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Questo è il mio motto : "pensa pure positivo ma non troppo, perché potresti rischiare di illuderti a dismisura,e questo non farebbe bene né a te né agli altri."
Ero seduta tranquilla nel mio letto, e come sempre ascoltavo la mia Musica.Questa mi rilassava in ogni momento della vita, mi cancellava ogni problema. Mi allontanava dal mondo in cui vivevo per poi farmi vivere in un altro mondo nel quale esistevo solo io, i miei cantanti e la mia Felicità. Il punto è che tutto ciò si collocava nella mia mente e non oltre, non era la realtà come speravo e questo mi faceva stare un po' male.Infatti delle volte cercavo di chiudere gli occhi,viaggiare nella mia vita parallela,e infine riaprirli per poi vedere se almeno qualcosa,qualunque cosa,anche se piccola, si fosse materializzata.Era una missione impossibile,ma nonostante ciò ogni tanto ci provavo.Ero appena tornata da una fantastica giornata di mare, trascorsa con Jenette e John. Il mare quel giorno era particolare,mi aveva copita più del solito: era molto calmo rispetto ai giorni precedenti. Spesso quando passavo i pomeriggi in spiaggia con i miei amici l'acqua,con la sua misteriosità,mi trasmetteva ansia.Ha sempre avuto un che di inquietante. Non so perché, ma questa volta mi fece rilassare facendomi sentire a mio agio e quindi tranquilla e senza dubbi.Sembrava facesse parte di uno dei miei soliti sogni. Toccando quella limpida coperta azzurra, gelida ma rassicurante, è come se la calma entrasse a far parte di me stessa. Invece tutte le altre volte ''mi veniva/travolgeva'' la sensazione fredda che si ha quando si è soli in una foresta di notte,o in una casa abbandonata al buio e si ha la certezza che da un momento all'altro ci sarà qualcosa o qualcuno che ci terrorizzerà a morte. Questa volta, immersa la mano,mi sentii libera,senza alcun problema per la mente.Colta questa occasione,chiusi glli occhi e feci come al solito il mio 'tour' dell'immaginazione. Ora ero in un prato fiorito e quindi colorato. Non c'era nessuno: c'ero io, il prato e.. qualcosa di indefinito. Sembrava quasi la sagoma di una persona.Anzi,lo era.Aveva un aspetto familiare,molto familiare.Lo riconobbi subito. L'avrei riconosciuto tra un milione di persone.Lui.Il mio lui. Il mio principe azzurro.Il mio eroe.Una delle persone più importanti della mia vita.Una delle persone che non avrei mai voluto perdere. John. Era il mio primo vero amore, ed era una delle poche cose di cui ero sicura.
Ma poi arriva sempre il momento in cui qualcuno ti sveglia e ti riporta alla realtà e addio John e prato fiorito!
Pensando, mi venne in mente un particolare. Jenette è sempre stata la migliore amica di John cosi come era anche la mia,solo che negli ultimi tempi ho avuto il sospetto ed il dubbio che mi stessero nascondendo qualcosa.Oh no,non potevo pensare a quello che stavo pensando.Ero convinta che John provasse qualcosa per me! Il modo in cui mi guardava, in cui mi parlava o in cui mi ascoltava erano solo di due occhi innamorati. Oh mio dio, no! E se invece non fosse stato cosi, se invece lui fosse stato follemente innamorato della stessa Jenette? Sarebbe un vero incubo. La mia migliore amica che ha una relazione con il mio migliore amico,di cui,oltretutto,sono anche innamorata. Non osavo nemmeno immaginarmelo. E se cosi fosse? E se si volessero mettere insieme ed avere più tempo per loro? Poi mi avrebbero sicuramente esclusa.Mi venne la vaga idea di chiamare Jenette anche se era tardi, molto tardi... Ma dovevo essere sicura di ciò che stava accadendo, quindi seguii l'istinto e telefonai.
-Hey, ciao..- lo avevo fatto,ma fui subito pentita. Avrei voluto riattaccare. Avevo cambiato idea,dopotutto non avevo il diritto di decidere per loro. Inoltre non avevo mai raccontato della mia ''cotta'' a nessuno. Nemmeno a lei che sapeva tutto di me.- Ma ciao! Alla buon'ora eh..Dimmi tutto! - dal suo tono si poteva capire benissimo che l' avevo svegliata. Non ebbi il coraggio di risponderle.-Niente di che... Volevo...chiederti se stavi bene..Ti ho vista strana sai, oggi...- cercai di inventarmi qualcosa al momento,ma ottenni dei pessimi risultati,mi conosceva fin troppo bene.- Ehm..Potresti farmi il favore di dire almeno la verità, senza fare discorsi troppo lunghi?..sai che non fanno per me. No ma seriamente,hai bisogno?- Mi piaceva quando si preoccupava per me e cercava in tutti i modi di nasconderlo. Trovai subito la risposta alla sua domanda : le dissi che mia madre mi stava chiamando, allora fu lei ad attaccare. La cosa mi fece spuntare un piccolo sorriso sul volto. Mi divertiva vedere tutti i miei amici cercare di darsela a gambe quando, in qualsiasi discorso, si trattava di parlare di lei. Ne avevano paura perché fin dall'infanzia minacciava di tagliar loro la lingua e le mani nel caso di cattivo comportamento. E anche ora che siamo cresciuti,quando mi vengono a trovare, cerca di metterli in situazioni comunque difficili per far in modo che ritornino nelle proprie case.