ᱬ Capitolo 14 ᱬ

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Finita la cena, questa particolarmente squisita, ci lasciammo andare in uno sproloquio famigliare, discutemmo di varie questioni di lavoro oltre ciò ci dilettammo nello scherzare sui più svariati argomenti...

"Nel ipotetico assalto a Tokyo non pensate dovremmo creare un clone del sommo-Geto? Se qualcuno si accorgesse della sua mancanza non pensate facciano uno più uno e capiscano?" Chiese a un certo punto Miguel accasciato sul lato sinistro del divano con la mano contro il viso, io lo osservai da poggiata contro la lastra di vetro della finestra con le braccia incrociate, non m'importava la discussione ero immersa nei miei pensieri, pensieri banali, chissà che fine ha fatto il professore...preside Yaga? Non dovrebbero averlo giustiziato? Magari aspettano di acciuffarmi e poi giustiziarci insieme? Dovrei chiedere a Satoru...poggiai la mano dentro la tasca e toccai il cellulare, questa notte lo chiamo...pensai per poi alzare lo sguardo alla "famiglia" sembravano tutti molto stanchi, li dovrei mandare via? No che scortese Y/n, ci scommetto tutto che si addormenteranno qui...non è la prima volta che accade, già Larue e Manami sembrano entrare nella fase rem, si sentono sospirare e russare piano, che scena comica, ridacchiai vedendo la bella segretaria iniziare a russare come uno dei migliori camionisti.

Poi s'udì un colpo di tosse che mise in allerta persino i più dormienti, "vedo siete stanchi, che ne pensate di tornare a casa vostra? Non credo qui ci sia abbastanza spazio per tutti" scherzò, loro quindi s'alzarono e sistemato il tutto ci salutarono lasciandoci solo noi quattro, mi gettai sul divanetto con le braccia poggiate per ambo i braccioli, la testa contro lo schienale e le gambe divaricate, sospirai, mi sentivo pensante ed ero stanca, portai una mano al mio viso e massaggiai gli occhi.

"Cosa avete fatto a Tokyo?" Aprii gli occhi lentamente, la voce di Suguru proveniva da propio dietro di me, "Ricordi la ragazzina?" Dissi e egli annuì, iniziai a sentire le sue pallide mani accarezzare i miei capelli partendo dalla cute e scendendo fino le punte, "mi aveva chiamata...mi ha chiesto di venire a trovarla"-"Quindi sta a Tokyo?" Chiese banalmente, io annuì.

Il moro quindi spostò le mani e le mise nelle tanche fece qualche passo e si mise in un punto dove potessi vederlo senza dover girare il capo neppure di un centimetro, di fronte me, "sonno? Che ne dici di andare a dormire?" Quindi mi porse le sue mani io le guardai e debolmente portai avanti le mie,  egli le strinse e mi tirò a se senza difficoltà, salutate le nostre figlie ci incamminammo verso la porta in legno, appena entrati, prima io e poi lui, sentì il rumore della chiave entrare nella serratura e venir girata, feci spallucce e non ci diedi peso, posai non curante tutto ciò che avevo nella tasca sul comodino e quindi mi gettai nelle coperte bordò, nel cadere feci finire il viso contro il cuscino, sospirai e passato qualche attimo voltai la mia figura a sinistra vicino il bordo letto e dando le spalle a Suguru che gattonando sul letto si era collocato al centro di esso.

Immediatamente il moro volle far aderire il mio corpo contro il suo in un abbraccio lasciando aderire il suo petto contro la mia schiena, il suo braccio sinistro strisciava nella fessura che vi era tra le rossicce lenzuola del letto e il tessuto setoso della mia giacca nera da lì sbocciava e come una rampicante toccava il mio seno, l'altro braccio aveva una differente traiettoria toccava il mio fianco e strisciava verso il bordo del pantalone, "sai questa mattina leggevo il giornale...tra i vari articoli banali e noiosi sulle morti di quelle sporche scimmie ho trovato una cosuccia" quindi mi avvicinò maggiormente a se, "Renè Delgado e le sue colleghe vengono portate lontano da Nagoya e portate a Kobe, i partiti si lamentano della corruzione che ancora tesse una parte importante del economia di questo bel paese" spalancai gli occhi, questa non ci voleva... non ci voleva per nulla santo cielo, ridacchiai..."lo sai bene che non amo che tu menta, con chi eri? Satoru o forse Utahime?" portai la mano al capo e grattai un poco lo scalpo, "il primo" mormorai sotto voce, egli quindi mi girò mettendomi a pancia su e posizionandosi sopra di me, tenendo la testa sul mio petto e con le mani sotto quest'ultima, "se non volevi vivere questa vita avresti potuto benissimo andare via quel giorno"-"se non me ne sono andata sarà per un motivo, no?" egli alzò lo sguardo al mio viso, "allora perché?" domandò,  portai la mano verso il suo viso e accennai un leggero sorriso, "perché ti amavo, ti amo ancora e ti amerò" iniziai dolcemente a coccolare il suo bel viso accarezzando la sua guancia, egli quindi iniziò a seguire i movimenti della mano, "non metterlo mai in dubbio" esclamai,  "non mentirmi di nuovo" disse egli.

"comunque..." esclamò allungando vertiginosamente l'ultima lettera, nel suo viso si dipinse un ghigno beffardo, "ti ricordi di ieri giusto?" roteai gli occhi con in viso dipinto un sorriso, sbadigliai, egli fece il broncio, "non dirmi che sei stanca" borbottò, "se" egli abbasso gli occhi, "se vuoi possiamo avere il nostro momento coccole" egli mi sorrise, e strisciò verso il mio viso iniziai quindi a far strisciare le mie mani tra i suoi capelli.

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"per esorcizzare una maledizione bisogna innanzitutto comprenderla..." tra se e se Yuta pensava alle parole dette dal  professore, egli era nervoso e stressato, aspettava impaziente il compagno che si stava cambiando l'uniforme, stringeva a se la katana maledetta donatagli dal professore dagli occhi marini, quest'ultima era coperta da una fodera di un tessuto blu; quasi tremava dal ansia dell'imminente lavoro, "è la mia prima vera missione..." continuava a rammentare con gli occhi neri volti verso l'asfalto,  "no...in realtà la seconda...sono tesissimo!" continuò alzando le spalle e chiudendo gli occhi.

Una mano gli si poggiò sulla spalla "Sake?" sobbalzò e andò indietro guardandolo scioccato, "oh...scusami" il ragazzo dai capelli bianchi lo osservò ma non disse nulla, "OI! Yuta, una parola in privato" esclamò il professore Gojo, "arrivo!" esclamò il novellino e avvicinandosi a quest'ultimo "mi dispiace ma questa volta non potrò esserci a sorvegliarvi, ma è un lavoro che Toge gestisce tranquillamente da solo" l'alunno annuì, "però, c'è una cosa alla quale devi stare attento..

non fare uscire Rika"


fine prima parte capitolo quattordici
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Angolo autrice,
Scusate per il capitolo più corto del solito, ma sono stata male come sapete, spero di tornare al ritmo di prima ma per ora va bene così, ci vediamo la prossima settimana con la seconda parte <3

⊰⊹why me?ゞDove le storie prendono vita. Scoprilo ora