Pov Jessica
"Cardigan" Taylor Swift
Sono appena uscita dal bagno e ho rimesso il telefono in tasca, così da non farmi scoprire.
Appena uscita dal bagno mi ritrovo in un corridoio buio.
Ci sono diverse porte chiuse e alcune di esse sono arrugginite. Per quanto riguarda le finestre, sono tutte chiuse e alcune sono rotte.Inizio a camminare con un passo cauto e facendo attenzione al vetro delle finestre rotte per terra.
Ad un tratto noto che il corridoio si divide in due parti, a sinistra c'è la stanza da dove sono arrivata, mentre a destra sembra esserci un grande spazio mai visto prima.
Potrebbe esserci Jasmine lì
Penso. E probabilmente è vero, così decido di andare a controllare.Mi incammino verso la grande camera e vedo una scena orribile e inaspettata.
C'è Jasmine legata ad una sedia e attorno a lei ci sono diversi uomini in giacca e cravatta con degli occhiali da sole scuri che la sorvegliano. I muri sono neri e sembrano rovinati come se ci fosse stato un incendio diversi anni prima.
Scrutando per bene da dietro questa parete, stando attenta a non farmi vedere, riesco a vedere una porta d'uscita.
Quella porta all'improvviso si apre e riesco a vedere Henry e Thomas prima che Caleb mi porti via.Caleb mi prende dalle spalle, io mi accascia per terra e lui continua a trascinarmi verso la stanza degli armadietti.
Il mio istinto di sopravvivenza fa proprio schifo, quindi, non sapendo cosa fare, inizio a gridare. A chiedere aiuto.
<<Aiuto!>> inizio a gridare
<<Aiuto!>> continuo, ma Caleb mi copre la bocca con una mano.<<brutta stronza, pensavi di scappare, eh?>> mi dice Caleb con gli occhi rossi, è palesemente fatto.
<<ma io sono più furbo di una stupida puttana>> dice continuando ad aumentare la forza della sua presa sul mio polso.Arriviamo dentro la stanza piena di armadietti e lui mi scaraventa contro il muro.
Cerco di alzarmi ma lui mi tiene ferma e inizia a tirarmi pugni e schiaffi.Non ho più forze e così cedo.
L'unica cosa che mi ricordo e l'ultima che ho visto è la faccia di quello stronzo e poi il buio.Pov Jasmine
Questi tipi in giacca e cravatta sono qui da un sacco di tempo. Non hanno proprio intenzione di andarsene. Non so da quanto tempo sono qui, non so dove mi trovo, non so che ore sono.
Sicuramente dopo quello che mi accadrà non saprò nemmeno chi sono.
Sto cercando, da non so quanto tempo, di slegarmi da questa sedia, ma non so se potrò riuscirci.
All'improvviso vedo la porta d'uscita, in fondo a destra, aprirsi.
Da lì escono Thomas e Henry.
I miei occhi si illuminano a quella visione, tanto che penso di essermi immaginata tutto, ma così non è.
Gli faccio cenno di non farsi vedere e dopo pochi minuti sento una voce. Una voce familiare.
È la voce di Jessica! Chissà cosa le starà facendo quello stronzo. La sento gridare aiuto, non starà bene.A queste grida non posso fare altro che cercare di liberarmi ancora più velocemente.
Dopo un po' queste grida cessano e al loro posto si sentono dei rumori. Rumori di qualcosa o qualcuno che sbatte contro un muro.
Poi non si sente più niente.Dopo minuti interminabili di silenzio si sentono dei passi.
All'inizio credevo fossero i passi di Jessica, ma poco dopo lo vedo. È lì, in tutta la sua grandezza e, concedetemelo, bruttezza.È lui, è Caleb.
<<Bene, bene..>> inizia a parlare lui
<<Jasmine Gytey..>> continua e ho già capito dove vuole andare a parare.
<<o forse dovrei dire->> prima che possa dire altro lo interrompo <<Cosa le hai fatto?>> cambio discorso.
<<a chi?>> chiede lui facendo finta di non capire.
<<a Jessica, a chi se no?>> dico io ovvia, ma poco dopo mi accorgo di aver fatto un errore imperdonabile.
<<a chi? A Jessica? Forse volevi dire a->> lo interrompo, di nuovo <<non provare a dirlo, voglio sapere solo cosa le hai fatto e dov'è>> dico io
<<non la hai vista poco fa? Era proprio lì dietro>> dice indicando l'arco dal quale è appena entrato <<era nascosta, poi l'ho presa e l'ho portata dove non può fare danni>> dice lui e qui, proprio quando dice queste parole, un campanellino di allarme si accende in me.
<<cosa vuol dire? Cosa le hai fatto?>> dico io cercando di trattenere la mia Ira.
<<vuol dire che ora soffre in silenzio, contenta? E comunque non ho fatto nulla, se non impararle a stare zitta>> dice lui continuando a girare su questo discorso del silenzio.
<<comunque, mia cara Virginia, è arrivato anche per te il tempo della fine>> dice lui chiamandomi con il mio primo nome. Perchè si, io non sono solo Jasmine, io sono Virginia Jasmine Gytey e anche Jessica, non è solo Jessica. Lei è Tessa Jessica Barkinson.
<<che vuol dire?>> chiedo io continuando a non capire e continuando a fare la parte della stupida e di quella che non capisce niente. Ma cosa ci posso fare? Sono in preda all'ansia. All'ansia e al panico. E sono una preda, la preda di Caleb.
<<ma allora sei proprio una neonata che non capisce niente>> dice lui prendendosi gioco di me.
<<oh non ti preoccupare, presto capirò un bel po' di cose>> dico io cercando di incutere timore, ma l'unica ad avere paura pare sia io.
<<sai quanto ho sofferto?>> mi chiede d'un tratto
<<ah, tu hai sofferto? Non io? Non Jessica? Hai sofferto tu?>> dico io tempestandolo di domande le quali risposte sono tutte a suo sfavore.
<<è vero, io non ho sofferto, o meglio, non sono stato l'unico a soffrire. Ma sai una cosa Jasmine, io ho fatto tutto quello che ho fatto perchè tu volevo bene>> dice lui e qui mi scaldo ancora di più.
<<mi volevi bene? Caleb, ma ti senti quando parli? Io non sono un giocattolo, tu mi hai usata come una bambola di pezza per soddisfare i tuoi bisogni da animale. Tu mi facevi male con i gesti e io, ora, ti faccio male con le parole. Ti ricordi quando ti dicevo che ti amavo? Te lo ricordi? No che non te lo ricordi, è vero lo dicevo, ero una bambina, ma quello anche per una bambina può essere tutto tranne amore, perché quello che mi facevi passare tu non aveva nulla di buono, nulla di amabile. È vero... a volta mi capita di pensare a te, a quando stavamo insieme. Perchè anche se è passato a volta mi capita di tornare lì, con la mente, ritorno lì, dove mi ha fatto più male. E poi mi ricordo di quando quella notte mi hai perso. Il giorno in cui tu hai dormito serenamente sapendo che ho pianto tutta la notte per te iniziando a chiedermi cosa ho fatto di sbagliato. Ma oggi, oggi capisco che non ho fatto nulla di sbagliato, sei tu che continui a sbagliare e sei tu che hai perso qualcuno, non io. Io ho solo guadagnato lo stare bene con me stessa>> e qui si conclude il mio discorso e anche il mio tentativo di slegarmi e poi inizio a correre e a cercare Jessica, ovunque lei sia.
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Amore è la risposta - Lethal
Romance"Amore è la risposta" è il primo libro della trilogia:"lethal". "Sei il mio pensiero più bello, il pensiero che riempie la mia mente e il mio cuore". Jessica e Henry sono due ragazzi che sono completamente l'opposto. Lei va all'ultimo anno di liceo...