. Non ci pensare adesso."
"È difficile non farlo, siccome adesso tu sei qui con me."
"Preferisci che me ne vada?"
"No. Resta, ti prego."
Jongseong sperava che glielo dicesse. Prese a lambire la guancia di Jungwon, nel mentre si avvicinò col viso e gli diede un bacio sulla fronte. Sentiva l'effetto di quelle frecce, che gli faceva battere il cuore più di quanto non avesse mai fatto in tutti quegli anni. Percepiva quel veleno scorrergli nelle vene, ma non era mai stato tanto felice. Sapeva che tutto questo avrebbe portato a delle conseguenze, ma in quel momento poco gli importava.
Il mortale lo lasciò fare e, appena percepì il morbido tocco delle labbra del divino sulla sua pelle, fu scosso da un brivido e chiuse gli occhi. Magari era solo un altro sogno e quasi lo sperava, perché non capiva nemmeno lui quello che stava facendo.
"Sdraiati qui, vicino a me." Disse Jungwon, pensando di essere completamente impazzito.
Jongseong esitò in un primo momento, poi obbedì e si posizionò accanto al ragazzo.
"Non riesco a vederti bene..." Sussurrò, appoggiando la testa sul petto di Jongseong. "Questo mi ricorda molto Psiche ed Eros."
"Conosci quel mito?"
"Certo. Me lo avevano raccontato qualche anno fa, insieme ad altri. Non credere di essere l'unico che conosce la mitologia."
Jongseong soffocò una risata e Jungwon pure.
Stettero in silenzio per un bel po' e il sonno ricominciò a farsi sentire per entrambi.Il mortale, prima di addormentarsi, strinse a sé Jongseong. I suoi muscoli erano morbidissimi e gli facevano venire voglia di stringere ancora di più, ma non lo fece. Si addormentò col sorriso sulle labbra, mentre il divino gli accarezzava piano i capelli. Gli aveva cinto le spalle, pensando che non lo avrebbe più lasciato andare.
Il suo cuore immortale batteva sotto l'orecchio del ragazzo, che si era addormentato tranquillizzato da quelle lente e regolari pulsazioni, dall' addome, che si muoveva su e giù sotto di lui, e dal profumo di salsedine che aveva imparato ad amare.Jongseong, prima di cadere tra le braccia di Morfeo a sua volta, si rese conto che stava iniziando ad amare quel ragazzo. Anzi... Aveva già incominciato da tempo, sennò non lo avrebbe mai salvato dal fiume e non sarebbe stato al suo fianco tutte le notti. Alla fine quella freccia traditrice aveva solo anticipato la crescita di qualcosa che stava già iniziando a sbocciare.
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Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿
FanficJongseong fa parte di una lunga successione divina che affonda le proprie radici in Afrodite stessa. Figlio di una nereide e pronipote di Eros (Cupido), dio dell' amore passionale. Egli è immortale e l'ultimo discendente prediletto della dea, la qu...