31. Bradley

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"'When I was fifteen, sixteen when I started really to play the guitar

I definitely wanted to become a musician

It was almost impossible because the dream was so big

I didn't see any chance because I was living in a little town, I was studying.

And when I finally broke away from school and became a musician

I thought "well I may have a bit of a chance"

"Quando avevo quindici, sedici anni, 

quando ho iniziato a suonare davvero la chitarra,

volevo assolutamente diventare un musicista.

Era quasi impossibile perché il sogno era così grande che

non vedevo alcuna possibilità perché vivevo in una piccola città, studiavo.

E quando finalmente ho lasciato la scuola e sono diventato un musicista,

ho pensato "beh, potrei avere una piccola possibilità"

-Daft Punk-


La musica mi ha salvato la vita.

Non sono mai stato solo nella mia esistenza, non lo ero neanche nell'utero di mia madre, costretto a condividerlo con mio fratello, Justin.

Siamo gemelli ma in comune abbiamo ben poco.

Credo che mia madre si sia impegnata per darmi tutte le debolezze e lasciare la forza a lui. L'ha assorbita tutta, lasciandomi indifeso, esposto al mondo.

Nostro padre non era il migliore degli esempi, non ha mai voluto davvero impegnarsi in qualcosa. Allo stesso tempo però, si lamentava di noi, piccoli incapaci.

Ricordo quando riuscii a comprarmi la mia prima chitarra, usata, anche un po' malridotta. Non avevamo soldi per farmi avere un insegnante quindi mi ci concentravo ogni giorno. Amavo sentire come passando una mano su quelle corde riuscivo a emettere suoni che mi vibravano dentro.

Ricordo anche quando mio padre si arrabbiò, perché preferivo usare la chitarra piuttosto che studiare, e la ruppe, distruggendola.

Piangevo come non mai, non avendo la forza di reagire, cosa che al contrario fece mio fratello.

Alle volte mi chiedo se Justin non sia nato già arrabbiato.

Ma lui mi proteggeva, sempre, come fece in quel caso. Anche se piccolo fece notare a mio padre quanto lui non andasse bene, quanto fosse sbagliato quello che aveva fatto, distruggere l'unica cosa a cui abbia mai tenuto.

Le sue parole tornarono veritiere, quella sera del nostro compleanno.

Al contrario di Justin, la mia mente ha fatto in modo che dimenticassi quel momento, mettendolo dietro un muro, per non farmi del male.

Le urla di mia madre sono l'unica cosa che sento ancora adesso, di notte.

Oltre a spronarmi, mio fratello mi è sempre stato accanto. I primi incubi, le prime sedute dagli psicologi. Era contrario agli antidepressivi e gli psicofarmaci, lui diceva che dovevo farcela da solo, come lui, ma io non ero così forte. Spesso li nascondeva per fare in modo che non li prendessi.

Non siamo bravi ragazziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora