Mi presentai di fronte casa sua, la vidi ma non dissi nulla, la presi con forza sollevandola di peso, la spinsi in macchina nella parte posteriore, chiusi le portiere e la bloccai con il mio corpo sui sedili.
Lui: «Ti odio.»
Lei: «Mi fai schifo!»
La baciai con violenza senza alcun riguardo; lei mi morse il labbro inferiore facendomi uscire delle gocce di sangue che finirono sulla sua camicetta.
Lui: «Ti odio.»
Lei: «Non capisci?»
Un altro bacio, questa volta un po' più lento. Provò a divincolarsi dandomi schiaffi e pugni, ma la tenni ferma giù con tutto il mio peso.
Lui: «Ti odio.»
Lei: «Ti odio anch'io... ora vattene... »
Aveva le lacrime agli occhi, mi pervase una sensazione di nostalgia e rimpianto. Quel vattene sapeva tanto di resta. I suoi occhi, i suoi dannatissimi occhi azzurri mi stavano implorando di andare via e allo stesso tempo di restare.
Lui: «Ti odio.»
Un lungo silenzio e poi...
Lei: «Ti odio.»
Un altro ancora, ora più languido, più accogliente. Mi tolsi i primi indumenti, le strappai la camicetta e il reggiseno, iniziai a morderla piano poi sempre più forte, gemiti - suoi e miei - disperazione mista a voglia di cercarsi e trovarsi.
Lui: «Sei mia!»
Lei: «No.»
Le afferrai le mani per poi bloccargliele sopra la testa, le slacciai i pantaloni e iniziai a massaggiarle il clitoride per poi farmi sempre più invasivo. Respiri sempre più affannati, eravamo lì, finalmente eravamo lì, occhi negli occhi come non lo eravamo da mesi e tanta voglia di essere nuovamente una cosa sola. Respiro dopo respiro, spinta dopo spinta, venne sulla mia mano più e più volte.
Inaspettatamente mi prese con foga il bacino togliendomi gli ultimi indumenti che avevo indosso, feci lo stesso con lei e dopo vari baci, che sapevano d'estate e thè al limone, alla fine eravamo di nuovo uniti in un unico abbraccio che sapeva d'infinito.
Quando ci lasciammo, mi disse che mi odiava, che la mia cura e il mio amore nei suoi confronti la soffocavano, che invidiava il mio modo di ragionare e di vivere, che provò piacere nel farsi amare per poi spezzarmi il cuore.
E allora odiami, odiami ancor più nel profondo, così che anch'io possa odiarti fino ad amarti nuovamente.
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E Se Fosse Un Casino?
Science FictionChi avrebbe mai potuto amare una bestia? Spesso mi sono fatto questa domanda poi ho incontrato lei, occhi azzurri penetranti...