Pochi mi conoscono davvero. Molti mi vedono solo come la sorella di Riccardo Dose, ma io sono Greta, una persona a sé, con la mia identità. Sono sua sorella gemella, e tanti chiedono solo di lui, mai di me, e io non rivelo mai cosa sento veramente.
Dopo il diploma mi sono trasferita a Bologna per studiare in una delle università più belle e organizzate d'Italia. Non avevo molti soldi, quindi ho deciso di lasciare temporaneamente gli studi e cercare lavoro in un ufficio, sfruttando le competenze in marketing e grafica che avevo acquisito alle superiori. L'ufficio per cui lavoravo si occupava di locandine per eventi importanti, ma lì ero pagata il minimo e, essendo l'unica donna, venivo trattata come una sorta di "assistente" tuttofare.
Sono a Bologna da anni ormai, ma non chiedo aiuto a Riccardo. Non voglio che sappia quanto dolore e angoscia provo in questo ambiente. Sono molto legata a mio fratello; da bambini eravamo inseparabili. Mi rattrista che questo legame si sia allentato nel tempo, anche se continuo a seguire i suoi progressi con orgoglio e ammirazione.
Oggi, sopraffatta dal lavoro, ho deciso di chiamarlo. Dopo vari tentativi, ha risposto:
"Sorellina, che onore ricevere la tua chiamata!" scherza lui.
"Riccardo, ho bisogno di aiuto. Non ce la faccio più, questo lavoro mi sta logorando. Voglio andarmene, magari tornare a Pordenone dai nostri," dico quasi in lacrime.
"Greta, calma. Se hai bisogno, io e i ragazzi veniamo subito a prenderti," risponde cercando di rassicurarmi.
"Ti prego, aiutami, non ce la faccio più," supplico.
"Domani alle nove siamo lì. Prendi tutto quello che puoi, lasciamo Bologna," promette, chiudendo la chiamata.So che questa volta mi aiuterà, non solo perché sono sua sorella, ma perché ha capito quanto sia grave la situazione. Verrà con Jasmine, Simo, il mio miglior amico, e Daniel, che è sempre stato il mio punto debole, anche solo con uno sguardo.
Un'altra preoccupazione che ho è Luca, il mio ex ossessivo. Mi ha minacciato più volte, dicendo che, se avessi lasciato Bologna, avrebbe fatto del male a me e ai miei cari. Lui non deve scoprire che sto andando via. Stanotte dormo con un peso sul petto: Luca si è presentato spesso sotto casa mia cercando di farmi del male, e ogni volta ho resistito alla tentazione di aprirgli.
La mattina seguente, mentre mi preparo, sento il telefono vibrare con l'ennesima chiamata da un numero sconosciuto. So chi è, ma non rispondo. Sono le 08:55 quando sento il campanello suonare. Temo sia Luca, ma per fortuna è mio fratello. Li faccio salire in casa: entrano in fila, prima Jasmine, poi Riccardo, poi Simo e infine Daniel.
Mentre racconto la mia situazione, noto Daniel che mi guarda con intensità. Sembra quasi che non ascolti le mie parole, ma che mi osservi e basta. Ci interrompe l'ennesimo squillo del campanello. Scendo, aspettando un pacco, ma fuori c'è Luca. Parla sottovoce e, vedendo Riccardo dentro casa, afferra il mio collo con violenza, facendomi mancare l'aria. Mi sento morire, senza aver mai confessato i miei sentimenti a Daniel né chiesto scusa a Riccardo per le volte in cui l'ho trascurato.
Riccardo mi chiama, e Luca, impaurito, mi lascia e scappa. Rientro cercando di coprire i segni sul collo con i capelli, ma Daniel, fuori sul balcone, li nota a causa di una folata di vento. Riccardo è il primo a vederli e mi trascina in camera.
"Greta, chi ti ha fatto questo?" mi chiede, furioso.
Tra i singhiozzi confesso: "L-Luca".Riccardo, senza una parola, corre fuori per trovarlo, mentre Jasmine mi abbraccia come se fossi fragile e sul punto di rompersi. Poco dopo, Riccardo torna e scambia uno sguardo d'intesa con Simo e Daniel. Quest'ultimo mi guarda in modo particolare, come se volesse riparare qualcosa che non ha mai rotto lui.
Carico le mie cose in macchina, e il viaggio inizia in silenzio. All'autogrill, mentre gli altri prendono un caffè, ricevo un'altra chiamata da Luca.
"Sai, Greta, è inutile che scappi. Ti troverò ovunque tu vada," minaccia con una voce da incubo.Il corpo non regge più, e mi accascio sui sedili posteriori. Daniel se ne accorge e corre alla macchina, avvisando Riccardo. Mi scuotono, e lentamente riapro gli occhi, abbracciando Riccardo con tutta la mia forza.
Proseguendo il viaggio, il silenzio si rompe e iniziamo a parlare. Quando tutti dormono, Riccardo nota che Daniel è rimasto in silenzio per tutto il tragitto.
"Danielson, tutto bene? Non hai detto una parola," gli chiede."Riccardo, oggi, incrociando lo sguardo di Greta, ho provato qualcosa di speciale. Una sensazione che non pensavo fosse possibile alla mia età: le farfalle nello stomaco."
Riccardo rimane in silenzio, colpito. Lui sa che ho sempre avuto un debole per Greta, anche se ho cercato di dimenticarla. Ma oggi ho capito che non posso più ignorare questi sentimenti.
Sento che il viaggio verso casa rappresenta un nuovo inizio, una seconda occasione per riprendere in mano la mia vita. E forse, finalmente, riuscirò a vivere senza paura e ad amare senza più trattenere nulla.
________________________
Spazio Autrice✍🏻
Questo è il primo capitolo della mia storia spero vi piaccia. Ricordate di lasciare dei consigli e commenti su come posso migliorare. Se vi piace non dimenticate di mettere una stellina ⭐️⭐️
STAI LEGGENDO
Non lasciarmi qui
Ficción GeneralGreta,la sorella di Riccardo Dose, dopo il diploma si è trasferita a Bologna. Lei ha un segreto che da tempo la tormenta:è innamorata del migliore amico di suo fratello. Succederà qualcosa tra i due? Lo scoprirete solo leggendo la storia😇