POV SIMON:
Scendo furtivamente dalla finestra di June con gli occhi colmi di lacrime e con la consapevolezza che ormai è finita per davvero. Cazzo... se ci ho provato. Ci ho maledettamente provato ad essere...diverso; a non essere come tutti mi descrivono.
Ma come so da sempre: io non posso essere felice. Questa condizione sembra essere contro natura.
La verità è che lei non si è mai fidata di me e di quello che sono, e io sono stato fin troppo cieco a vedere nei suoi sguardi un briciolo di comprensione. Pensavo che lei ci tenesse quanto me a noi, a quello che stavamo costruendo, ma credo proprio che non sia così.
Ha sempre creduto a loro, ha sempre creduto agli altri, invece di darmi la possibilità di spiegare in maniera ragionevole il perché delle mie azioni ( passate e presenti). Anche per queste foto c'è una spiegazione, ma prima di saltare a conclusioni affrettate ho bisogno di trovare prove e indagare un po' . Qualcuno deve essere talmente contro la mia relazione con June da aver corrotto Maeve, costringendola a dire il falso e a mentire a June. Ho troppe persone da tutelare in questo momento e devo trovare la giusta dose di concentrazione per farlo.
Ed eccolo che arriva.
il mio piccolo ma enorme problema.
L'ansia.
Sento scie vorticose entrarmi nella testa, riesco a vedere tutto doppio. Le lacrime sgorgano impetuose dai miei occhi , e trattengo il respiro, portandomi le mani al collo, cercando di tranquillizzarmi. Quel gesto innocuo ,che avevo sempre fatto in precedenza, mi fa ricordare la sensazione di lunedì...dell'incidente.
Non mi piace parlare di quell'argomento...forse perché ho quasi sfiorato la morte, ma c'è di più.
Ricordo inevitabilmente le mani di June intrecciate nelle mie, I suoi occhi chiari incastrati con i miei, i nostri respiri accelerati e i nostri cuori che battevano all'unisono.
Le nostre anime in quel momento si stavano toccando, carezzando e assaporando e io sapevo che non avrei mai provato nulla di più magico ed esoterico del genere. Sentivo il suono della sua voce preoccupata vibrarmi nelle ossa stanche. Non respiravo, ma la sua presenza era la macchina che mi teneva ancorato a quella stupida vita, che adesso sto odiando. Mi ha costretto a stare qui, tenendomi per mano, trattandomi con quella dolcezza , che prima di quel momento , non avevo mai visto. Per un momento immaginai che si fosse chinata in avanti e protesa verso le mie labbra, ma quella era solo una stupida fantasia. Nella realtà non c'è spazio per le stupide fantasie di un diciassettenne. Mi aggrappai a lei con tutte le mie forze e sono sicuro che lei sia stata la mia ancora di salvezza nell'abisso più remoto e profondo della mia anima. Nessuno prima d'allora aveva mai tentato di abbracciare quella bestia gelida e priva di emozioni. Quello "stronzo meschino" come tutti mi definiscono.
Lei sì.
Penso a lei a quello che saremmo potuti essere e piango ancora più forte, non mi riesco a contenere più.
Simon kelleher messo a k.o da una ragazza. Evento dell'anno direi.
Ora che lei non c'è più nella mia vita, voglio sapere a chi devo attribuire la colpa e...a chi devo farla pagare profumatamente.
Mi piace dare ragione a quegli ipocriti per una volta... io sono uno stronzo e mi comporterò da tale. Fin quando non saprò chi ha messo in scena questa farsa, io non mi fermerò. Io direi di partire dalla radice, dai diretti interessati.
Chiamo Janae per accordarmi per uscire insieme il giorno dopo, ho bisogno di parlarle.
Asciugo le lacrime e premo il pulsante sullo schermo. La voce di Janae suona nelle mie orecchie come una tromba.
" Janae, che fai?"
" Nada amico... aspetta aspetta. Stavi piangendo?"
" io? Assolutamente no" dico cercando di mostrarmi convincente.
" Cazzo sì...stavi piangendo. Simon è normale piangere. Sei un essere umano mica un robot."
" senti ti ho chiamato per dirti che voglio passare del tempo con te domani."
" aspetta sta nevicando?"
" No Janae, non sta nevicando. Vorrei stare un po' con la mia migliore amica, sarebbe possibile oppure la reginetta ha altri impegni?" Dico scherzando.
" la reginetta può, ma domani mi racconti ogni cosa Simon."
" Lo farò sicuramente" chiudo la chiamata e mi distendo sul letto, aspettando che l'ansia e l'agitazione passino, in modo da lasciare spazio al sollievo dei miei sogni, dove posso rivedere June.
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With love, Simon
ChickLitQuesta è una fanfiction basata sulla rinomata serie tv "uno di noi sta mentendo" , anche conosciuta come "One of us is lying". Come si capisce dalla prima puntata della serie, Simon, il ragazzo che ha inventato l'app chiamata about that per sputtana...