Capitolo 24.

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Erano passate quattro ore dalla chiacchierata con Jaeyun e solo due da quando Riki aveva raggiunto Sunoo ai piedi di quell' albero. Jungwon, ricordatosi dell' impegno preso con l'amico, aveva provato a chiamarlo chissà quante volte. Aveva provato a cercarlo a casa e nei soliti posti in cui trascorreva i pomeriggi, ma invano. Aveva anche provato a chiamare i suoi amici, ma loro non sapevano niente di niente.

All' imbrunire Jungwon lo stava ancora cercando. La sorella maggiore di Riki lo aveva chiamato e gli aveva detto che il fratello non era neanc'ora tornato e che non rispondeva al cellulare. Era preoccupata. Lo si sentiva dalla voce.

"Lo vedo spesso che imbocca il sentiero che porta al vecchio bosco dietro il nostro quartiere. Può darsi che sia lì." Gli aveva detto la ragazza.

"Vado a vedere." Jungwon aveva riattaccato subito dopo.

Non perse tempo e decise che sarebbe stato meglio tagliare in due il campo che si estendeva davanti al bosco in questione; in quel momento si trovava lontano da esso, se non qualche quartiere più in là. Perciò si mise a correre tra le spighe di grano, verso il bosco.
Sentiva un pizzicore sulla pelle delle gambe, mentre avanzava, poiché le caviglie scoperte strusciavano contro i gambi ruvidi delle spighe.

Non avrebbe mai fatto una cosa del genere; era un ragazzo molto impressionabile e odiava tutti gli insetti che si celavano dietro quel grande rivestimento di grano. Tuttavia stava pensando a troppe altre cose per prestarci attenzione.

Si fermò per qualche secondo, per riprendere fiato. Provò un' altra volta a chiamare l'amico, ma niente da fare. Invece della voce di Riki, sentiva sempre quella fastidiosa voce registrata che gli ripeteva da tutto il giorno: "l'utente non è al momento raggiungibile..." Si era così arrabbiato, che stava per scaraventare il telefono a terra, ma si era trattenuto.

Il bosco si ergeva poco distante da lui. La sua intenzione era di entrarci, ma una larga colonna di fumo aveva catturato la sua attenzione. Era alla fine del campo adiacente, quello alla sua destra. Non pareva un incendio, ma il ragazzo non si sentiva ugualmente tranquillo.
Qualcosa lo spinse a correre verso quella colonna di fumo, magari un impulso istintivo o la curiosità. Accelerò sempre di più. Quando il dolore alle gambe e il sapore ferrigno del sangue si fecero sentire, Jungwon non si fermò.

L'immagine si stava facendo sempre più dettagliata; era una grande catasta di legna che stava bruciando e c'era una figura accanto ad essa; era un ragazzo, che teneva in mano qualcosa- non riusciva a capire di cosa si trattasse- e cinto sulle spalle un arco dorato. Brillava come se anch'egli stesse ardendo. Aveva lo sguardo chino e non si stava muovendo.
Lo aveva riconosciuto, ma non aveva più fiato per fare il suo nome.

L'aria intorno a lui si impregnò di un odore strano, unito al fumo e al miasma del sangue, così tanto, che stava per svenire. Quando fu davanti alla pira, esso era quasi insopportabile e gli impediva di respirare.
Quel ragazzo non c'era più; era scomparso. Al suo posto un girasole stava bruciando sulla terra battuta, per poi spegnersi e diventare cenere. Presto anche tutto quello che vedeva davanti a lui sarebbe diventato cenere.

Si guardò intorno, provò a chiamarlo, ma nessuno rispose. Il suo nome divenne solo aria, quell' aria che muoveva il grano attorno a lui. Alzò la voce, lo chiamò di nuovo, ma nessuno rispose. Il suo nome divenne cenere. Urlò, lo chiamò un' ultima volta. Il suo nome divenne un ricordo.

Jungwon pensò che fosse già tornato a casa, così si avviò anche lui per rincasare, prima che le ombre gli impedissero di riconoscere la strada.

Prima di dormire gli scrisse due messaggi:
"Ti ho cercato per tutto il pomeriggio. Dove sei finito?!" E "oggi ho visto quel ragazzo di cui mi hai tanto parlato, mentre ti cercavo."

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora