CAPITOLO 2

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Taylor mi aveva invitata alla sua festa di compleanno, e io da vera amica ci andai senza esitazioni. Sarebbe stata una di quelle feste no sense con musica e alcol, mentre quasi tutta la scuola partecipava. Il compleanno di Tay era come un rituale, ogni anno ci si partecipava senza un motivo preciso, ma per me di motivi ce n'erano. Tay era la mia migliore amica da quando ero all'asilo e lei mi é sempre stata accanto alla separazione dei miei, alla morte di mia nonna Spring e alla sospensione beccata in prima media per una cosa mal capita alla quale non c'entravo nulla. Fatto sta che comunque non dovevo mancare a una sua festa e che quel giorno dell'anno era un motivo per uscire dalla mia bolla e per vivere un momento con le altre persone. Mi misi un top bianco e degli shorts di jeans neri. Applicai un po' di gloss e mascara, mi infilai velocemente le scarpe e presi la mia borsa. Alla festa venni accompagnata da Corrad, un mio amico di un anno in più di me, amico stretto di Tay. La macchina non era sua ma di qualcuno altro, a cui non feci caso fuori dal veicolo. Quando entrai lo vidi: quel coglione di Richard. Ma com'è possibile che dove io vada ci siamo lui che metteva sempre un bastone tra le ruote?
Tay non deve sapere che sono venuta con sto maniaco.
-Ah ma guarda un po'... Miller non pensavo abitassi qui.
E a me sembra proprio di sì, sai?
-E non lo dovevi neanche sapere.-ribattei.
-Corrad come fai a essere amico di una stronza come Miller? L'hai vista anche tu dai! É una ragazzina patetica!-esclamò Richard.
Strinsi i pugni sulle cosce ma non risposi alla frecciatina.
-Rich, non parlarle cosí, e poi non la conosci.- Cor venne in mia difesa.
-Sí, certo, guarda che ho fatto il doposcuola alle elementari con lei, sì che la conosco.
-E invece no Brown, e sai perché? Perché al doposcuola con me neanche ci parlavi. Sai solo il mio nome e il mio cognome.- mi sa che parlavi troppo.
-Senti biondina, non rivolgerti a me in questo modo, chiaro?
Non parlai per tutto il tragitto. Quando arrivai a casa di Tay la vidi già straboccare di persone. Molte mai viste prima, ma altre tutti i giorni a scuola.
Corsi dalla mia amica e la abbracciai.
- Tay, lo so che mi avevi detto che non dovevo farti un regalo, ma l'ho fatto comunque.
Glielo porsi, e all'interno trovò un set per la cancelleria che desiderava da tanto.
-Oddio grazie Sum! Erano quelli che volevo da settembre!
-Sí, così puoi usarli per quest'anno, a settembre.
Entrai in casa e presi un bicchiere d'acqua. Vidi Richard seduto su un divanetto con una ragazza a cavalcioni su di lui che le baciava il collo. Schifata da quella visione mi girai, e vidi Will in un angolo da solo. Will era carino, ma di certo non il mio tipo. Era biondo e alto, aveva gli occhi verdi come i miei, ma sempre più lucenti. Qualche lentiggine gli spuntava sul viso mentre il suo corpo si faceva rispettare. Aveva un torace scolpito, facendo boxe.
Mi avvicinai a lui e lo salutai.
-Ciao Will. Che fai?
-Ciao Sum, in realtà niente. Perché sei da sola, non vai da Tay?
-No, le lascio del tempo per stare con gli altri. E tu invece? Non vai da Cor o Richard?
-Come vedi sono impegnati.
Mi ricordai dell'immagine di Richard, e in quel momento ci passò Cor di fianco con una ragazza sotto il braccio.
-Ah vero, scusa.
Ad un certo punto si avvicinò Richard a noi con lo sguardo puntato verso di me è un ghigno malizioso in viso.
-Cazzo Will, ma ce la fai a non parlare a delle stronze come lei? Will seriamente svegliati!
-Rich non parlarle così perché non ti ha fatto niente e tu non la conosci!-Will rispose a tono.
Mi sentivo decisamente di troppo.
Meglio andare, qui sono solo d'intralcio.
Salutai frettolosamente Will e Richard mi rivolse un occhiata torva.
Raggiunsi Tay e le raccontai cos'era appena successo.
Andai al bar a prendere una Sprite, e quando il ragazzo al bancone me la porse, qualcuno mi andò addosso rovesciando la sua bevanda su di me.
-Scusa! Non volevo! Seriamente, mi dispiace.
Riconobbi la voce, e a stento il volto. Ma lo avevo riconosciuto.
-Oddio Samuel! Che ci fai qui!
-Sum? Ah ciao! Bah io sono venuto a trascorrere un po' di tempo qui in città, e tu?
-Tay é la mia migliore amica e non potevo mancare al suo compleanno.
-Capisco. Vuoi uscire a parlare che qui non si sente niente?
Feci cenno con la testa e uscimmo nel giardino della casa e ci accostammo vicino alla piscina.
Ogni estate andavo in questa gigantesca casa sul mare con altre persone della mia età. Samuel era una delle persone con cui stavo di più e com cui condividevo la stanza. Pure quest'anno ci sarei andata, ma avrei saltato la prima settimana, dato che ci sarebbe stata la gara di karate e in più un camp di tre giorni.
-Allora, come va a scuola?
-Bene dai, te invece?
-Bene non direi, ho il debito a settembre con un sacco di materie e per poco non mi hanno bocciato.
-Ah, mi spiace. Tu sei già alla Marylin? Perché io sta settimana salto.
-Sì e pensa che hanno ingrandito la piscina e messo degli scivoli! Mentre in casa girovagano due gatti, non so da dove sono sbucati.
Ridemmo alla battuta, ma ad interromperci fu un rumore fortissimo.
-Aiuto! É esplosa la caldaia! C'è fuoco dappertutto!- urlò qualcuno.
-Samu vado a trovare Tay.
-Vengo con te!
Entrai correndo in casa, dove c'era un sacco di fumo e gente in panico.
-Taylor! Tay dove sei!-urlai io.
-Sum? Summer Angel Miller! Dove cazzo sei!-sentii la sua voce e mi rassicurai.
-Sono all'entrata principale! Sbrigati!
Vidi la figura di Tay, che mi si lanciò addosso e le sue lacrime mi finirono sul top.
-Sto compleanno fa schifo! Non é andato bene niente! La caldaia non é mai stata un problema, ma guarda un po'! Proprio oggi é esplosa!
Sciolsi l'abbraccio e guardai Tay.
-Capisco la frustrazione, ma non é meglio uscire da qui e chiamare i pompieri prima che veniamo carbonizzati tutti quanti?
Uscimmo dalla porta e solo a quel punto Tay si accorse di Samuel.
-Ciao Samu! Non sapevo che saresti venuto!
-Simceramente neanche io, ma la signorina Marylin ha dato uno strappo alla regola.
Chiacchierammo del più e del meno, finché non mi girai e mi ricordai della casa. Della festa. Del compleanno della mia migliore amica.
Siamo sicuri che la caldaia sia esplosa da sola?
Con questo pensiero mi rigirai verso i miei amici e lì sentii la sirena del camion.

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