Liberarsi di Kemala è un'impresa difficile, se non impossibile, ma per fortuna grazie al suo talento nel prevedere gli imprevisti Nandi ha mescolato all'infuso di menta un'abbondante dose di griffonia. All'interno dell'Antro d'Argilla, le due sorelle crollano addormentate e Nandi torna a studiare il contenuto di un'anfora che trova all'improvviso interessante.
Ora Evianne sa cosa fare, il resto della partita è nelle sue mani e non può permettersi di sbagliare. Quando arriva alla casa di betulla, recupera il campanello della regina Adama. Fuori, tra i rami di betulla che brillano sotto il sole del primo mattino, lo scuote e guarda il batacchio azzurro toccare con il moto di un pendolo la cupoletta attraversata da arzigogoli d'argento.
Il suono origina l'incanto, genera un piccolo vortice di sabbia dorata dal quale emerge il fantasma della regina. Questa volta, sopra il solito abito bianco, indossa un velo nero da lutto e non ostenta più la postura maestosa di una dea. Al contrario sembra che le forze la stiano lasciando. Di lei resta una sagoma inginocchiata che piange e soffoca i singhiozzi nelle mani sempre più chiare.
«È troppo tardi. Non puoi arrivare in tempo.»
«Invece sì» ribatte Evianne. Vedere la regina così rassegnata aumenta per assurdo la convinzione di potercela fare. «Io ci riuscirò. Dovete solo aiutarmi e dirmi dove andare.»
Attorno a loro il mondo è fradicio di rugiada. Una nebbia persistente combatte con i primi raggi di sole, si estende oltre la foresta, fino al lago. Stretta dall'abbraccio di quel velo lattiginoso, la Dama di Sabbia inizia a dissolversi. Sottili trine di vapore si alzano dalle spalle, la rendono identica a una statua di ghiaccio dalla quale si sollevano nastri di cristalli e neve dorata.
«La strada per il palazzo a ovest del sole che sorge e a est del sole che tramonta» sussurra con voce flebile. Non vuol dire niente! «Non puoi raggiungerlo senza l'aiuto dei venti, nemmeno con le tue ali.»
Brandelli di tessuto si strappano dal velo, si sperdono nei raggi di un sole obliquo che profuma di autunno. Un attimo dopo sono i suoi capelli corvini a sciogliersi in filamenti d'aria, la pelle a diventare incolore. Nel vederla svanire a poco a poco Evianne sente una morsa al petto.
«Farò qualsiasi cosa» supplica con il cuore in mano. «Vi ho promesso che lo avrei protetto, e lo proteggerò.»
Quel giuramento infonde nella regina un soffio di speranza. Il processo che la sta distruggendo si paralizza, di lei restano due grandi occhi azzurri e una bocca rossa che si muovono su un volto trasparente e sembrano galleggiare nell'aria.
«Qualsiasi cosa? Anche donare ciò che hai di più prezioso, ciò che da sempre è parte di te e definisce la tua identità?»
Evianne prova ad annuire, ma la Dama non attende una risposta. «Prega il vento, allora.» Alcune lacrime scorrono sulle guance invisibili, restano sospese nel punto che dovrebbe corrispondere al mento, prima di cadere sull'erba del sottobosco. «Il vento avrà delle richieste, vorrà la tua magia per spirare a lungo.» Più le parole scorrono fuori dalla bocca, più la regina sbiadisce. La sua voce si sperde, un'eco che si dissolve man mano che si allontana dal fondovalle dove è nata. «Prega i venti, vorranno la tua magia, prega...»
Evianne la guarda sparire e capisce che è un addio. Quando nel posto che occupava resta soltanto un leggero strato di brina dorata, ripensa al loro primo incontro, nel deserto di Sabbiafine. La regina, allora una sconosciuta, è stata un'abile marionettista, ha giostrato i fili del destino per permetterle di incontrare Shadee, nella speranza di salvarlo e di dargli la possibilità di esistere, non come il figlio di una leggenda, non come il doppio di suo fratello, soltanto come Shadee.
Evianne non lascerà che i suoi sforzi siano vani. Non sa come si preghino i venti. Nella sua Bolla non insegnano poesie o rituali per evocarli, e allora agisce secondo l'istinto. Scuote il campanello e grida. «Venti! Venti! Sono qui! Ho tanta magia per voi! Magia a bizzeffe da regalarvi! In cambio vi chiedo solo un passaggio. Cosa vi costa? Venti! Venti!»
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Una storia di ali e spilli
FantasyLe Bolle di Rovi e Rugiada sono nemiche per un motivo che con il tempo si è scordato. Omicidi, furti e agguati hanno generato una spirale di odio che non è mai sfociata in una guerra aperta, sebbene il terrore di uno scontro sia alle porte. Nella Bo...