Capitolo 17 - Addio papà

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Capitolo 17 - Addio papà

Guardo le pareti intorno a me senza specchi, senza finestre, muri infiniti (tutti dipinti in colori allegri). Mi inghiottiranno lasciando solo il ricordo di un ragazzo di bell'aspetto che è scomparso?

Sarò come quel tizio a scuola che morì in un incidente in seconda media? Allora piangemmo tutti, ma adesso io nemmeno me ne ricordo il nome. Scommetto che nessuno se ne ricorda, così come si dimenticheranno del mio.

Sparirò dalla memoria di tutti, persino da quella di mio padre.

"È carina" commento, andando verso il comodino e fingendo di ammirare la casa. "E dov'è il telefono?"

Magda, che è ancora lì a guardarmi con compassione, si prende del tempo prima di rispondere. "Non c'è" dice.

"Non c'è telefono?" Mente male. "Sei sicura?"

"Signor Zayn..."

"Ho bisogno di parlare con mio padre. Ha in mente di... scaricarmi qui per sempre, senza nemmeno salutarmi... comprandomi solo DVD, così non si sentirà in colpa per avermi abbandonato?"

Allungo una mano, colpendo uno scaffale e facendo cadere per terra gran parte della roba che c'è sopra. Sento le pareti verde brillante farsi strette intorno a me. Mi lascio cadere sul divano.

"Dov'è il telefono?" insisto.

"Signor Zayn..."

"Smettila di chiamarmi così!" Colpisco altri DVD. "Mi sembri una ritardata. Quanto ti paga per stare con me? Ti ha triplicato lo stipendio per farti stare qui con il figlio mostro, per essere la mia carceriera e tenere la bocca chiusa? Beh, se io scappo il tuo lavoro se ne va a fanculo. Lo sai questo, no?"

Continua a fissarmi.

"Sono cattivo, sai?" le dico. "Per questo ho quest'aspetto. Magari una notte potrei ucciderti nel sonno. Al tuo paese la gente non crede in questa roba, in riti voodoo o nei figli di Satana?"

"No. Crediamo-"

"La sai una cosa? Me ne frego del tuo paese. Me ne frego di tutto quello che ti riguarda."

"Io lo so che lei è triste..."

Sento una vampata salirmi alla testa, su per il naso. Mio padre mi odia. Non vuole più stare nella stessa casa con me.

"Per favore, Magda, per favore fammi parlare con lui. Ne ho bisogno. Non ti licenzierà se mi lasci parlare con lui. Non troverebbe nessun altro disposto a stare con me."

Mi fissa ancora per un po', infine annuisce. "Le farò usare il telefono. Spero che la aiuti. Anch'io ci ho provato."

Va via. Vorrei chiederle cosa intende con "anch'io ci ho provato". Che ha provato a parlare con mio padre per convincerlo a stare con me, a essere umano, ma non c'era riuscita?

La sento arrancare di sopra nella sua stanza, che deve essere quella con le valigie. Oddio, ho solo lei. Potrebbe avvelenarmi il cibo se diventassi troppo odioso. A chi importerebbe?

Mi inginocchio sul pavimento per raccogliere i DVD che ho fatto cadere per terra. È complicati con gli artigli, ma quantomeno le mie mani erano rimaste della stessa forma, con un pollice come quelle di un gorilla, non come le zampe di un orso.

In pochi minuti, Magda ritorna con un cellulare. Dunque la casa è sul serio senza telefono. Che stronzo che è mio padre.

"Io... ho raccolto quasi tutto." Le mostro le braccia piene di roba. "Mi dispiace, Magda."

Inarca un sopracciglio, ma dice: "Va bene."

"Lo so che per questa storia di mio padre tu non hai nessuna colpa..." Mi stringo nelle spalle.

Mi prende i giochi che ho ancora in mano. "Vuole che lo chiami io?"

Scuoto la testa e prendo il telefono. "Ho bisogno di parlargli da solo." Annuisce, poi rimette i giochi sullo scaffale ed esce dalla stanza.

"Che c'è, Magda?" Nel rispondere la voce di mio padre rivela irritazione. Non migliora nel sentire che sono io.

"Non è Magda. Sono io, Zayn. Ci sono un po' di cose di cui dobbiamo parlare."

"Zayn, sono nel bel mezzo di-"

"Sei sempre nel bel mezzo di qualcosa. Non ci vorrà molto. Fai prima ad ascoltare cosa ho da dirti che a discutere."

"Zayn, lo so che non vuoi stare lì, ma credimi, è la soluzione migliore. Ho cercato di rendere confort-"

"Tu mi hai scaricato qui."

"Sto facendo la cosa migliore per te. Ti sto proteggendo dagli sguadi della gente, dalle persone che ti sfruttetebbero a loro vantaggio, e-"

"Stronzate, solo stronzate." Guardo le pareti verdi che mi si stringono intorno. "Stai proteggendo te stesso. Non vuoi che nessuno sappia di me."

"Zayn, la conversazione finisce qui."

"No che non finisce qui. Non riagganciare! Se chiudi quel telefono, andrò alla BBC e rilascerò un'intervista. Ti giuro su Dio che lo farò."

A questo punto si ferma. "È quello che vuoi, Zayn?"

Io voglio andare a scuola, avere amici, riavere tutto come prima. Ma non accadrà. Per cui dico: "Ascolta, ci sono un po' di cose che mi servono. Procuramele e farò come dici tu. Altrimenti me ne vado"

"Quali cose, Zayn?"

"Un computer con internet. So che hai paura che faccia qualcosa di scriteriato, tipo dire ai giornalisti di venire qui e fotografarmi." Dire loro che soni tuo figlio. "Ma non lo farò, non finché farai quanto ti chiedo. Voglio solo essere in grado di continuare a vedere il mondo."

"Okay, okay, lo farò."

"Secondo, voglio un insegnante.

"Un insegnante? Non sei mai stato uno studente modello."

"Adesso è diverso. Adesso non ho altro da fare."

Mio padre non risponde e io vado avanti.

"E poi, cosa succede se guarisco? Cioè, adesso sono così. Magari un domani starò meglio. Magari la strega cambierà idea e mi farà tornare come prima."

Lo dico anche se so che non succederà e che lui non ci crede. In cuor mio, continuo a sperare che forse potrei conoscere qualcuno online, una ragazza magari. Per questo volevo un computer.

Ma perché voglio un insegnante in realtà non lo capisco neanche io. Papà ha ragione: io odio la scuola. Ma adesso che mi è stata tolta, la voglio. E poi, un insegnante sarà qualcuno con cui parlare.

"È solo che sto cercando di non lasciarmi andare "

"Va bene. Cercherò qualcuno. Che altro?"

Faccio un bel respiro. "La terza cosa è che non voglio che mi vieni a trovare."

Lo dico perché tanto so che non sarebbe voluto venire. Comunque papà non vuole più vedermi. Lo ha fatto capire chiaramente. Se venisse, lo farebbe solo perché si sentiva in dovere. E non è quello che voglio, non voglio starmene qui seduto ad aspettar che si faccia vivo e restarci male ogni volta che non lo fa.

Aspetto per vedere se ha qualcosa da ridire, con la scusa di essere un bravo padre.

"Va bene" dice. "Se è quello che vuoi, Zayn."

Un classico. "È quello che voglio."

Riaggancio prima di cambiare idea e di supplicarlo di venire da me.

Beastly || Zayn Malik [INTERROTTA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora