Credo nel destino.
Credo che c'è un motivo se abbiamo scelto di vivere questa vita, in una determinata famiglia e in un preciso luogo nel mondo.
Credo che ogni scelta che prendiamo ci conduca verso quello che siamo destinati ad essere, verso il posto nel mondo che ci appartiene.
Ci credo fortemente.Eppure mi chiedo come sia possibile essere tanto frustrati e arrabbiati, sofferenti, della vita che conduciamo.
C'è una spiegazione, ci dev'essere.
Sono convinta che il nostro percorso sia circoscritto dentro un grande progetto. Come un gioco da tavolo, con il tabellone e le pedine, ci muoviamo dentro il percorso verso la vittoria, la fine, ma non sappiamo come si evolverà la partita. E la vita funziona così. C'è un senso, una direzione, il destino è quello e non cambia, dobbiamo solo giocare, fare delle scelte e seguire la nostra strada.
E la sofferenza fa parte del gioco, ci insegna. Ci mette davanti a degli ostacoli o situazioni da risolvere, da comprendere, prima di poter andare avanti.
Ma quando il malessere si fa sottile, quasi impercettibile ma costante, a quel punto non è solo una situazione da superare e comprendere. Diventa la base della vita e tutto si fa cupo. Conduci le giornate con questa sottile e tenue rabbia, nemmeno te ne rendi conto che è lì. Ma la senti, perché sai di non stare bene, lo vedi dalla noia, dalle risposte istintive sempre sull'attacco.E non riesco a capire perché.
Non è un gioco, alla fine, non ci sono istruzioni. È la vita.
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BLUE || H.S.
FanfictionLui uno chef di alto livello, lei una giovane ricca e annoiata. L'unica cosa che hanno in comune è il padre di lei che è il capo di lui. Potrebbe davvero funzionare? O rischiano di perdere lavoro e famiglia per una fissa passeggera? Might delate la...