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La strada che porta lontano è lunga e dolorosa

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La strada che porta lontano è lunga e dolorosa. L'amore non la colma, non riempie il vuoto che si crea tra il mio corpo e il suo. La contraddizione che nasce dalla sensazione di avere le dita intrecciate alle sue, come sempre, e vederle invece vuote mentre l'aereo si stacca dal suolo e mi strappa via. È così netta che ferisce. Faccio a botte con il vuoto che mi colma e mi convince sempre di più di aver sbagliato. 

Cosa faccio qui?

Il mio futuro è lei. Non l'università, le scienze politiche, la carriera diplomatica. Solo, sempre, unicamente lei.  Il cuore rimbomba forte nelle orecchie e so che devo tenerlo calmo. 

Osservo le nuvole sotto di me e il cielo terso, celeste, al di sopra. Respira, Mic. 

Prima di Sam ero una persona razionale. Prima di lei... avevo solo paura di morire. E quel pensiero dominava tutto il resto. Oggi sono in volo verso la mia nuova strada, un percorso che ho scelto perché è adatto a me. Non succederà niente di male mentre sono via. Lei mi aspetterà e tornerò presto. Non riesco a scacciare dal petto un senso di ansia ingiustificato. L'aereo atterra sotto una coltre spessa di nubi color dell'acciaio che rendono la luce di un bianco sporco. Respiro odore di terra bagnata e ferro mentre fermo un taxi per fare l'ultimo tratto di strada fino all'università di Warwick. 

Accendo il cellulare mentre mi avvicino al campus: mi appare come una piccola città. Apro un messaggio di Sam che mi fa sorridere. Ha mandato solo una farfalla celeste e un cuore nero, due simboli che racchiudono l'intera nostra storia. L'ansia non si spegne neanche quando scarico la valigia sull'asfalto lucido di pioggia e imbocco il viottolo che conduce al complesso dove vivrò da ora in avanti. Divido la stanza con un tipo silenzioso di nome Jamie, capelli scuri a spazzola e occhi neri, che alza appena la testa quando entro e fa un cenno di saluto con le spalle. 

Sistemo la valigia sotto al letto, esco sul piccolo terrazzo a cui si accede dalla cucina comune e avvio la videochiamata con Sam. Lascio correre lo sguardo sul bosco che si stende alle spalle del campus e sulle colline poco oltre. Lei impiega un po' di tempo a rispondere.

Sorrido mentre solleva il telefono per inquadrarsi meglio. Gli occhi inerii sembrano pietre nella luce del tramonto. È stesa sul letto in camera mia e ho la sensazione che dormirà tra le mie lenzuola finché non sarò tornato e nessuno potrà impedirglielo. 

«Amore».

Lei si gira sul fianco e avvicina il telefono. Cerco i suoi occhi nella penombra e lei fissa un punto indefinito oltre lo schermo. 

«Va tutto bene?»

Annuisce. «Sono contenta di vederti».

Parlare attraverso i chilometri e fingere che sia una comunicazione normale è un'impresa. Lei non ha mai avuto un cellulare. L'anno scorso, quando è arrivata in casa nostra, gliel'hanno regalato i miei genitori per poterla rintracciare. Lei è impacciata nell'usarlo e io sono abituato a tenerla tra le braccia, non a fissare la sua immagine muta attraverso uno schermo. 

FALL IN WITH YOU (FIWY 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora