Carlotta si avvicinò al grande cancello di legno del maneggio, il suo cuore batteva forte mentre i ricordi la assalivano. Era come se ogni tavola di quel cancello avesse assorbito le sue risate, le sue lacrime, e ogni momento di crescita. Dieci estati trascorse in quel luogo magico, dove ogni angolo raccontava una storia e ogni cavallo era un amico.
Mentre spingeva il cancello, il profumo di legno si mescolava all’aroma fresco del fieno e all’odore pungente dei pony. Era un misto che l’avvolgeva, portandola indietro nel tempo, a quando era una bambina che scorrazzava tra i pony, ansiosa di cavalcare. Quest’anno, però, le cose sarebbero state diverse. Carlotta si sentiva più grande, più responsabile, e questo la rendeva orgogliosa. Era lì per aiutare gli istruttori, una nuova avventura che prometteva di arricchire il suo soggiorno.
“Carlotta! Sei in orario!” la salutò Marta, una delle istruttrici, con un sorriso amichevole. “I bambini arriveranno tra poco e abbiamo bisogno del tuo aiuto per sistemare i pony.”
Carlotta annuì, sentendosi subito a casa. Insieme a Marta, si diresse verso il recinto principale, dove i pony erano già radunati, impazienti di incontrare i piccoli cavalieri. L’emozione di vedere i bambini montare per la prima volta le fece sorridere. Era un momento che aveva vissuto anni prima, e ora, da più grande, poteva osservare con un misto di nostalgia e gioia.
“Quale pony scegli per i più piccoli?” chiese Marta, guardando i piccoli cavalieri che si avvicinavano.
“Credo che Portos sia perfetto,” rispose Carlotta, indicando un pony grigio dalla criniera fluente. “È dolce e paziente.”
Marta annuì, approvando la scelta. “Ottima idea. Aiuta a farlo salire mentre io preparo gli altri.”
Carlotta si avvicinò a Portos, accarezzando la sua criniera con delicatezza. Il pony si girò, guardandola con occhi gentili. “Pronto per una nuova avventura?” sussurrò Carlotta, sentendo un calore crescere dentro di lei.
Dopo aver sistemato il pony, Carlotta notò che un gruppo di bambini si stava avvicinando, ridendo e chiacchierando. Erano pieni di energia, e Carlotta si sentì di nuovo una guida, come lo era stata in passato.
“Mamma, guarda!” esclamò una bambina bionda, correndo verso il recinto. “Posso montare quel cavallo?”
“È un pony, non un cavallo,” corresse Carlotta con un sorriso. “Ma sì, sei pronta?”
Le risate dei bambini si mescolavano ai nitriti dei pony mentre Carlotta insegnava loro come montare. Ma in mezzo a quell’atmosfera gioiosa, sentì una presenza diversa, un’energia che non riusciva a identificare. Si voltò, e lì, seduto su una delle sedioline di plastica scolorite, c’era un ragazzo. I suoi capelli scuri e disordinati e il suo sorriso un po’ timido colpirono Carlotta.
Era Matteo. Carlotta non sapeva nulla di lui, ma già sentiva un’attrazione inspiegabile. La sua presenza sembrava emanare una calma che contrastava con l’eccitazione dei bambini. La curiosità le pulsava nel petto.
Dopo un momento di esitazione, decise di avvicinarsi. “Ciao, sei nuovo qui?” chiese, cercando di mascherare l’imbarazzo.
Matteo alzò lo sguardo, sorridendo. “Sì, mi chiamo Matteo. Sono appena arrivato. Non so molto di cavalli, ma mi piacciono.”
Carlotta si sentì sollevata. “Nessun problema! Sono qui per aiutare. Vuoi venire con me a dare una mano?”
Matteo annuì e si alzò dalla sediolina, seguendola verso il gruppo di bambini. Iniziarono a lavorare insieme, mostrando ai piccoli come accudire i pony, e Carlotta si accorse di quanto fosse facile parlare con lui. Le parole fluivano naturalmente e, per un attimo, si sentì come se lo conoscesse da sempre.
“Sei brava con i bambini,” osservò Matteo, mentre uno dei piccoli cercava di montare Portos.
“Grazie! È divertente, e mi piace aiutarli,” rispose Carlotta, osservando i bambini con tenerezza.
Ma mentre sorrideva, una sensazione di competizione iniziò a farsi strada dentro di lei. Matteo era nuovo e, in un certo senso, sembrava più maturo. La sua presenza la sfidava a essere migliore, a dimostrare che, nonostante gli anni passati, c’era ancora molto da imparare.
“E tu? Cosa ti ha portato qui?” chiese Carlotta, tentando di distrarsi da quei pensieri.
“Mi piace cavalcare, ma è la prima volta che vengo in un campo estivo,” spiegò Matteo. “Spero di imparare tanto.”
Carlotta annuì, ammirando il suo entusiasmo. “Sarà un’estate indimenticabile, te lo prometto. Ti mostrerò tutti i trucchi.”
Mentre continuavano a lavorare, il sole cominciava a calare, colorando il cielo di sfumature dorate e arancioni. I bambini ridevano, e i pony nitriscono, creando un’atmosfera quasi magica. Carlotta sentì un legame crescente con Matteo, una connessione che la sorprese.
All’improvviso, un bambino si avvicinò a Carlotta, con gli occhi pieni di eccitazione. “Posso provare a montare Portos?”
Carlotta sorrise, felice di vedere l’entusiasmo del piccolo. “Certo! Ma prima, assicurati di indossare il casco.”
Mentre il bambino si preparava, Carlotta e Matteo si scambiarono uno sguardo. In quel momento, entrambi capirono che quell’estate non sarebbe stata solo un’altra serie di avventure nel maneggio, ma un viaggio che avrebbe cambiato le loro vite.
Il profumo di legno, il suono dei pony e le risate dei bambini si mescolavano in un’armonia perfetta, e Carlotta sapeva che stava per affrontare sfide nuove e inaspettate. Ma con Matteo al suo fianco, sentiva che ogni passo sarebbe stato più facile.
In quel maneggio, con il sole che tramontava e il profumo di legno che la circondava, Carlotta si sentiva pronta ad affrontare qualsiasi cosa il futuro avesse in serbo per lei.
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tra le note di un' estate
ChickLit--- Carlotta ha solo 14 anni e, da dieci estati, frequenta lo stesso campo estivo, un maneggio dove ha vissuto molte delle sue prime esperienze: il primo bacio, la prima volta a cavallo, persino il primo svenimento. Quest'anno, però, le cose cambian...