Capitolo 12

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Camminando verso i dormitori realizzo che parlare Cormac non è tanto faticoso come avevo pensavo. E' un po' un figlio di papà e si vede che non ha mai conosciuto la fatica e la sofferenza, ma a parte i nostri differenti passati mi trovo ad avere alcune cose in comune con lui. Vorrei volentieri interrompere la conversazione e andare finalmente a dormire, ma voglio continuare la mia scenetta se voglio che Cormac creda nel mio interesse e mi aiuti involontariamente nei miei piani.
« Non ci posso seriamente credere » gli dico ridacchiando « Ti piace seriamente Storia della Magia?!»
« Perchè sei cosi sconvolta? » dice lui soffocando una risata e guardandomi con gli occhi sbarrati. « Onestamente, devo ritenermi un po' offeso da tanta sconcertaggine »
Sconcerto. Si dice sconcerto. Ignoro il fastidio. « Bhe fai bene » dico io sorridendo.
Mi accorgo che siamo arrivati davanti al mio dormitorio e che è arrivato il momento di salutarci, quindi mi giro verso di lui con ansia di andare sotto le copertine. « Allora, grazie per avermi accompagnata »
« Per una bella ragazza come te questo e di più » dice lui facendomi l'occhiolino e lanciandomi uno sguardo melenso che mi fa venire il voltastomaco. In più inizia ad avvicinarsi verso di me e abbassa il suo tono di voce. « Però penso di meritarmi un premio per questo accompagnamento. »
« Mi credi una cosi facile? Dovrai fare un po' più di fatica che riportarmi in camera per conquistarmi » dico io mostrandogli un ghigno divertito.
Lui serra la mascella e dopo alcuni secondi imbarazzanti si congeda. Entro nella sala comune dei Serpeverde e noto alcuni dei miei amici ancora seduti sui divani che chiacchierano animatamente. Avvicinandomi noto con noia che stanno giocando al gioco della bottiglia, e noto con ancora più noia che nel cerchio è seduta Pansy Parkinson, intenta a lanciare sguardi accattivanti a Theodore, che tuttavia appena nota la mia presenza si raddrizza e mi sorride sollevato. « Alla buon'ora Isa » dice facendo girare tutti i presenti, che mi salutano con gran gioia.
« La nostra stronza preferita! » grida Draco facendo sobbalzare Lorenzo di fianco a lui.
« Non ti rivolgere cosi alla signorinella qui presente, quanto sei sgarbato » lo rimprovera Regulus.
« Ciao ragazzi » dico io. «Pansy, sono contenta di vedere che ti sei unita al nostro gruppo. Sei già stata fortunata, stai ancora supplicando tutti o ti hanno dato palo come di routine? » chiedo incuriosita.
I ragazzi fanno ancora più casino, Regulus e Draco ridono sguaiatamente, Theodore ride sotto i baffi e Blaise e Lorenzo sono sconvolti. Pansy mi guarda con una certa faccia da cinghiale. « Stammi a sentire, brutta- »
« Molto bene! Per noi è ora di andare a letto, prima che qualcuno ci rimanga secco » esclama Astoria, di cui mi sono accorta solo ora perchè profondamente avvolta in un abbraccio di Blaise. Sono seriamente l'unica pseudo-coppia che non mi fa venire automaticamente i conati. Odio l'amore tranne che per loro. Astoria si alza e mi prende per il braccio trascinandomi verso le scale e io sorrido un'ultima volta a tutti prima di scomparire dietro al corridoio.
« Devi seriamente smetterla di provocare qualsiasi persona respiri, cosi finirai per farci ammazzare » mi dice sospirando stizzita Astoria.
Mi metto a ridere. "Che razza di amica sarei se non rendessi la tua vita un po' più movimentata?"
Ci dirigiamo ridacchiando in camera, dove Astoria va subito a concedersi un sonno ristoratore. Rimango un po' accovacciata sul divanetto di fianco alla finestra più grande a guardare fuori, decidendomi sul da farsi. Non ho e volevo farmi un giro, quindi decido di scendere e vedere dove mi portano le gambe. Mi cambio in degli shorts di jeans e una canottiera, visto che il freddo non si decide a presentarsi. Mi infilo le scarpe e scendo al piano inferiore, dove degli studenti stanno ancora giocando al gioco della bottiglia. Theodore alza subito lo sguardo per guardarmi e Blaise, di fianco a lui, lo guarda un paio di secondi prima di rigirarsi sorridente mentre scuote la testa. Noto con piacere che Pansy non si trova più nella stanza e allora mi siedo per giocare (non che la sua presenza mi avrebbe impedito di fare altrimenti), provocando una reazione felice da parte dei miei amici. Dopo un paio di giri la bottiglia capita su di me, facendomi trasalire.
"Bene bene, la nostra cara bambolina Isa" dice Regulus mostrandomi un ghigno. "Obbligo o verità?"
Dopo averci riflettuto per un paio di secondi decido di stuzzicare la curiosità (alla scuola per babbani partecipavo ogni tanto a questi giochi e sapevo come andassero a finire, nonostante io non ci fossi mai andata fino in fondo) e scelgo obbligo.
"Non ti scandalizzo troppo visto che è la tua prima volta... Devi ballare un lento con Theodore" dice sussurrando sorridente Black.
Io mi giro verso Nott, che nel frattempo è arrossito violentemente. Gli altri stanno ridendo, divertiti dall'obbligo.
"Mi concederesti la tua mano in un ballo, cara donzella?" mi dice Nott ripresosi dal momento di shock, mentre mi porge la sua mano inchinato. Gli rivolgo un sorriso e mi alzo senza dire niente. Non so bene da che direzione, ma parte una musica lenta che mi fa avere abbastanza coraggio da iniziare il ballo con Theodore.
Iniziamo a ballare lentamente, volteggiando e guardandoci negli occhi. I nostri movimenti sono sicuri ma gentili, e c'è una specia di scintilla nei suoi occhi color miele, una profondità che rivela più di quanto lui vorrebbe ammettere. Dopo essermi lasciata guidare un po' da lui, inizio a prendere il controllo e rendere il nostro lento un po' più movimentato. Il mondo sembra svanire per un attimo intorno a noi, ci sono solo i nostri guardi a tratti coraggiosi a tratti timidi. Continuiamo a seguire il ritmo della musica muovendoci a tempo. Ogni passo è fluido e i nostri movimenti sembrano sincronizzati, come se avessimo già ballato insieme prima. Quando la musica cessa ci rendiamo conto con il fiato corto e le guance rosse che è calato il silenzio nella sala e praticamente tutti ci stanno fissando sbigottiti.
"Non sapevo che sapessi ballare così bene, Theodore" gli sussurro io sinceramente. Ero già stata con altri ragazzi prima, ma non avevo mai vissuto un momento cosi prima nella mia vita.
Lui mi guarda con una luce indecifrabile negli occhi mentre accenna a un sorriso. "Ci sono molte cose che non sai di me, Isa."
Il momento viene bruscamente interrotto da Regulus, che si sta schiarendo la gola con qualche colpo di tosse. "Bene, direi di proseguire prima che Heloïse qui presente faccia cadere suoi servi innamorati tutti i ragazzi della scuola."
Tutti i presenti si riprendono come se fossero stati fino a quel momento in uno stato di trance. Lorenzo si gira di scatto, rosso come un peperone, a guardare l'incredibilmente interessante tappeto a pochi metri da lui; Blaise sbuffa una risata e Draco borbotta infastidito qualcosa tipo "non puoi comportarti così però Isa" mentre procede a rigirare la bottiglia, che si ferma prontamente nell'unica direzione in cui non era seduto nessuno nel cerchio. Seguiamo tutti la direzione puntata e il mio cervello va in pappa quando il mio sguardo cade su Mattheo, appoggiato alla parete e con le braccia incrociate. Era rimasto li a guardare per tutto quel tempo?
I suoi occhi sono più scuri del solito mentre guarda Theodore e poi me con uno sguardo gelido. Stringe la mascella, prima di avvicinarsi al cerchio e sussurrare con voce roca "Obbligo."
Pansy rientra magicamente nella stanza, facendomi sussultare. Da dove saltava fuori questa? Era rimasta dietro quel muro ad aspettare l'occasione perfetta per sbranare la preda? O meglio, per farsi sbranare. Un ghigno furbo si forma sul suo viso mentre fissa Mattheo con uno sguardo malizioso. L'aria nella stanza si fa più pesante, e io mi sento tesa come una corda.
"Ti obbligo a baciarmi."
Le parole della mora riecheggiano nella stanza quando Riddle va verso di lei con una scintilla oscura negli occhi e la bacia prontamente in modo irruente e arrogante, guardandomi con la coda dell'occhio. Quando vedo la sua lingua inoltrarsi nella bocca della ragazza mi giro per smettere di assistere a quella scena, cercando di mantenere una faccia indifferente mentre diventavano sempre più rumorose le risatine degli altri ragazzi presenti.
"Avete finito? Trovatevi una stanza, dio santo" dice Blaise schifato venendo involontariamente in mio aiuto.
Mattheo si tira indietro lasciando un sorrisetto compiaciuto sulla faccia di Pansy. Subito dopo il ragazzo si mette a fissarmi, come se la ragazza di fianco a lui non esistesse più.
Sento Regulus darmi una pacca una pacca sulla spalla risvegliandomi dai miei pensieri.
"Le ragazze belle come te non dovrebbero già essere a letto?" mi dice sorridendomi sincero. Mi giro verso di lui, ricambiandogli lo sguardo dolce. "E tu come dovresti fare a saperlo?"
"Boh, una di quelle cavolate sul beauty sleep che mi rifila ogni tanto Astoria."
Mi metto a ridere, grata della sua intrusione. Tutto sembra tornato normale come prima e mi chiedo il perchè di tanta tensione da parte mia pochi secondi fa. A me cosa interessa cosa fa quel tipo di gente?
"Si, sarà meglio che vada a dormire se domani voglio iniziare a studiare per i G.U.F.O." dico io, alzandomi da terra e iniziando a dirigermi verso le scale.
Ricevo svariati "Buonanotte dolcezza" e "Sogni d'oro splendida" dai miei amici e anche da ragazzi che non conosco prima di incamminarmi su per le scale. Arrivata in camera mi infilo il pigiama e mi infilo nel letto, prima di mettermi a rimuginare sulla giornata intensa appena passata, per poi scivolare di nuovo nel mondo dei sogni.

Ho di nuovo dieci anni. Sono nella mia camera da letto, avvolta nelle coperte morbide coperte e nei cuscini. Tutta la stanza è al buio, ma io sono più viva che mai. Sto tremando. Sento dei colpi forti dietro la porta della mia camera adornata da disegni fatti da me e rilascio un singhiozzo che mi fa sussultare tutto il corpo. Sento il battito del mio cuore accelerare incontrollabilmente mentre mi immergo ancora di più nelle coperte. La mia matrigna è tornata a casa.
La porta si apre bruscamente e il cuore mi salta in gola nel momento in cui lei mi strappa la coperta e mi trascina giu dal letto strattonandomi. Mi avvicina alla sua faccia. Chiudo gli occhi e cerco di trattenere il respiro sentendo un odore amaro nel suo alito, che avrei poi ricominciato a riconoscere come alcol. Mi guarda con una smorfia di disprezzo.
"Un povero rifiuto della tua famiglia, ecco cosa sei" mi sibila nell'orecchio. "Fosse per me non saresti più qui, mi sfarò di te il prima possibile." Sento la sua presa intorno al mio polso farsi più stretta, e io mi blocco completamente quando la mia matrigna mi tira uno schiaffo in pieno viso.
Poi, il sogno cambia.
E' passato un po' di tempo, forse due ore. Sono rannicchiata sul pavimento della mia stanza in preda ai singhiozzi. Non piango mai davanti a lei, cerco di resistere a mostrare la mia debolezza a quel mostro, ma appena lei se ne va crolla la mia maschera di coraggio e audacia. Sento un rivolo di sangue uscire dal mio naso per uno dei numerevoli colpi, ma non ci bado. Ho la vista offuscata dalle lacrime. Sento la porta della mia stanza riaprirsi ma non ho la forza di muovermi, non ho più la forza di fare niente. Nella speranza che non sia di nuovo lei, aspetto che succeda qualcosa. La porta si richiude, ma sento la presenza di qualcun'altro nella stanza.
Quella presenza si accovaccia di fianco a me e sento un fazzoletto bagnato appoggiarsi sul mio naso. Gemo per il dolore ma in realtà percepisco già il sollievo che il fresco mi provoca. So perfettamente chi è. L'unica persona che sa veramente cosa vivo.
Mattheo mi asciuga gli occhi e mi passa la mano libera sulla faccia, carezzandomi dolcemente. Non c'è nulla di impuro, semplice conforto. Realizzo nuovamente quanto sia grave la mia situazione e ricomincio a singhiozzare, ma lui mi preme il pollice sulle labbra.
"Va tutto bene. Andrà tutto bene." si corregge, cercando di rassicurarmi.
Mi aiuta a tirarmi su e mi rimbocca le coperte dopo avermi lavato del tutto la faccia con un altro fazzoletto. Fa per andare via ma io gli strattono il braccio, facendolo girare con fare interrogativo.
"Rimani, anche solo un po'" gli sussurro. Lui mi guarda per alcuni secondi prima di accovacciarsi sotto la coperta accanto a me. Rimaniamo alcuni secondi ad osservarci, e io sento la mia paura svanire.
"Devi imparare a reagire meglio" dice lui dopo alcuni attimi di silenzio.
Sospiro, il cuore ancora rapido. "Non è così facile. Se reagisco, mi butta fuori. Voldemort non sa niente, e io non posso dirglielo perché finirà male per me; per te è diverso, sei suo figlio" conclusi sconsolata, arrotolandomi ancora di più dentro la coperta.
Lui si avvicinò di più a me e iniziò a sussurrare. "Finché ci sarò io, non dovrai avere paura. Non sarai mai sola."

Mi sveglio di soprassalto, i capelli appiccicati alla fronte dal sudore. Era ancora notte piena e Astoria dormiva profondamente.
Quello fu il contatto più intimo che ebbi con Mattheo Riddle, che ora è praticamente irriconoscibile rispetto ad allora, e fu anche l'ultima volta che lo vidi prima che partisse per Hogwarts. Lui non ne sapeva niente, e fu obbligato ad andarci, trascinato via da me. Sopportai per ancora pochi anni, poi ebbi il coraggio di fare ciò che mi aveva detto Mattheo: scappai.

Not the Chosen One - La sorella nascostaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora